Capitolo 46

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Appena varcata la soglia Alex è scomparso, inghiottito dal lungo corridoio che conduce alla zona notte dell'abitazione, lasciandomi sola accanto all'ingresso, talmente zuppa da non poter fare nemmeno un passo senza disegnare un'interminabile scia di goccioline sul pavimento. Tento invano di convincere me stessa che sia questa l'unica ragione per la quale sono rimasta lì immobile per tutto questo tempo in attesa che lui ricomparisse. Di certo la ragione della mia paralisi temporanea non ha nulla a che fare con la sensazione di panico che mi costringe a sussultare ad ogni minimo rumore. Non ho idea di come comportarmi. Più mi guardo intorno e più mi domando per quale assurdo motivo ho accettato quel folle invito, cosa diavolo ci faccio io qui?

Nell'ampio salone tutto è esattamente come lo ricordavo: il tappeto accanto al caminetto, l'enorme tavolo in legno massiccio, la credenza dalla quale fanno capolino le porcellane esposte con una precisione quasi maniacale... è come se il tempo in questa stanza si fosse fermato.

Per un momento devo persino fare uno sforzo immane per convincermi che non sono stata magicamente ricatapultata nel passato e ricordare a me stessa che la mia vita è andata avanti. Non posso permettere che un incontro casuale, avvenuto in una notte di pioggia sulla banchina di una tetra stazione ferroviaria, distrugga in un battito di ciglia tutto quello che ho duramente costruito nel corso degli anni.

Non sono più una ragazzina insicura che si lascia travolgere dai sentimenti. Sono una donna matura capace di gestire le proprie emozioni! So di esserlo però... oggi, esattamente come allora, la sua presenza mi destabilizza. Basta che lui mi sfiori come è accaduto poco fa in macchina e tutte le mie difese cadono come un castello di carte al primo soffio di vento. Non posso permettere che questo accada, non dopo quello che ho passato per superare quella che è stata, senza ombra di dubbio, la mia più grande delusione d'amore.

Alex era tutto per me, nessuno è mai stato in grado di rendermi felice quanto lo sono stata con lui ma da un momento all'altro è riuscito a rovinare ogni cosa trasformandosi nella persona che, più di tutte, è stata capace di distruggermi, ferirmi, lasciarmi andare senza mai voltarsi indietro, senza mostrare il minimo tentennamento, come se quello che provavamo l'uno per l'altra non contasse nulla... ma allora perché sono qui? Cosa diavolo ci faccio io qui?

- Tieni, sono riuscito a trovare una vecchia tuta di mia sorella, dovrebbe andarti bene - la sua voce calma mi costringe a tornare alla realtà. All'improvviso sento la forte esigenza di mettermi a urlare per sfogare tutta l'ansia che mi sta divorando. Invece, facendo ben attenzione a non sfiorare la sua mano con le dita, afferro i vestiti che mi sta porgendo senza mai staccare lo sguardo dal pavimento.

- Puoi usare il bagno di servizio per darti una sciacquata e cambiarti, io userò quello della stanza padronale - solo ora ricordo di essere completamente fradicia ed improvvisamente un'intensa sensazione di freddo mi penetra fin dentro le ossa facendomi rabbrividire.

Ci metto un attimo per coordinare pensieri e movimenti ma finalmente raggiungo il bagno che mi ha appena indicato e mi rifugio al suo interno. Ora che c'è una porta a dividerci mi sento decisamente meglio come se quella barriera fosse in grado di proteggermi dai miei stessi sentimenti.

Accendo la piccola stufa elettrica appoggiata sul ripiano della lavatrice mentre osservo impaurita la mia immagine riflessa nello specchio. Sono un disastro, il trucco mi è colato lungo le guance a causa della pioggia e i capelli ricadono disordinati sul volto appiccicandosi alla fronte.

Mi guardo e per l'ennesima volta mi domando cosa diavolo ci faccio io qui, dovrei cambiarmi, infilare la porta e tornare a casa dove mi aspetta il ragazzo più dolce e carino che esista sulla faccia della terra. Edoardo non merita di essere trattato in questo modo anzi, dovrei ringraziare il cielo ogni giorno per averlo messo sulla mia strada. So che sto sbagliando e domani mattina mi pentirò amaramente della decisione che ho preso fermandomi da Alex ma, nonostante tale consapevolezza, non riesco a trovare il coraggio di scappare.

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