Capitolo 56

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Due settimane dopo, metà del mese di luglio.

- Un'acqua tonica, una Coca Cola light e un tè alla pesca grazie - mi sollevo sulle punte sporgendomi il più possibile oltre il bancone per recuperare un vassoio e posizionarlo sul piano proprio davanti alla mia amica che mi osserva con aria perplessa.

- Te lo ricordi vero che non lavori più qui e pago una ragazza apposta per venire a prendere le ordinazioni ai tavoli? - sollevo gli occhi al cielo e mi sistemo meglio sullo sgabello in attesa che si decida a smettere di fare polemica e riempia i bicchieri con ciò che le ho ordinato.

- Se mi autorizzi scavalco e ci penso io alla nostra ordinazione - la punzecchio ben consapevole di quanto sia gelosa del suo locale. Penelope rivolge molte più attenzioni al Collins che al povero Loris.

Come mi aspettavo le mie parole la scuotono all'istante e meno di mezzo minuto dopo i bicchieri sono pieni e pronti per essere serviti.

- Grazie - le mando un bacio volante al quale Penny risponde con una leggera smorfia.

Tra un paio di settimane inizierà il consueto periodo di sospensione feriale dei termini che si protrarrà fino alla metà del mese di settembre. Durante questo lasso di tempo non si svolgeranno udienze in tribunale, eccezion fatta per quelle caratterizzate da necessità e urgenza, il carico di lavoro si ridurrà drasticamente e molti studi legali chiuderanno per diversi giorni o comunque ridurranno i loro orari di apertura.

Io, Edoardo e Sara stiamo approfittando di quest'ultimo periodo che precede la quiete per concentrarci sulla preparazione di quello che è già stato definito da molti giornali come "il processo del secolo". La famiglia De Serio è una delle più potenti e blasonate della provincia ed è stato inevitabile che la notizia trapelasse.

E quale luogo meglio del locale dove ho trascorso le ore più spensierate della mia vita sarebbe stato più adatto ad assistere alla nascita di un evento che farà parlare di sé per mesi e mesi?

Quando raggiungo il nostro tavolo, quello proprio accanto all'ingresso, Edoardo e Sara sono ancora esattamente al punto in cui li avevo lasciati qualche minuto prima. Li adoro e mi piace lavorare con loro ma a volte sono puntigliosi fino allo sfinimento. Sarà la centesima volta che li sento ripetere le stesse identiche frasi! Capisco che bisogna essere precisi e prevedere ogni possibile risvolto della causa ma così è troppo! Anche Perry Mason li avrebbe già mandati a quel paese ed io ho sicuramente molta meno pazienza di lui. Sento che mi sta per venire l'orticaria.

Svuoto il vassoio senza che neppure si accorgano della mia presenza e decido di riportarlo subito al suo posto tanto non mi sembra che qui abbiano bisogno di me, quei due se la cavano benissimo da soli. Ripercorro a ritroso la distanza che separa il nostro tavolo dal bancone e, esattamente come poco fa, mi sporgo oltre il piano per rimettere il vassoio al suo posto.

Lascio cadere dolcemente il mio peso su di uno sgabello poggiando i gomiti sul bancone di legno massiccio, accompagnando ogni gesti con un profondo sospiro per attirare l'attenzione della mia migliore amica.

- Sei dinuovo qui? Non dovevi aiutare i tuoi colleghi a preparare la causa contro il viscido figlio di papà? - mi guardo le dita con fare annoiato, da quando la mia vita è diventata così monotona?

- Oh credimi ho già dato il mio contributo! È la sesta volta che ripercorrono la strategia processuale per non lasciare nulla al caso. Scommetto che anche il tizio seduto al tavolo accanto l'aveva già imparata dopo la terza! -

- Sono avvocati... - la guardo leggermente indispettita da quel commento.

- Cosa vorresti dire? Anche io lo sono! - mi affretto a puntualizzare guadagnandomi una sua risata divertita.

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