48.

420 15 18
                                    

Vidi Dylan in piedi a fissarmi con le lacrime agli occhi. Quella frase con tono spezato che aveva appena pronunciato "Sei incinta?". Più che sembrasi una domanda sembrava un'affermazione che aveva appena scombussolato la sua vita, e per di più anche la mia perché non ne sembrava affatto felice.

Ciò mi fece preoccupare molto o forse troppo.

<<Dy-Dylan che ci fai qui?>> Chiesi con un sussurro, mi chiedo come abbia fatto a capire con la poca voce che avevo e il balbettio continuo.

<<Ero venuto a chiedere una cosa a tuo padre... Ero venuto a cercarti.>> Disse perso guardandomi negli occhi.

Non riuscivo a vederlo così. Mi stava uccidendo con lo sguardo. 

Mi odiava. Lo sapevo.

<<Io- io... Kassie perdonami.>> Disse girandosi di spalle e andar via nella strada da cui era venuto.

<<NO!>> Urlai con voce stridula.

<<Dylan aspetta! Ti prego, posso spiegare!>> Corsi verso di lui con le lacrime agli occhi che ormai stavo trattenendo da troppo.

Una volta che arrivai dietro le sue possenti spalle provai a parlargli <<Dylan, fammi spiegare.>>

Non mi parlava, non mi sentiva, continuava a camminare verso il suo BMW.

Mi spostai di fronte a lui così che potesse vedermi bene in faccia. <<DYLAN ASCOLTAMI!>> Questa volta urlai talmente forte che mi sentirono pure i vicini aprendo le finestre per sbirciare o addirittura uscire dalle porte per snasellare.

Alzò la taste lentamente, forse anche troppo che mi venne paura. Quando vidi il suo viso era distrutto, perso in pensieri che solo Dio sa quali fossero. Mi guardava con disprezzo e pietà, non lo avevo mai visto così. Non mi aveva mai guardata così. Era stupito di me ma stupito nel peggio.

Era come se stesse per vedere una donna sola con un figlio in grambo abbandonata.

<<Dylan io non volevo che accadesse. Nessuno di noi due lo ha deciso ma possiamo farcela insieme. So che non vorresti un figlio adesso. Forse neanche con me. Ma io ti amo ed è successo. Ha sempre detto di amarmi quindi dimostramelo. Insieme possiam->>

Mi interruppe mettendomi una mano stesa davanti alla mia faccia per far segno di fermarmi.

Aveva ancora lo sguardo basso a fissare la strada o i suoi stessi piedi.

<<Kassandra... Io ti amo e non ho mai detto di non volere un figlio con te. Ma adesso... Non sono in grado.>> Basta avevo il cuore spezzato.

<<Come puoi farmi questo. Tu mi ami e come ami me puoi amare tuo figlio! Ti prego non lasciarmi. Non voglio e non puoi lasciare nostro figlio senza un padre. Ti prego Dylan. Se non vuoi esserci per me almeno stai per lui o lei.>> Dissi con voce tremolante ma anche rimproverandolo.

Iniziai a vedere sfuocato a causa delle troppe lacrime che continavano a scendere incontrollabili sui miei zigomi.

Sentii un dolore troppo forte da sopportare come una fitta al cuore, sapevo che era una cosa mentale e non fisica, questo dolore incontrollabile, ma prese anche il mio corpo facendomi cadere a terra inginocchiata davanti a lui.

Lui si preoccupò e si accovacciò per poi prendermi in un abbraccio stretto. Mi sentivo al sicuro tra quelle forti braccia ma sapevo che quello non era un abbraccio di consolazione. Era un addio.

Sentii dinuovo tutte le emozioni provate dopo l'incidente, la colpa di aver sterzato e frenato bruscamente, la morte di mia madre sulla mia coscenza tutto quel dolore che riversavo in lacrime.

108//Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora