8.

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(canzone difianco alla foto)

Andai in pista e incominciai a ballare come se non ci fosse un domani. Baciai tutti quelli con cui ballavo.

Non temevo più nulla e nessuno. Ero talmente ubriaca che salii su un cubo dove era posizionato anche un palo da updance.

Iniziai a muovermi in modo sexy e seducente. Avevo più di una ventina di ragazzi intorno a guardarmi.

Vidi da lontano Kayla allontanarsi verso l'uscita. Me ne fregai altamente.

Continuai a stuzzicare uno per uno tutti i ragazzini intorno a me.

Urlavano e ridevano. Erano tutti eccitati. A causa mia.

Ancora una volta sentii quello sguardo fisso su di me. Si quello sguardo. Quello di Dylan. Era seduto ancora sugli sgabelli del bar.

Aveva la faccia incazzata e allo stesso tempo preoccupata. Ma che c'era da preoccuparsi? Io stavo una favola.

Scesi dal cubo e tutti quei bambini pieni di ormoni mi fecero dei complimenti.

Io andai verso Dylan.
<< Ciaoooo>> dissi felice e sbronza.
<< Perché fai così Kassie? >> chiese Dylan preoccupato.
<< Mi sto solo divertendo. Come dovresti fare anche tu. Dai vieni. >> dissi afferrandogli il braccio. Barcolla o da una parte all'altra, non avevo più equilibrio da quanto ero ubriaca.

<< Kassie andiamo a casa. Ti sei vista? Neanco riesci a stare in piedi. >>
<< Sta tranquillo. Forse penserai che io sia sbronza ma sto benissimo! >>
<< Kassandra sei ubriaca fradicia. >> disse tutto serio.

Forse un pochino lo ero ma non mi importava molto.

Dylan, stufo della situazione, mi prese a sacco di patate e iniziò a dirigersi verso l'auto.
Io piagnucolai come una bimba.

Mi aprì la porta e mi appoggio al sedile, mettendomi la cintura.
Dopo di che andò a sedersi al posto di guida.

<< Bravo guida tu>> dissi assonnata e con gli occhi chiusi
<< mh? >> Fece Dylan non capendo la mia affermazione.
<< No è solo che l'ultima volta che c'ero al volante io lei se n'è andata... >> dissi sbadigliando per poi addormentarmi.

Mi svegliai in camera mia. Non può essere, mi ero ripromessa di non ubriacarmi. Ma già dal fatto del gran mal di testa e che ero nella mia casa senza che ricordassi come ci fossi arrivata, mi bastava.

Mi alzai e andai al piano di sotto. Trovai Dylan nella mia cucina. Ma che ci faceva in casa mia.

<< Alla buon ora! >> disse Dylan
<< Ieri mi sono di nuovo ubriacata giusto? >>
<< Esattamente >> rispose alla mia domanda con un tono basso.

Che avevo combinato?

<< Scusa, Dylan. Ieri non ho fatto o detto niente di male. Vero? >> chiesi speranzosa di non aver fatto cazzate.
<< No tranquilla solo le solite cose da sbronzi>> rispose freddo.
<< Ah ok... Come mai sei in casa mia e dov'è Kayla? >> chiusi non vedendola in giro.
<< Kayla è riuscita ad avere un colloquio con un'azienda per recuperare dei soldi in più. Come ti avevo già detto ed è andata. Se la accettano lavorerà dalle 8 di mattina fino all'una di pomeriggio. Poi mi ha chiesto di rimanere con te... È un po' preoccupata. >>
<< Mi dispiace tanto. Il fatto è che non mi ricordo nulla>> dissi triste e dispiaciuta.
<< Tranquilla è tutto a posto. >> mi disse calmo.

Io intanto presi una tazza di cereali e iniziai a mangiare.

Dylan mi chiese << Una domanda. Tu guidi? >> era una strana domanda, molto strana.
<< emm no perché? >>risposi titubante.
<< Solo per sapere... >> disse.

Era strano. Non mi aveva ancora preso per il culo. Non ci feci caso e andai di sopra a prepararmi.

Dopo di che scesi. Dylan era in salotto a guardare la tele.

Mi avvicinai e mi sedetti di fianco a lui. Non volevo che a causa mia il gioco si interrompesse. Perciò misi una gamba sopra quelle di Dylan.

Capendo le mie intenzioni senza spostare gli occhi dalla tele iniziò a far scivolare una mano sulla mia coscia per poi arrivare al linguine. Andando su e giù col dito.

Non potete capire la tensione che c'era in quel momento. Ma venne interrotta dalla suoneria del mio cellulare.

Sconosciuto
Hey sono Jhon.
Quello della discoteca. Se ti va qualche giorno potremmo uscire?

Lessi solo il messaggio non avevo voglia di rispondere. Era stato gentile ma in questo momento non volevo sentire nessuno.

Mi sedetti composta e domandai a Dylan << Che si fa? >>
<< Niente. >> rispose.
Io roteai gli occhi. Odiavo quando faceva così.

<< Kassie, tu hai la patente? >> Domandò Dylan.
<< Emm...si perché? >>
<< No era solo una domanda... >> Rispose guardando un punto fisso.

<< È tutto il giorno che mi chiedi se so quidare, se ho la patente, se ho un'auto. Si per tua informazione ho un'auto! Che hai?! >> dissi un po' scocciata e innervosita da tutte quelle domande.
<< È perché hai detto che hai la patente, sai guidare ma non guidi... >> Disse tutto d'un fiato.
<< Si lo so che può sembrare strano. Ma non sono molto brava a guidare tutto qui. >> Presi una scusa in realtà un motivo ce lo avevo eccome...

<< Scusami se lo chiedo così ma c'entra qualcosa con una persona? Chi è la ragazza che se n'è andata? E poi in che senso ti ha lasciato da sola? >> disse curioso.

Come faceva a saperlo?! Non posso sopportare tutte queste domande di nuovo. Mi venne un flashback...
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~ Sigrorina si calmi. Stia calma.
~ Dov'è mia mamma? Sta bene? Cosa ho fatto?
Dissi tutta preoccupata, avevo il fiato pesante.

Non capivo nulla
Si sentiva il suono dell'ambulanza, quello della polizia. I clacson dee persone in coda.

~ Hey ragazzina andrà tutto bene. Devi solo dirci che è successo.
Disse un agente della polizia.
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Tutto finí quando Dylan mi scosse il braccio.

Mi ero incantata. Li tutto il flashback.

L'incidente, le urla, l'ambulanza, la polizia, l'auto, mia mamma.

Sentii gli occhi iniziare a pizzicarmi. Sentivo già di avere le lacrime pronte a scendere sul mio viso.

Come ha fatto a scoprirlo? Io non avevo detto niente.

<< Cosa sai? >> Dissi fredda e guardando il pavimento.

108//Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora