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La porta si aprí. Noi subito ci interrompemmo e girammo la testa per vedere che fosse successo.

Fortunatamente era solamente il vento stava arrivando un temporale. Se non ci fosse stata la porta probabilmente io e Dylan non saremmo ancora vestiti.

Dopo esserci sistemati ritorna mo a casa e passammo la giornata in modo normale. Le mie due ore erano scadute ma sono state memorabili.

Skip day
Questa volta mi svegliai in camera di Dylan. Di nuovo.

Già avevo ancora avuto un incubo. Nonostante questo oggi era diverso. Non mi aveva ancora imposto niente da fare né su cosa mangiare o vestire.

Dopo essermi lavata e messa il solito top e pantaloncini scesi nella sala giochi e vidi dylan giocare da solo a freccette.

<<Buongiorno Kassie... Ho deciso una cosa. >> disse prendendo la mira.
<<Mh? Cosa? >> domandai come sempre curiosa.
<<Sei libera dal mio obbligo. >> disse tirando la freccetta al centro del bersaglio.
<<Davvero? >> chiesi stupita.
<<Sì.>> si giro verso di me.
<<Grazie>> dissi dandogli un bacio sulla guancia.

Dopo essere ritornati a San Francisco ik andai a casa mia e lui a casa di Kayla. Per controllare se fosse tornata.

Ne dubitavo visto che era ancora mattina.

Presi il cellulare e proposi a Jhon di andare in discoteca. Per farmi perdonare. Lui accettò.

Dopo aver pranzato, passai tutto il pomeriggio a prepararmi per la sera.

Jhon mi passò a prendere alle undici in punto. Riuscii a salutare anche mio papà.

Dopo che fummo arrivati presi i biglietti ed entrammo.

Subito ci precipitammo al bar dove c'era William a servire. Gli avevo chiesto di fare il doppio turno per me. Sono in debito...

Io stetti un po' leggera visto le ultime volte. Jhon invece prese subito cinque shottini di fila di vari super alcolici.

Mezzo ubriaco mi portò in pista a ballare. Eravamo come dei ragazzini in mezzo ad una folla. Avevamo tutto gli occhi puntati addosso.

Jhon mi baciò il collo e mi diede un bacio appassionato.

<<A cosa devo tutto questo? >> chiesi
<<Sei la mia ragazza. Non posso baciare la mia ragazza? Sei mia giusto? >> mi chiese quasi ossessivo.
Io lo guardai preoccupata. Molto preoccupata.

Mi tolsi dalla pista e tornai al bancone del bar dove William non c'era per una piccola pausa. Mi feci un drink veloce e lo bevvi in un sorso.

Dopo di che sentii delle mani sul mio sedere. Mi girai di scatto, era Jhon. Che gli era preso?

<<Hey ma ti sembra il modo di fare? Jhon stai bene? >> era tutto sbronzo. Non teneva l'alcool come me.
<<Andiamo piccola lasciati andare. >>
<<Come mi hai chiamata? >> chiesi disgustata.
<<Tu sei la mia ragazza e fai quello che ti chiedo. Punto. >> disse incazzato.
<<Jhon sei fuori di sennò per caso?! >> mi prese i polsi e me li bloccò.

Mi iniziò a lasciare dei succhiotti sulle spalle e sul collo. Io cercavo di dimenarki ma era più forte di me. Non avevo possibilità.

Ogni mio tentativo era fallito.
<<Basta! Stai ferma! Tu sei MIA! HAI CAPITO?! >> mi urlò in faccia Jhon. Era diventato pazzo. Non era lui.

Mi portò in bagno. Nessuno si accorse di quello che stava accadendo, tutti erano ubriachi fradici.

<<Jhon. Tu prego. Fermati basta. >> iniziai a tremare dalla paura. Urlavo e gridavo in cerca di aiuto.

Delle lacrime iniziarono a rigarmi il viso. Piangevo disperata.

Nel mentre Jhon iniziò a sollevare la gonna del mio vestito. Provavo a dimenarmi ma nulla. Ero impotente.

In quel momento mi ero limitata a piangere nel silenzio avevo perso le speranze.

Dopo sentii spalancarsi la porta del bagno e Jhon staccarsi da me.

Caddi a terra perché le mie gambe non riuscirono a sorreggermi dalla troppa paura.

Vidi Dylan tirare un pugno in faccia a Jhon e Jhon fece lo stesso.

Si creò una rissa solo a causa mia.

Dopo vari calci e pugni Dylan vinse anche senza molta fatica.

<<Non ti azzardare mai più. E dico mai più a toccarla. Avvicinati soltanto e ti spezzo l'osso del collo. HAI CAPITO?!>> chiese Dylan avvicinandosi a Jhon, che era a terra con la schiena contro il muro.

Lui ripeté <<Si >> almeno un centinaio di volte.

Non riuscivo ad alzarmi allora Dylan mi prese in braccio a mo di sposa e mi portoenella sua jeep.

Dopo aver acceso il motore partimmo verso non so quale meta. So soltanto che appoggiai la testa al finestrino e dissi con un filo di voce spezzata <<Grazie. >>

Stavi ancora piangendo. Mi ritornavano tutti  momenti in mente fino a quando mi addormentai.

Mi svegliai in una camera a me sconosciuta. Accanto a me trovai Dylan. Che fissava il soffitto.

Mi girai su un fianco e gli chiesi <<Hey. Come stai? Ti vedo pensieroso. >>
<<Problemi con Kayla. Ma non c'entra. Tu come stai? >> Chiese. Aveva una faccia preoccupata e arrabbiata, probabilmente con Kayla e con Jhon.
<<Onestamente non sto benissimo. Ma rispetto a ieri meglio. >>
Sorrise e sposto una mia ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Arrossii.
<<Ti va di raccontarmi che è successo con Kayla? >> domandai mettendomi seduta a gambe incrociate.
Si mise seduto anche lei.
Aspettò qualche secondo prima di parlare e serio incominciò <<Kayla mi ha tradita... >> tutto d'un fiato senza spostare gli occhi da me.
<<Mi dispiace molto Dylan davvero vorrei fare qualcosa. >>
<<Tranquilla è tutto a posto. Sentivo che c'era qualcosa. Che non andava. Non parlava più on nessuno. Stava sempre a lavoro. Forse me lo aspettavo. >> disse abbastanza deluso.

Stavo per consolarlo. Ma lui mi abbracciò stretta. Io a mia volta lo abbracciai per consolarlo.

Dopo qualche minuto dove stammi lì fermi, attaccati l'uno a l'altro. Ci staccammo e ci guardammo per lunghi minuti.

Dopo un po' mi alzai dal letto e andai in bagno per lavarmi, era una camera di un hotel o qualcosa del genere.

Dopo essermi spazzolata i capelli uscii e vidi Dylan sul balcone. Andai verso di lui e gli misi una mano sulla spalla.

Entrambi frustrati entrambi col cuore spezzato. Una catastrofe dietro l'altra.

Vederlo lì triste era per me inconcepibile e inaccettabile. Così decisi di fare una cosa inaspettata ai suoi occhi. Lo chiamai quasi sussurrando.

Lui si girò verso di me e danza neanche dargli il tempo di respirare lo baciai. Senza pensare ai pro e i contro. Lo baciai e lui fece lo stesso con me.

Entrambi lo volevamo. Ne ero sicura.

108//Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora