Capitolo 47

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Mese di ottobre. Una settimana dopo.

- Pensi seriamente che io mi beva le tue stronzate? Ti ricordo che noi due ci conosciamo da quando ancora te la facevi nel pannolino, non credere di potermi prendere in giro tanto facilmente! - Penny mi guarda scettica mentre, con il viso parzialmente nascosto dietro al menù, finge da almeno dieci minuti di esaminare le proposte del giorno.

- Vorresti davvero farmi credere che tu e Mister Testosterone avete dormito nello stesso letto e tra voi non è successo niente? Neppure una toccatina involontaria o un innocente bacetto? Ma per chi mi hai presa? -.

Mi sistemo meglio sulla sedia cercando di mettere a posto la gonna che continua a risalirmi lungo le cosce.

- Quante volte te lo devo ripetere! NON È SUCCESSO ASSOLUTAMENTE NIENTE! Abbiamo dormito e basta! - continuo a giocherellare con la forchetta, infastidita da quella specie di interrogatorio a cui Penelope ha deciso di sottopormi sin dal primo istante in cui abbiamo messo piede in questo ristorante, ma ciò che più di tutto mi innervosisce è la sua evidente riluttanza nel credermi.

Sapevo che la nostra consueta serata tra amiche si sarebbe trasformata in una specie di terzo grado ed aver lasciato passare un'intera settimana prima di raccontarle del mio casuale incontro con Alex non ha fatto che peggiorare la situazione.

Conosco abbastanza bene Penelope da sapere che è solita reagire in maniera spropositata di fronte ad ogni notizia, anche quella più insignificante, perciò inizialmente avevo pensato di tenerla all'oscuro di tutto, ma quest'assurda idea mi ha abbandonata appena un attimo dopo averla anche solo presa in considerazione e questo per due ragioni:

Numero uno: Penelope si accorge sempre quando le sto mentendo o anche solo nascondendo qualcosa ed allora mi tortura fino a quando non le ho confessato ogni mio più sordido segreto. L'ultima volta è riuscita persino a farmi rivelare che in terza media mi ero presa una cotta stratosferica per il nostro professore di matematica, cosa che lei aveva sempre sospettato ma che, fino a quel momento, non aveva mai trovato conferma da parte mia.

Numero due: da quando ho cominciato la pratica forense, lasciando il vecchio lavoro al Collins, le occasione per vederci sono diventate sempre più rare perciò ci siamo ripromesse di uscire a cena insieme almeno una volta al mese, un impegno che nessuna delle due fino ad ora ha mai disatteso nonostante i numerosi impegni tra i quali siamo costrette a barcamenarci.

E cosa c'entra questo con il tenergli nascosto il mio incontro con Alex? C'entra eccome visto che da qualche mese alle nostre serate per sole donne si è unita anche Sara, la mia collega di studio. La stessa Sara che mi tiene il muso da giorni per averla resa involontariamente mia complice costringendola a coprirmi con Edoardo affinché le mie bugie non venissero scoperte.

Viste le circostanze non potevo certo aspettarmi che la biondina questa sera evitasse di tirare fuori l'argomento, come fa tutti i giorni da quella dannata notte, e se Penny lo fosse venuto a sapere da lei... allora si che avrei potuto considerami ufficialmente morta.

Così oggi pomeriggio ho preso il coraggio a due mani e l'ho chiamata per confessarle tutto ma questo non è stato sufficiente per placare la sua ira. A quanto pare, l'aver atteso così a lungo per lei rappresenta un imperdonabile mancanza di fiducia sulla quale non intentende in alcun modo soprassedere. Me la farà pagare cara lo so!

E così ci ritroviamo qui, sedute attorno ad un tavolo, circondate da decine di persone che ridono e scherzano, con me che boccheggio incapace di formulare una frase di senso compiuto, Penny che sfoga la sua ira torturandomi con le sue domande senza mostrare un minimo di compassione e Sara che se la ride sotto i baffi, contenta che la mia amica mi stia dando la lezione che merito per essermi, ancora una volta, cacciata in una situazione assurda.

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