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Aprii gli occhi. Li tenevo socchiusi visto che la luce della camera mi dava ancora fastidio.

Mi trovavo ancora in bagno. Ero appoggiata accanto al muro difianco al wc.

<<Tesoro. Apri gli occhi. Tesoro! >> sentivo la voce di mio padre chiamarmi. Dovevo ancora riprendere completamente coscienza.

<<Papà >> Sussurrai pianissimo.
<<Tesoro non parlare ora andiamo in ospedale.>> sentii mio padre provare a sollevvarmi tenendomi da un braccio e un fianco.

<<Kassie ti prego. Devi aiutarmi non riesco da solo. >> mi implorava.

Non avevo le forze per tenere aperti gli occhi figuriamoci per camminare.
Caddi a terra perché inciampai nello spigolo della porta.

<<KASSIE! >> Sentii gridare mio padre.

<<S-Salve mi servirebbe un'ambulanza... >> probabilmente mio papà avrà chiamato qualcuno.

Dopo un po' di minuti la porta si aprí e qualcuno mi sollevò portandomi giù dalle scale.

Sentivo il pavimento tremare. Ero sull'ambulanza, prese pure qualche buca. Svenni di nuovo.

Mi grattai la fronte e piano piano aprii gli occhi. Venni invasa da una luce abbagliante.

Appena il tempo di mettere a fuoco e mi accorsi di essere finita a n una camera dell'ospedale.

Guardai un po' intorno. Una poltrona marrone semplice, il mio letto al centro della stanza ed in mezzo a due finestre.

Avevo addosso il camice proprio da persona ricoverata. Mi guardai il braccio. UNA FLEBO!

Sembro esagerata ma io ODIO letteralmente qualsiasi tipo di siringa.

Io svengo ragazzi. Per fortuna che ero svenuta anche se non sarebbe cambiato molto perché sarei svenuta a vedere l'ago.

Entrò mio padre. <<Amore sei sveglia. >>
<<Sì papà. >> risposi tranquillamente.
<<Mi hai fatto preoccupare. È da molto tempo che non ti capita. >> si riferisce al fatto di quando stavo male dopo l'incidente.

Da lì sono iniziati tutti i miei problemi.

<<Papà tranquillo. Sarà a causa dello stress. Sai siamo qui da un po' ma non mi sono ancora situata molto. >> presi una scusa.
<<Ok Kassie. Ho avvisato i tuoi amici che stavi male. Ho chiamato anche Jade. Era preoccupata ma la avviserò che ora sei sveglia e stai bene.>>
<<Grazie papi>> dissi dolcemente, prima che lui uscisse.

Chi ha chiamato mannaggia. Dylan anche se fosse non verrebbe neanche morto. Kayla mi odierà perché Dylan gli avrà detto che l'ho scopato. Jhon se solo si azzarda a presentarsi almeno è già all'ospedale... Non sono vendicativa.

L'unico che aspetto che venga è Marcus. Infatti...

<<Ma hey Kassie! Che hai combinato oggi eh? Qualche shottino di vodka di troppo? >> disse scherzoso e sarcastico.

<<Già esatto. No credo solo stress ma tranquillo riprenderò a servire tutti gli alcolici che vorrai. >> gli feci un occhiolino dandogli una sberla amichevole sul braccio.

<<Va beh. Sono passato solo a salutarti visto che devo andare via... Con un mio amico... >> disse un po' imbarazzato.
<<Uuuuuuush. Dai vai non farlo aspettare per me. Mi racconterai un altro giorno. >> dissi facendogli cenno di andarsene. Lui annuì, mi abbraccio e se ne andò.

Io ero ancora molto stanca così decisi di riposare gli occhi solo che mi addormentai.

Sentii delle voci ma non aprii gli occhi. Non avevo voglia. Era mio padre ik dottore e qualcun'altro.

<<Puoi accomodati qui ok? >> sentii la voce del dottore. Poi una risposta ok.

Socchiusi gli occhi per non farmi notare e sbirciare per capire chi era nella stanza.

Poi vidi lui. Che ci faceva qui?! Dopo quello che ha fatto ha pure il coraggio di presentarsi nello stesso luogo?

L'unica cosa che mi faceva leggermente pena era che si vedeva che era mto preoccupato.

Non ci capisco niente. Il giorno prima mi usa il giorno dopo mi viene a trovare cosa? Spiegate grazie.

 Il giorno prima mi usa il giorno dopo mi viene a trovare cosa? Spiegate grazie

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Dylan. Ecco cosa vidi. Un Dylan selvatico che era venuto a trovarsi.

Sentii la porta chiudersi seguita dal medico e mio padre che abbandonarono la stanza.

Ero rimasta lì con Dylan. Rinchiusi gli occhi per non farmi scoprire.

Si alzò e venne verso il letto. Lo sentii sedersi difianco a me e mi portò un capello dietro l'orecchio.

Intanto sussurrò <<Scusami Kassie. Sono stato uno stupido e stronzo... Non ho pensato alle parole che ho detto. Sono stato... Sono un ingenuo. Perdonami. >>

Io decisi di entrare nella conversazione.
<<Aggiungerei narcisista. >> dissi tenendo sempre gli occhi nel buoio totale.

Si alzò di scatto. <<Ah sei sveglia. Ehm. Da quanto?>> mi domandò.
<<Quanto basta. >> dissi per fare la cosa più complicata.

<<Quindi mi hai sentito? >> mi chiese.
<<Si ho sentito e con quale faccia ti ripresenti. >>

<<Con questa. >> mi indicò il suo volto.
<<Tu. Sei un idiota. >> dissi in modo secco, breve e coinciso.

<<Volevo solo vedere come stavi nient'altro. >> disse freddamente.
<<Ah ah certo, sì. Ora che hai visto che sto bene puoi pure andare. >> dissi guardando la porta.

<<Senti so che è colpa mia. Non prendere scuse come lo stress ecc. Quindi sono solo venuto a scusarmi.>> disse tutto d'un fiato.
<<Beh tu perdono per metà. Perché... Perché lo so io. >> dissi titubante.

Dovevo fare la stronza. Mi salutò e se ne andò via dalla stanza. Bene. Che stronzo Dylan.

Io volevo solo avere delle semplici e felici giornate. Chiedo troppo.

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È un po' più corto perdonatemi. Bacioniiiii.

108//Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora