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Leggete l'angolo autrice infondo grazie mille.

(Vi consiglio di ascoltare la canzone mentre leggete.)

Eravamo in viaggio. Io continuavo a fissarlo. Guardava dritto davanti a sé.

I suoi occhi nocciola con qualche sfumatura sul color miele brillavano di gioia. Potevo sentire che era teso ma allo stesso tempo sereno.

Quasi agitato. Io invece ero felicissima.

Finemente dinuovo io e lui, da soli. Era l'unico che mi toglieva i pensieri dalla testa.

Scesi dall'auto andai verso di lui e lo abbracciai forte come una bambina abbraccia un peluche.

<<Ti amo.>> gli Sussurrai con la faccia spiacciacata al suo petto.

<<A cosa devo tutte queste coccole.>> ridacchiò Dylan facendomi alzare lo sguardo.

<<Beh perché... ti amo e ti amo, ti amo.>> gli ripete in continuazione avvicinandomi sempre di più al suo viso fino ad alzare le punte per dargli un bacio a stampo dolce.

<<Ti amo anch'io Kassie.>> mi rispose sorridendo sulle mie labbra.

Lo presi per mano facendo incrociare le nostre dita in una presa stretta, lo trascinai verso l'ingresso del ristorante. Probabilmente era quello visto che era l'unico che vdevo.

<<Salve abbiamo prenotato un tavolo per due.>> Disse Dylan al cameriere che era all'entrata per dare l'accoglienza agli ospiti del locale.

Era stato cortese. Infiatti poi ci chiese gentilmente con quale nome avessimo prenotato, o meglio, Dylan aveva prenotato.

<<O'Brien.>> Fu la risposta secca del mio ragazzo.

Oggi ero troppo sicura di me e troppo felice che gli ormoni non riuscivo a tenerli a bada. solamente il fatto di sentire quella sua meravigliosa voce roca e sensuale, le sue dita a contatto con le mie, il suo sorriso per darmi sicurezza. Tutto ciò mi faceva sentire potente con lui, al sicuro e soprattutto FELICE.

Entrammo e vidi subito un bancone in legno dove ditro ad esso c'erano mille pensili con le vetrate trasparenti per far vedere vari tipi di aclolici, dal campari alla vodka al montenegro.

In più un barman e una signorina coi capelli corti biondi e i due ciuffi davanti colorati di un blu ormai sbiadito per il tempo.

Seguimmo il cameriere al quale avevamo detto il cognome fino ad un'altra sala con una volta a crociera. Era tutto bianco con qualche mattone che si vedeva per l'intonaco vecchio che dava un'atmosfera calorosa. 

i tavoli erano rotondi quelli da quattro persone, mentre per le coppie erano rotondi. Ci misero all'angolo della sala dove eravamo, sì lontani dagli altri, ma non così isolati da farci sembrare i ragazzini messi in punizione dopo una marachella.

Oggi ero dolce ma mai quanto Dylan.

<<Allora? Com'è? Ti piace?>> Mi sommerse da tremila domande appena mi sedetti sulla sedia e appogiai la borsa a tracolla sull'attaccapanni.

<<Perfetto Dyl, perfetto.>> Appoggiai una mia mano sulla sua.

<<Che vuoi da mangiare?>> Mi chiese dopo anni e anni che fissai il menù indecisa su quale piatto prendere.

<<Credo che prenderò la cacio e pepe.>> Dissi ancora un pò indecisa ma alla fine scelsi quella.

<<Tu?>> Porsi la stessa domanda.

108//Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora