Capitolo 19

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Poco prima di Natale.

Oggi ho lezione di pilates ma ho deciso di andare in palestra un po' prima del solito per fare mezz'oretta di esercizio aerobico.

Appena entro in sala pesi scorgo Erika che corre sul tapis roulant così decido di occupare la macchina accanto alla sua. Non la smette più di parlare, è euforica perché quest'anno è stata nominata rappresentante d'istituto e oggi ha partecipato al suo primo consiglio.

Il fatto di essere una persona estremamente riservata mi ha sempre spinta a tenermi alla larga dalle questioni politiche, odio stare al centro dell'attenzione. Ma per quel poco che conosco Erika posso tranquillamente affermare che la lingua non le manca. Ce la vedo bene a difendere le ragioni dei suoi colleghi studenti. Probabilmente, se frequentassi ancora le scuole superiori, si sarebbe guadagnata facilmente anche il mio voto.

Ultimamente viene spesso in sala pesi e, in più occasioni, l'ho vista chiacchierare con Alex. Credo si conoscessero da prima che lui diventasse il nostro insegnante di krav maga, ma non ho mai osato chiederglielo direttamente. Magari potrei approfittare della mia nuova amica per ottenere qualche informazione su di lui, chissà...

Penelope e Nicolas non la smettono di tormentarmi, hanno deciso che è ora che mi faccia avanti. Per il momento sono sempre riuscita a prendere tempo con la scusa di scoprire se Alex è ancora impegnato con la ragazza dalle gambe chilometriche.

Proprio ieri però Penelope, flirtando con un ragazzo della squadra di nuoto, ha scoperto che Marzia, alias "Miss ce l'ho solo io", si è trasferita a Londra diversi mesi fa, per cui "l'aitante istruttore sarebbe di nuovo sul mercato".

Dopo quello che è accaduto ad Halloween, Alex è diventato sfuggente. Quando ci incrociamo in sala pesi si limita a rivolgermi un cenno di saluto e anche durante le lezioni di krav maga usa un tono freddo e distaccato.

So bene che la colpa di questo allontanamento è esclusivamente mia. Le frasi urlate in faccia al mio ex hanno messo bene in chiaro che nessuno mi si deve avvicinare e lui si sta comportando di conseguenza.

Per quanto s'impegni a ignorarmi però alle volte tra noi si crea un intenso gioco di sguardi. Si tratta perlopiù di occhiate fugaci, lanciate di sfuggita e rapidamente interrotte da uno dei due che si affretta a distogliere l'attenzione non appena l'altro lo coglie in flagrante.

Normalmente sono io a voltarmi per prima, incapace di sostenere l'intensità di quelle iridi scure. Ma qualche volta accade che i nostri occhi rimangano incatenati qualche secondo di più e allora è un'esplosione di emozioni che partono dallo stomaco e si diramano a ogni cellula del corpo, non ho mai provato nulla di simile.

Sta succedendo anche in questo momento, ho distolto per un attimo l'attenzione dal display del tapis roulant per rivolgerla allo splendido ragazzo che, seduto su una panca in fondo alla sala, è impegnato in una serie di addominali.

Lui si alza e afferra l'asciugamano per ripulirsi da qualche goccia di sudore che gli imperla la fronte. Nel compiere quel gesto però si volta nella mia direzione e in un attimo siamo occhi negli occhi, nero profondo contro verde brillante.

Il mio cuore accelera, la testa vaga verso mondi sconosciuti e poi succede: lui mi sorride. Non uno di quei sorrisi sforzati che mi rivolge ultimamente, ma un sorriso vero, spontaneo, che supera le labbra e gli illumina lo sguardo. Capita raramente che mi regali un sorriso così, ma quando succede mi sento come se nulla fosse impossibile e la voglia di confessargli ciò che provo mi pervade.

- Alice mi stai ascoltando? - Erika è scesa dal tapis roulant e mi sventola una mano davanti alla faccia distogliendomi da quelle fantasie.

La ragazza non fa che spostare lo sguardo da me ad Alex con aria sorpresa.

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