Capitolo 5

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Dopo essere fuggita dalla palestra, raggiungo direttamente il Collins. Lavoro al locale da un paio di settimane ormai e mi trovo benissimo.

Giovanni, il proprietario, è un uomo particolarmente disponibile e cortese. Ama incondizionatamente l'Irlanda, paese dove lui e la moglie, un giorno, intendono trasferirsi in maniera definitiva.

Per questo quando ha aperto il Collins, diversi anni fa, ha cercato di ricreare in tutto e per tutto l'ambiente tipico di un Irish Pub tradizionale.

Il locale è piuttosto ampio; l'arredamento, in classico stile Vittoriano, si caratterizza per la presenza di numerosi divani dalle forme sinuose e dalle sedute confortevoli. Anche la scelta dei colori non è casuale. Le tinte sono accese e i contrasti cromatici regalano un tono decisamente chic a tutto l'ambiente.
I tavoli e le sedie sono tutti rigorosamente in legno di noce scuro così come l'enorme bancone che si staglia al centro del locale.
Giovanni mi ha spiegato che in origine i pub irlandesi svolgevano anche attività di vendita al dettaglio di liquori perciò banconi e scaffali occupavano la maggior parte dello spazio disponibile. Nel corso degli anni questa attività è stata completamente dismessa ma molti locali non hanno ammodernato i loro arredamenti conservando le caratteristiche di un tempo e anche lui, pur non condividendone l'origine storica, ha voluto riproporre nel suo locale lo stesso stile.

Il pub è molto frequentato, soprattutto durante i week end, Gio' ha saputo creare un ambiente confortevole nel quale è piacevole trascorrere qualche ora in compagnia.

Ho instaurato un ottimo rapporto con entrambi i proprietari. Giovanni ha una ventina d'anni più di me ed è un omone enorme, supera il metro e novanta e ha una corporatura massiccia. A un primo impatto potrebbe incutere un po' di paura ma, conoscendolo, ti rendi subito conto che non è altro che un orsacchiotto morbidoso, non farebbe male a una mosca.

Gli occhi nocciola e i riccioli castani ne addolciscono il volto e infondono tranquillità e sicurezza nelle persone che hanno a che fare con lui.

Sua moglie Rosa è una persona decisamente più complicata.

Tanto quanto lui è calmo e razionale lei è imprevedibile e irruenta, una vera e propria tempesta che si scatena quando meno te lo aspetti.

Il suo viso, dai lineamenti delicati, è coperto di efelidi e contornato da una folta chioma di capelli fulvi. Ha vivaci occhi verdi e sopracciglia ben definite che rendono il suo sguardo particolarmente intenso. Ha l'aspetto del fuoco e lei è esattamente ciò che sembra: fuoco vivo!

Il medico le ha ordinato di stare a riposo ma Rosa non ne vuole sapere, per tenerla lontana dal suo locale bisognerebbe incatenarla al letto.

I miei titolari abitano in un piccolo appartamento proprio sopra al Pub e questo di certo non aiuta Giovanni a tenerla lontano da quello che lei definisce "il suo primo bambino": il Collins.
Oltre a me e a Penny, in sala lavora anche Lucia, la sorella minore di Rosa.

Quando mi hanno detto di essere sorelle stentavo a crederci, non si somigliano per niente, né fisicamente né caratterialmente. Lucia è decisamente più alta, ha lunghi capelli castano scuro, lisci come spaghetti e un temperamento decisamente più mite di quello della sorella.

Lavora al locale solo occasionalmente, Giovanni la chiama quando prevede un grande afflusso di clienti o deve sostituire qualcuno che non si è presentato al lavoro.

In cucina invece ci sono Carlo e Josè.

Carlo è il nostro cuoco e una cosa è certa: con Cracco ha in comune solamente il nome. È un po' più basso rispetto a Giovanni ma molto più paffuto, ha esattamente l'aspetto che secondo me dovrebbe avere ogni cuoco. Se uno è tanto innamorato della cucina da farne il proprio mestiere, la sua passione dovrebbe riflettersi anche nel suo aspetto.

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