36.

667 20 19
                                    

Piano piano riaprii gli occhi ma subito li strizzati per la troppa luce che proveniva dalle due finestre della camera.

Guardai le lenzuola rosse e mi accorsi che nella stanza, ancora della discoteca, mancava Dylan.

Mi guardai attorno e lo vidi riverstirsi. Si stava alla ciano la cintura.

<<Vai di fretta? >> chiesi con voce sensuale e mettendomi su un fianco accoggiando la mano ad ad esso.

<<Non volevo svegliarti. >> disse furbamente. Solita scusa di tutti.

<<Volevi lasciarmi qui? Così? >> chiesi adesso un po' più incazzata.

<<Certo che no. Volevo solo prenderti dell'acqua. >> disse mettendo le mani in alto visto che gli stavo puntando un dito contro.

<<Beh. Se la metti così. Adesso non ho bisogno dell'acqua. >> mi alzai dal letto e man mano mi avvicinai a lui prendendo le sue guance tra le mie mani costringendolo a baciarmi.

Lui lasciò perdere la cintura che stava allacciando e mi prese a cavalcioni appoggiandomi alla parete che essendo fredda mi provocò dei brividi lungo la schiena.

Mi baciò con foga per poi buttarsi sul mio collo e iniziare asuccgiarlo.

Nel mentre spinse il suo bacino contro le mie intimità ed io ansimai.

Riprese a baciarmi aggiu gendo la lingua e poi mi morse il labbro inferiore.

Io iniziai a levargli la cintura e abbassati i suoi pantaloni facendo così uscire le sue intimità.

La sue erezione sbatteva contro di me. Con una mano iniziò a massaggiare il mio punto debole e io spalancati la bocca.

<<Mai provocarmi, piccolina>> subito entrò in me dando forti spinte e io iniziai ad urlare.

Lui riprese a baciarmi con foga tappa do i miei gemiti.

Misi le mani sulla sua nuca e gli tocca un po' i capelli.

Tra qualche bacio e l'altro mi scappava qualche ansimo mentre altre volte incitavo Dylan pronunciando il suo meraviglioso nome.

Skip time
Eravamo in un bar per fare colazione nonostante erano le 09:26 del mattino.

<<Allora. La spremuta d'arancia e la brioche al cioccolato? >> chiese una voce femminile per capire di chi fosse. Se per me o per Dylan.

<<Lei grazie. >> rispose Dylan per me.

<<Quindi il cappuccino è suo. >> disse la cameriera del bar facendogli un occhiolino.

Dylan non si fece molti problemi forse era abituato a tutto ciò.

Mentre io la stavo polverizzando con lo sguardo e appena quella lurida ragazza levò lo sguardo da lui per guardare me, si rese conto di diversene andare e non tornare mai più.

<<Gelosa? >> domandò dylan ridendo mentre metteva due bustine di zucchero nel suo cappuccino.

<<Per niente. Però era troppo attaccata. Solo questo >> presi una scusa al momento. Infatti si vedeva lontano chilometri che era stata presa per i piedi.

<<Mh mh certo. Allora piaciuta la LA - disco? >> disse facendo lingenuo mentre portò la tazza sulle sue labbra per bere.

<<Ehm. Si>> risposi frettosamente capendo a cosa si stesse riferendo.

Per tagliare corto la conversazione, bevvi un po' della spremuta d'arancia e feci un'altra domanda. <<Adesso i tuoi dove sono? >>

<<Boh. Caraibi? Portogallo? Cina? Chi lo sa. >> rispose poco interessato e quasi arrabbiato.

108//Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora