Capitolo 1

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- Fermati un attimo, ricomincia dall'inizio e spiegami tutto come se stessi parlando con un bambino di due anni perché io proprio non riesco a capire - Penelope spalanca gli occhi e li punta su di me inchiodandomi alla sedia come solo lei sa fare.

- Non c'è proprio niente da capire, semplicemente ho preferito starmene in casa anziché andare a rimbambirmi in discoteca visto che oggi avrei dovuto alzarmi presto per andare in facoltà, non mi sembra sia tanto complicato - sbuffo cercando di apparire indispettita nella speranza che decida di lasciar perdere la questione.

- In poche parole prima ti ha assillato perché lo accompagnassi a quella dannata festa in discoteca e poi ha improvvisamente deciso che ci sarebbe andato da solo? -.

- No, sabato ci siamo andati alla festa! Domenica però, Luca e i suoi amici hanno deciso di ritornare all'Arcade ed io ho preferito rimanere a casa - spiego nel tentativo di giustificare quell'assurda situazione.

- Ok, dopo mi spiegherai perché non mi hai chiamata invece di passare la serata da sola, ma adesso raccontami il seguito, perché so che c'è un seguito! - purtroppo ha ragione, un seguito c'è e non le piacerà per niente.

Dopo le lezioni Penelope si è fermata a mangiare qualcosa da me e ora è stesa sul mio letto a pancia in giù con i piedi che ondeggiano nell'aria. I lunghi capelli neri ricadono disordinati sul cuscino e il suo sguardo è concentrato sull'immagine di Bruce Willis che fa capolino da sopra la testiera del letto. "Die Hard" è, senza ombra di dubbio, uno dei miei film preferiti.

È un bene che la sua attenzione sia catturata da quell'immagine perché se mi scrutasse ora, con quei suoi occhi indagatori, l'agitazione prenderebbe sicuramente il sopravvento.

Penelope ed io siamo amiche da che ho memoria. Siamo nate a distanza di un mese l'una dall'altra e abbiamo trascorso tanto tempo assieme che la considero più una sorella che un'amica.

- Non ti ho chiamata perché sapevo che eri di turno al pub e poi, dopo la discussione con Luca, non avevo nessuna voglia di uscire e sfoderare falsi sorrisi – in realtà non l'ho chiamata perché volevo evitare questa conversazione, ma non c'è bisogno che lei lo sappia.

Ora però è arrivato il momento di affrontarla, quindi tanto vale lanciare la bomba e aspettare che detoni.

- Sabato sembrava che fosse tutto ok ma poi, ieri mattina mi ha chiamata e... - esito un attimo, incamero tutta l'aria che i polmoni sono in grado di contenere e mi decido a sputare il rospo – beh, lui ha provato a girarci intorno ma alla fine il succo del discorso è stato: "Forse è meglio che ci prendiamo una pausa"-.

Penny lascia cadere il peluche con il quale stava giocherellando riportando l'attenzione su di me. I suoi occhi color cioccolato mi colpiscono come una stilettata nello stomaco. È molto arrabbiata. È Luca la fonte principale della sua collera, ma sono sicura che in parte ce l'abbia anche con me che non riesco a tirarmi fuori da questo schifo di relazione.

- Non posso crederci che lo stia facendo di nuovo, ma perché non lo mandi a quel paese una volta per tutte quello stronzo! - Penny non è una che fa tanti giri di parole soprattutto se l'argomento di conversazione è il comportamento del mio ragazzo per il quale nutre un odio profondo.

- Lo sai vero che probabilmente ha incontrato un'altra e la cosiddetta "pausa" gli serve solo per conoscerla meglio senza averti tra le palle? - cerca di apparire dura ma il suo sguardo preoccupato la tradisce.

Penny ha ragione ma la relazione tra me e Luca è complicata, nessuno, eccetto noi due, riesce a comprendere il legame che ci unisce e le ragioni che mi spingono a fare di tutto affinché le cose funzionino, neppure la mia migliore amica.

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