Capitolo 52

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Mese di giugno.

- Ancora non ci credo che stai seriamente valutando la possibilità di lasciare la professione - Sara continua a camminare attorno alla mia scrivania come un leone in gabbia.

- Hei frena, non ho detto che voglio abbandonare la professione ma solo che ultimamente mi sto rendendo conto che... non so come spiegarlo. Faccio il lavoro per cui ho studiato, ho un compagno che mi ama e mi riempie di attenzioni, una bella casa, una famiglia e amici meravigliosi, è tutto assolutamente perfetto eppure non riesco a sentirmi soddisfatta come dovrei. Quando ho scoperto di aver superato l'esame per un attimo ho toccato il cielo con un dito ma sono bastati pochi minuti perché tornassi con i piedi per terra e tutto l'entusiasmo svanisse. Forse c'è qualcosa di sbagliato in me. Guardami, dovrei svegliarmi ogni mattina saltellando dalla gioia con gli uccellini che mi cinguettano intorno stile Cenerentola e invece mi sento come se stessi vivendo la vita di qualcun altro, i sogni di qualcun altro, non i miei - Sara si ferma improvvisamente posando i palmi delle mani sul piano di mogano e sporgendosi nella mia direzione.

- Forse è solo un momento un po' particolare, ti senti giù di morale per qualche causa che è andata male? Forse pensi di non aver fatto abbastanza, di non essere stata all'altezza di gestire certe situazioni. Perché se è così ti sbagli di grosso! Tu sei senza dubbio la praticante più in gamba qui dentro anzi, credo che tu sia molto più capace di buona parte degli avvocati dello studio, anche quelli molto più esperti di te! - richiudo il manuale di diritto penale rinunciando all'idea di riuscire a studiare qualcosa prima che finisca la pausa pranzo.

Qualche giorno fa ho deciso di mettere al corrente la mia collega di quello che mi passa ultimamente per la testa. Non serve aggiungere che me ne sono pentita immediatamente dopo averlo fatto visto che da allora non fa altro che tormentarmi. Lei è un Edoardo in gonnella, la sua mente non riesce a concepire che qualcuno possa non amare la professione di avvocato. Soprattutto dopo aver fatto tutti i sacrifici che richiede arrivare fino a qui.

- Non è questo il problema. Al contrario, e lo dico a costo di sembrare presuntuosa: io sono perfettamente consapevole di essere brava ed è proprio questo che mi fa imbestialire. Tu puoi anche essere l'avvocato più bravo del mondo ma questo non garantisce che otterrai giustizia per i tuoi assistiti. Mi dispiace ma io proprio non riesco a convivere con questa cosa - Sara sbuffa e continua imperterrita come se io non avessi proferito parola.

- Allora è per l'aria pesante che si respira qui dentro? Lo capisco! Ci si sente continuamente sotto pressione e i capi sono dei gran... meglio non dirlo, ci potrebbero essere delle microspie in giro - si guarda intorno come se davvero si aspettasse di individuare qualche marchingegno pronto a captare ogni nostra conversazione. Scuoto la testa divertita.

- Devo ammettere che lo studio De Serio & Morandin non è certo famoso per la sua capacità di mettere a proprio agio i praticanti, soprattutto se di sesso femminile, ma no, non è neppure per questo. Se così fosse potrei semplicemente andare a lavorare da un'altra parte - finalmente la mia collega la pianta di guardarmi dall'alto in basso e sprofonda su una delle due sedie destinate solitamente ad accogliere i clienti.

- Chissà come l'avrà presa l'avvocato Barbieri... e la tua famiglia poi... tutti quegli anni buttati al vento, non hai paura di deluderli? - appoggio la testa allo schienale della poltrona ruotando leggermente prima a destra e poi a sinistra in modo da creare un rilassante movimento ondulatorio. Questo è proprio il mio punto debole, la paura di deludere le persone che mi amano e mi hanno sempre sostenuta mi paralizza.

- Prima di tutto non ho buttato proprio nulla al vento, non ho ancora preso una decisione definitiva. Per il momento ho intenzione di concentrarmi sull'esame di stato e non pensare ad altro. Una volta che l'avrò sostenuto, indipendentemente dall'esito, mi prenderò un po' di tempo per cercare di capire cosa desidero davvero fare, cercando di pensare solo a me stessa, non posso impostare il mio futuro in funzione di ciò che gli altri si aspettano da me - forse sono stata un po' troppo impulsiva, non volevo di certo sbottare in quel modo ma non sopporto come tutti pretendano di insinuarsi nella mia mente dando consigli non richiesti. Come possono capire ciò che sto passando o credere di avere tutte le risposte quando neppure io le ho!

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