Capitolo 65

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- Ti va di fare due passi? - domanda Alex porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. Non gli rispondo ma l'afferro per tirarmi su scrollandomi di dosso quel po' di sabbia che mi è rimasta appiccicata ai vestiti. Raccolgo i sandali che avevo abbandonato a terra e lo seguo in direzione del bagnasciuga.

Qui le spiagge non sono certo chilometriche come quelle della mia amata riviera perciò per camminare un po' siamo costretti a ripercorrere più volte, avanti e indietro, lo stesso breve tratto di costa. Per lo meno in questa parte dell'isola sono fatte di sabbia e non di rocce come a Oia altrimenti passeggiare a piedi nudi al chiarore della luna sarebbe stata un'impresa impossibile.

Non so esattamente di che cosa mi voglia parlare ma, a giudicare dal modo in cui continua a passarsi le dita tra i capelli, sembra piuttosto nervoso. Trascorrono diversi minuti prima che uno dei due trovi il coraggio di dire qualcosa ed è proprio Alex a rompere per primo quel silenzio carico di tensione.

- Si può sapere che diavolo stavi facendo poco fa? Fino a dove ti saresti spinta se non vi avessi interrotti? - il suo tono accusatorio non mi piace proprio per niente. Credevo avesse intenzione di chiarire le cose tra noi ma a quanto pare è venuto solo per dirmi che disapprova il mio comportamento.

- Cosa? - ringhio in preda alla rabbia, sta scherzando spero? È tutta la giornata che si spupazza la biondina ed ora ha il coraggio di venire a fare la morale a me? No questa volta non gliela lascio proprio passare liscia.

- Non fare la finta tonta sai bene a cosa mi riferisco! Per la miseria hai un ragazzo a casa e ti metti a fare la scema con il primo tizio che ci prova? Non me l'aspettavo proprio da te - credo che gli occhi mi stiano per uscire dalle orbite, non ci vedo più dalla rabbia.

- Come ti permetti di giudicare il mio comportamento senza avere la minima idea di come stanno le cose tra me e Fede, proprio tu che non hai fatto altro che flirtare con sua sorella per tutto il giorno! Non credo che la tua ragazza sarebbe molto contenta di sapere che fino a poco fa ballavi avvinghiato a quella sottospecie di Barbie! - infuriata accelero il passo per superarlo ma lui mi trattiene. Ora siamo fermi sul lungomare uno di fronte all'altra a sputarci addosso quello che abbiamo trattenuto per troppo tempo.

- Io non ero avvinghiato proprio a nessuna! Non è colpa mia se lei non capisce che non è il caso di insistere! - cerca di giustificarsi ma io sono talmente fuori di me che neppure ascolto quello che ha da dirmi.

- Ora sarebbe lei a non capire? A me sembra che sia tu a non essere abbastanza convincente. Vi ho visti prima e non mi è parso che ti lamentassi mentre ti si strusciava addosso senza ritegno, ci mancava poco che te lo prendesse in mano davanti a tutti! - non riesco a credere di averlo detto davvero ad alta voce. In altre circostanze avrei sicuramente messo un freno alla mia linguaccia ma in questo momento sono troppo arrabbiata per riuscire a controllarmi.

- Ti garantisco che le sue mani sono sempre rimaste ben lontano dalle mie parti intime, se così non fosse credo che me ne sarei accorto! - neppure lui si aspettava una simile uscita da parte mia tanto che i suoi lineamenti, corrucciati fino a pochi secondi prima, si distendono e si lascia scappare un accenno di sorriso. La sua espressione meravigliata e insieme offesa è talmente buffa che non riesco proprio a trattenermi dallo scoppiare a ridergli in faccia. Forse è solo un modo per sfogare tutta la tensione e la rabbia che sto provando in questo momento ma funziona, è piuttosto liberatorio e mi fa sentire subito meglio.

Appoggio la fronte sul suo petto incapace di smettere di ridere e di trattenere le lacrime che ora rigano il mio volto. Non so fino a che punto il mio pianto sia provocato da quel riso incontrollato e non dal susseguirsi di emozioni che mi travolgono con la violenza di un'onda indomabile che spazza via ogni cosa ostacoli il suo cammino.

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