Capitolo 25

52 1 0
                                    

24 Gennaio

Maledizione a quei due e a tutti i loro bei discorsi sulla necessità di lasciarsi andare e non farsi troppe paranoie. Forse credevano di darmi una mano con i loro consigli e invece non hanno fatto altro che accrescere la mia agitazione.

Fino a poche ore fa ero su di giri, ma tutto sommato non mi sentivo particolarmente tesa. Dopo il loro intervento, invece, è come se dall'esito di questa serata dipendesse la sopravvivenza dell'intera umanità.

In macchina Alex ha cercato di avviare una normale conversazione ma io ero troppo tesa per collaborare. E quella tensione mi ha seguita fino a quando, nel parcheggio del ristorante, lui ha finalmente deciso di prendere in mano la situazione parandomisi davanti con aria preoccupata.

- C'è qualcosa che non va? - mi sfiora appena un abbraccio percorrendo il tratto che va dal gomito al polso per poi intrecciare le sue dita alle mie. - Da tua sorella mi era sembrato che ti fossi sciolta un po' ma ora sento di nuovo il rumore delle rotelline che girano ininterrottamente nella tua testa... non so che cosa sia cambiato in questi pochi giorni ma... cerca solo di rilassati e goditi la serata – la capacità con la quale mette a nudo la mia anima mi spaventa e tranquillizza allo stesso tempo.

Appoggio il viso sul suo petto e mi lascio coccolare dal calore che sprigiona dimenticando che stavo per mandare tutto a monte a causa delle mie stupide insicurezze.

Visto il modo in cui è finita la mia ultima relazione credevo che in futuro sarei stata più diffidente nei confronti dell'altro sesso ma ora che mi stringe fra le sue braccia mi rendo conto che, anche se lo conosco a malapena, di Alex mi posso fidare.

Mano nella mano ci avviamo verso l'ingresso del locale che ha scelto per il nostro appuntamento: "La Taverna sul lago".

Il posto è molto frequentato durante la stagione estiva per via del grande parco che, durante l'estate, si trasforma in un vero e proprio dehor a cielo aperto.

Io però lo preferisco in inverno, quando non è assediato da turisti desiderosi di far festa e divertirsi, ma immerso in un clima decisamente più rilassato e discreto.

La sala è piccola ma molto accogliente. Gli arredamenti in legno di noce e i colori caldi contribuiscono a creare un ambiente intimo e familiare. E poi, si mangia divinamente e questo è certamente un dettaglio non trascurabile per una che, come me, non va avanti a insalata e verdurine.

Non so se sono state le sue parole o l'ambiente familiare, ma basta varcare la soglia del locale perché tutte le preoccupazioni rimangano fuori.

La serata procede alla grande, di solito sono timida e impacciata ma con Alex riesco a parlare di ogni cosa senza temere di essere giudicata.

- Il giorno della festa di Halloween al Collins stavo per chiederti di uscire - la ricordo bene quella sera, un attimo prima tutto filava liscio e l'attimo dopo Luca si è abbattuto su di noi come un tornado pronto a rovinare ogni cosa.

- E perché poi non l'hai fatto? - credo di conoscere già la risposta ma voglio sentirla dalle sue labbra.

- Diciamo che si sono susseguiti una serie di eventi che mi hanno fatto capire che forse non era il momento giusto - non può seriamente pensare che questa risposta soddisfi la mia curiosità.

- Quali eventi? -.

- Per cominciare quando ti ho toccata ti sei ritratta. Non era certo quella la reazione che mi sarei aspettato, mi è sembrato quasi che la cosa t'infastidisse. Poi... è arrivato il tuo ex e le cose sono degenerate. Ho pensato che avessi ancora bisogno di tempo prima di uscire di nuovo con qualcuno e mi sono fatto da parte - maledizione, sapevo che aveva mal interpretato sia il mio gesto affrettato che le parole impulsivamente uscite dalla mia bocca.

Sei tu il mio "tanto così"?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora