Capitolo 68

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Sono seduta in riva al mare da un tempo indefinito. I miei piedi, finalmente liberi dalle trappole infernali che ho deciso di indossare pervfare la figa, affondano nella sabbia fredda godendo della piacevole sensazione di sollievo che quel semplice gesto gli regala. Giuro che non indosserò mai più i tacchi in vita mia, neppure se fosse Chris Evans in persona a domandarmelo!

Ho completamente perso la cognizione del tempo ma deve essersi fatto piuttosto tardi perché la spiaggia si sta lentamente svuotando e la musica, dapprima assordante, ora è diventata solo un leggero sottofondo all'infrangersi delle onde sugli scogli segno che i diversi locali stanno via via chiudendo e gli avventori fanno ritorno alle proprie abitazioni.

Non so perché ma, sin da quando ero piccola, il mare ha sempre avuto un enorme potere calmante su di me e grazie al cielo anche questa notte è riuscito a regalarmi un minimo di conforto. Non appena il mio sguardo si è posato su quell'immensa distesa d'acqua la tempesta che scuoteva la mia anima si è acquietata e lo sciabordio delle onde mi ha cullato dolcemente fino a raggiungere uno stato di quiete che mai avrei pensato di poter ritrovare dopo quello di cui sono venuta a conoscenza.

Sembrerà strano ma, non appena quella pace ha avvolto ogni parte di me tutto è diventato improvvisamente chiaro, non so neppure perché fossi così confusa fino a poche ore fa. È assurdo, vista la piega che ha preso la serata, ma ora so esattamente cosa fare, so esattamente cosa voglio e non ho più intenzione di rinunciarci.

- Scusa.... so che non vuoi parlare con me in questo momento ma è da un po' che gli altri ci stanno cercando per tornare a casa... - la voce di Alex sembra quasi un sussurro portato dal vento.

So che mi ha seguita fino a qui, non mi avrebbe mai lasciata da sola su una spiaggia buia piena di sconosciuti. Però ha deciso di rimanere ad osservarmi da lontano, rispettando il mio desiderio di stare sola. Anziché insistere per chiarire subito la situazione è rimasto in disparte per darmi il tempo di metabolizzare la bomba che lui stesso ha fatto esplodere.

E anche ora, che finalmente ha trovato il coraggio di avvicinarsi, è evidente che non sappia come comportarsi, teme di scatenare un'altra tempesta e francamente siamo entrambi troppo stanchi per continuare a lottare contro le onde.

Cerca di apparire calmo ma lo conosco abbastanza da sapere che freme dalla voglia di riprendere il discorso da dove lo abbiamo interrotto poche ore fa. Apprezzo i suoi sforzi per rispettare le mie decisioni ma credo sia venuto il momento di parlare: basta segreti, basta scuse, solo due ragazzi che finalmente mettono a nudo i loro sentimenti.

- Lo so che ci stanno cercando, è da almeno mezz'ora minuti che il mio telefono non smette di vibrare - rispondo continuando a rivolgere la mia attenzione al mare che si estende immenso davanti ai miei occhi.

- Aspetteranno - con un gesto della mano lo invito a sedersi accanto a me e Alex non se lo fa ripetere due volte. Continuo ad evitare accuratamente il suo sguardo e anche lui preferisce non aggiungere altro mentre si avvicina prendendo posto sulla sabbia alla mia destra.

Riesco a sentire il suo respiro regolare e quel profumo capace di richiamare alla mente ricordi mai completamente sopiti. Rimaniamo lì seduti in silenzio per un tempo interminabile. Nessuno dei due ha il coraggio di interrompere quel momento, di portare scompiglio in quell'angolo di pace che sembra averci finalmente avvolto.

E poi, d'un tratto, lo fa. Pronuncia le uniche parole capaci di scatenare una tempesta di proporzioni bibliche.

- Io ti amo - il battito del mio cuore accelera a tal punto che temo possa esplodermi nel petto e il cervello non è più neppure in grado di ordinare ai polmoni di incanalare aria.

- Ti amavo anche sette anni fa ma ero troppo stupido e immaturo per ammetterlo a me stesso figuriamoci se sarei riuscito a confessarlo a te... ho avuto paura ed è stato più facile scappare che affrontarla. Ma credimi se ti dico che questa volta non è così, non voglio più scappare da te... però non posso neppure tirarmi indietro, lo capisci? - si, purtroppo lo capisco fin troppo bene.

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