17 Gennaio
- Vieni subito qui piccolo furfante - sono costretta a fare lo slalom tra il basso tavolino sul quale sono buttate alla rinfusa diverse riviste e l'ampio divano grigio ornato da morbidi cuscini colorati per acciuffare mio nipote che oggi ha deciso di essere più indisponente del solito.
- Tanto non mi prendi - ha pure il tempo di voltarsi per farmi la linguaccia, neppure fosse Usain Bolt che combatte per la medaglia d'oro alle Olimpiadi. Come può un esserino così mingherlino possedere tanta energia?
Gabriele è un bambino estremamente vivace e dotato di una resistenza invidiabile. Oggi me ne ha fatte talmente tante che non riesco neppure più a ricordare il motivo per cui lo sto rincorrendo, so solo che ho rischiato più volte di rompermi l'osso del collo per acciuffarlo.
Sheldon, il gatto di casa, è raggomitolato su se stesso all'interno di una scatola di cartone che usa come cuccia e ogni tanto solleva una palpebra per poi ricominciare a ronfare.
Gabriele arresta improvvisamente la sua corsa, l'espressione furba comparsa sul suo viso non promette nulla di buono, deve avere in mente qualcosa.
- Cosa hai intenzione di fare? - siamo uno di fronte all'altra accanto al grande tappeto sul quale poco fa stavamo giocando con le costruzioni.
- Niente zia - risponde con quella vocina angelica che usa quando vuole nascondere le sue vere intenzioni.
- Allora vieni, raccogliamo i cubetti e rimettiamoli nella cesta. Tra poco arriverà un amico di zia quindi dobbiamo mettere un po' d'ordine in questo disastro - lui indietreggia accostandosi al tavolo della cucina.
- Certo zia ti aiuto subito - ok è ufficiale, deve averne in mente una delle sue e deve essere bella grossa altrimenti non sarebbe così accondiscendente.
Tutto succede nel giro di pochi secondi. Più rapido di flash quella piccola canaglia immergere le mani in due delle ciotole di tempera che abbiamo utilizzato nel pomeriggio per disegnare e me le punta contro come fossero armi potentissime.
- Non oseresti mai - affermo stringendo gli occhi a fessura. Lui in tutta risposta scoppia a ridere e continua ad avanzare nella mia direzione, una mano blu e l'altra gialla.
- È così che ringrazi la tua zia preferita dopo che ti ha permesso di cenare sul divano davanti alla televisione? - cerco di intenerirlo ma la mia tattica non funziona, è sempre più vicino e sono costretta a indietreggiare se non voglio che m'imbratti di pittura.
Il mio tentativo di fuga, però, subisce una battuta d'arresto. Con il piede destro pesto uno dei mattoncini colorati che ancora giacciono sparpagliati sul tappeto procurandomi un dolore lancinante. Sollevo la gamba per massaggiarmi il punto dolente ma nella fretta perdo l'equilibrio e cado rovinosamente a terra.
Infine, come se tutto questo non bastasse, il piccoletto mi monta cavalcioni sullo stomaco e comincia spalmarmi la pittura su tutto il corpo. Quando finalmente riesco a disarcionarlo le sue mani sono ormai completamente pulite, il colore è finito tutto sui miei vestiti e, per quanto posso vedere, anche tra i capelli.
- Tu, piccolo delinquente, adesso me la paghi - lo stendo a terra e, facendo attenzione a non fargli male, inizio a pizzicarlo delicatamente sui fianchi. Gabriele si dimena e supplica pietà ma non ho intenzione di liberarlo troppo in fretta, la mia vendetta sarà implacabile.
Proprio in quel momento però suonano al citofono, mi sollevo di scatto scrutando il disordine che regna sovrano nell'ampio salone. Bene, si prospetta l'ennesima figuraccia.
Punto un dito dritto in faccia a mio nipote e mi preparo ad assumere il ruolo della zia autoritaria e intransigente sperando che si decida a darmi ascolto.
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Sei tu il mio "tanto così"?
RomanceAlice è una ragazza come tante altre che si trova ad affrontare le difficoltà che la vita pone davanti ad ognuno di noi. È una persona introversa e razionale a cui piace tenere sempre tutto sotto controllo ma, purtroppo o forse per fortuna, le cose...