Capitolo 22

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12 Gennaio

Finisco di riporre i bicchieri sul ripiano accanto alla spillatrice e per l'ennesima volta controllo lo stato dei miei capelli raccolti in una coda alta. Di solito non mi preoccupo troppo del mio aspetto ma stasera dovrebbe passare Alex, perciò ho pensato di mettere un leggero strato di fard sulle guance e un po' di matita nel contorno occhi per dare un minimo di colorito al mio volto pallido.

Sono quasi le dieci e, come previsto, non ci sono molti clienti al Collins.

Penelope, appena rientrata da una pausa sigaretta, sta preparando i cocktail ordinati da alcuni clienti arrivati durante la sua assenza.

Sono due giorni che mi rivolge la parola solo per ragioni strettamente attinenti al lavoro. Sapevo che la mia bugia avrebbe portato delle conseguenze, ma che altro avrei potuto fare?

- E comunque, se t'interessa saperlo, il mio dolce paparino si è fatto vivo solo per comunicarmi che la sua compagna è di nuovo gravida - il tono della sua voce, particolarmente astioso, non promette nulla di buono ma almeno ha ripreso a parlarmi.

Penelope odia la nuova famiglia del padre e considera la sua compagna unica responsabile della separazione dei genitori. In più, da quando è nato il primo figlio della coppia felice, suo padre ha cominciato a trascurare Penny ancora di più di quanto già non facesse.

- Sono stata davvero una stupida a credere che volesse solamente trascorrere del tempo con me, anzi no, è tutta colpa tua! Io l'avevo capito che c'era qualcosa sotto, sei stata tu a convincermi ad accettare l'invito! - appoggia con così poca delicatezza la bottiglia sul bancone che per un momento temo possa andare in mille pezzi.

- Mi dispiace... - Penelope non è una persona facile da gestire, spesso anch'io devo trattenermi dal prenderla a male parole, questo però non giustifica il comportamento del padre.

- Se mi avessi detto dell'appuntamento col ragazzo della palestra non ci sarei andata te e mi sarei risparmiata l'ennesima delusione - Penny si appoggia al bancone dando le spalle all'entrata.

- Prima o poi te l'avrebbe detto comunque - provo a difendere la mia decisione ma lei non ha alcuna intenzione di farmela passare liscia.

- Non solo la mia migliore amica mi pugnala alle spalle decidendo di tenermi all'oscuro dell'evento che aspettavo da mesi, ma mi è anche toccato un pomeriggio di sorrisi falsi che avevano il solo scopo di preparare il terreno per la notizia del secolo. Ma se pensa che accoglierò quella piccola nana a braccia aperte si sbaglia di grosso! - le accarezzo un braccio per cercare di calmarla ma lei si ritrae.

- Ora non esagerare e cerca di essere obiettiva. I bambini non hanno niente a che fare con l'incapacità di tuo padre di mantenere un rapporto equilibrato con te. Fregatene di lui e cerca di instaurare una relazione almeno con loro, sono sicura che saresti una sorella maggiore fantastica - lei mi lancia uno sguardo che non ha bisogno di spiegazioni.

- È inutile che cerchi di ammansirmi, non ci casco. Sono ancora arrabbiata con te e ci vorrà ben più di qualche frase carina per farmela passare! -.

Il campanello sulla porta d'ingresso attira la mia attenzione spingendomi ad alzare la testa appena in tempo per vedere il bellissimo ragazzo moro che stavo aspettando fare il suo ingresso nel locale.

- Bene, visto che evidentemente non hai più bisogno di me andrò a fumare un'altra sigaretta -.

- Non credi di essere già abbastanza nervosa di tuo senza bisogno di aggiungere altra nicotina al cocktail esplosivo? - Penelope non aggiunge altro, gira sui tacchi e, offesa, si allontana.

- Ehi come va? – nel frattempo Alex ha raggiunto il bancone e mi rivolge il solito sorriso sghembo.

- Tutto ok e tu? -.

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