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Ero in preda ad un'attacco di panico. Provai a calmarmi in qualsiasi modo.

Continuavo a insipare ed espiare, molto ma molto lentamente.

Man mano i battiti diminuirono io ripresi più o meno a stare bene.

Decisi di riprovare. Dovevo riuscire ad avvisare Jhon prima che Dylan lo trovi.

Avevo paura di che cosa avrebbe potuto fare. Anzi forse sapevo così bene cosa avrebbe fatto che ero ancora più motivata a trovarlo.

Risalii in auto, chiusi la porta,allacciai la cintura e girai la chiave per accendere il motore.

Pronta, tenevo in mente che se non fossi andata a cercare Jhon e Dylan, qualcuno si sarebbe ritrovato all'ospedale con qualche osso rotto.

Tutto ciò per non pensare all'ansia o alla paura.

Dopo aver acceso il motore i fanali puntarono una forte luce bianca sulla basculante. Feci un gran respiro, aspettai che la basculante fosse aperta e iniziai a spingere il piede sull'acceleratore.

Andavo a minimo 45 chilometri orari con mille paranoie.

Presi la solita stradina che portava sulla strada asfaltata.
Sudavo come una capra dal tanto che ero preoccupata.

Ad un certo punto vidi una macchina rossa tagliarmi la strada. Chiusi gli occhi per lo spavento. Quel gesto mi fece tornare in mente i ricordi.

Sterzai e provai a frenare. La jeep sbandò di colpo quasi cadendo. Riuscì a fermarsi fortunatamente.

Ero già terrorizzata prima, ora rischiavo di nuovo l'ospedale.

Che ansia...

Accostai e mi misi sul ciglio della strada cercai il parcheggio più vicino per mettere l'auto lì e non pensarci più.

Mi giurai di non guidare più dopo la mamma e ora lo stesso dopo questo.

Misi il navigatore che mi condusse ad un ristorante. Parcheggiai e chiesi se avessero qualche servizio come i taxi.

Loro mi diedero un pezzetto di carta con su il numero del taxi.

Chiamai e tempo dieci minuti era arrivato.

Appena entrata gridai<<Per San Francisco. Veloce per favore. >> lui partí subito senza fare troppe domande.

Mi aveva anche ascoltata andava veloce.

Infine mi portò fino a casa mia, da lì avrei iniziato a usare la bici. Pagai il taxista e iniziai subito ad andare in discoteca per vedere se Jhon fosse là.

Finalmente giunta, niente, chiesi un po' in giro ma nessuno aveva visto nessuno.

Perfetto ancora più preoccupata.

Andai a casa sua più velocemente possibile.

Provai a richiamarlo nel mentre ma niente stavo sul serio iniziando a pensare che fosse morto.

Mi venne un illuminazione, la piazza. Lui stava continuamente in centro anche la gelateria era là.

Ok mi rimisi in moto e pedalai più forte quanto il mio corpo riusciva a fare.

Una volta in piazza girovagai dappertutto finché...

POV Dylan
Basta non potevo più sopportare quello stronzo. Continuava a dar fastidio a Kassie.

Lei non vuole che io gli faccia male. Però se ne renderà conto.

Dopo aver cercato Jhon per un po' di tempo, anche troppo, andai in piazza.

Trovato. Là che si beveva un caffè. Iniziai a camminare verso di lui.

Non vedevo più gli altri solo lui, quella testa di cazzo!

POV Kassie
Lo trovai, era seduto ad un banco di un bar. Tirai un sospiro di sollievo era ancora tutto intero, non ci credo.

Sollevai leggermente lo sguardo per cercare qualche presenza di Dylan.

Guardai un po' intorno e lo vidi. Aveva uno sguardo cupo e serio. Mi faceva paura. Non lo avevo mai visto così.

Stava camminando con passo svelto verso Jhon. Oh no. Lo aveva visto. OH NO.

Iniziai a correre verso quello stupido seduto al bar. Sì, in quel momento non mi stava molto simpatico, ma non volevo vederlo col naso rotto.

Riuscii ad arrivare prima di Dylan.
<<Jhon! Devi seguirmi. Adesso! >> urlai.
<<Che cosa? >> chiese ovviamente confuso.

Non avevo il tempo materiale per spiegare così gli presi un braccio e lo tirai dietro di me

<<Hey Hey aspetta che fai? >> chiese quasi irritato.
<< Ti salvo la vita, idiota! Se non fosse per->> ultime parole famose.

Sentii la presa della mia mano staccarsi la braccio di Jhon.

Non feci in tempo a girarmi che Jhon era già a terra sanguinante con Dylan sopra di lui che continuava a sferrare pugni ripetitivi uno dopo l'altro.

Io feci un gran respiro e mi misi in mezzo.
<<DYLAN FERMO! BASTA, COSÌ LO UCCIDI! >> Urlai straziata e iniziai a piangere come una bambina.

<<Kassie togliti è uno stronzo non ti merita!>> mi rispose provando a trattenere la troppa rabbia che aveva.
<<Lo so che non mi merita! Ma il modo di farlo di sicuro non è questo. >> dissi sempre più preoccupata e in costante ansia, ma dovevo trattenermi perciò parlai con molta calma.

Aveva il pugno già pronto per tirarlo. Lo mosse velocemente verso di me ma prese il pavimento.

Aveva tutte le nocche rosse e piene di sangue.

Provai a calmarlo mettendo le mie mani sulle sue guancia. Lo baciai con delicatezza proprio per scacciare i suoi pensieri ma anche i miei.

<<Scusami. >> mi sussurrò con la fronte appoggiata alla mia.
<<Tranquillo è tutto ok. >> continuai a fargli dei gattini sulla nuca.

Mi abbraccio forte. Stretta a sé. Probabilmente si sentiva in colpa anzi molto in colpa che si staccò da me e chiamò l'ambulanza per Jhon.

Visto che era ancora a terra senza dare segnali di vita, il che mi spaventa molto. Però ho controllato e il battito cardiaco, c'era.

Ero molto arrabbiata con Dylan. Anzi ero furiosa, ma in quel momento dovevo tenere la calma. A casa avrei dato di matto.

Dovevo stare tranquilla per lui solo perché non uccidesse Jhon.

Dylan venne verso di me senza mai rivolgermi una parola. Mi portò nella macchina che aveva scelto lui e iniziò a guidare verso la sua villa.

108//Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora