4.

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Mi sveglio di soprassalto sedendomi, nel bel mezzo della notte, con la fronte imperlata dal sudore.

Il solito sogno;

Il solito luogo;

Le solite sensazioni;

Il solito ragazzo irriconoscibile.

Mi sdraio cercando di prendere sonno, ma dopo una buona mezz'ora, ottenendo scarsi risultati, indosso una vestaglia di seta verde, le ciabatte di gomma del medesimo colore e mi alzo.

Afferro la bacchetta sul comodino e il tempo di girarmi vado a sbattere contro una delle assi del letto a baldacchino.

Impreco sottovoce e guardo nella direzione del letto di Katlynn sperando che stia ancora dormendo.

Notando che non si muove sospiro di sollievo e cammino a passo felpato verso la porta. Quando la apro cigola leggermente e la mia migliore amica si rigira su sé stessa pronunciando parole incomprensibili.

La richiudo dietro di me facendo attenzione e scendo in Sala Comune.

Mi guardo un po' attorno e analizzo meglio la stanza rispetto a prima.

Ci sono due divani non troppo grandi tra i quali è situato un tavolino di legno nero, un camino davanti ad essi, un tavolo più grande e una piccola libreria con qualche libro.

Osservo i vari volumi e all'occhio mi salta subito 'Orgoglio e Pregiudizio' di Jane Austen, ho sempre amato questo romanzo. Mi siedo su un divano e comincio a leggerlo.

Ho la strana sensazione di essere osservata ma faccio finta di nulla. Dopo svariati minuti quel sentore non passa e decido di distaccarmi dall'opera.

Noto un'ombra nera dietro un angolo ma appena sposto lo sguardo per alzarmi non si trova più nel punto di prima.

"Ehi, se c'è qualcuno che abbia le palle e si faccia vedere. Odio questo genere di scherzi", l'ultima frase la sussurro camminando.

Non arrivando nessuna risposta e non comparendo nessuno scuoto la testa cercando di autoconvincermi di aver immaginato tutto.

Appena mi avvicino alla libreria, noto nello spazio vuoto uno strano luccichio rosso e mi sembra quasi di vedere un rubino. Quando cerco di infilare la mano un rumore mi fa sussultare facendomi inciampare.

Prima che possa cadere, però, due mani si posano sui miei fianchi tenendomi.

Alzo il viso di scatto e mi ritrovo davanti due occhi castani inconfondibili.

"Non si ringrazia più?", chiede sfoggiando un sorrisino irritante.
"Grazie. E per inciso, lo faccio solo perché sono una ragazza educata", dico staccandomi.

Scuote la testa e cambia discorsi chiedendomi:"Comunque, che ci fai qui?".
"Beh, fino a prova contraria la Sala Comune è aperta a tutti i Serpeverde", rispondo, "È vero, ma non è un orario consono", afferma. "Allora, a questo punto, potrei porti anch'io la stessa domanda", incrocio le braccia sotto al seno, "Touchè".

"Solo una cosa. Eri tu che mi spiavi prima?", chiedo curiosa.
"Piccola, mi dispiace smontare i tuoi castelli, ma non sei al centro del mondo", sbuffo e poso il libro non vedendo più lo scintillio di prima, tuttavia non gli do importanza.

"Ci si vede", faccio un cenno con la mano e mi avvicino alle scale.
"Te ne vai così presto?", "Beh, la compagnia non è delle migliori, quindi", mette una mano all'altezza del cuore in maniera teatrale dicendo:"Così mi ferisci Scarlett".

"Sìsìsì, molto divertente, hai delle grandi doti da attore. E devo ammettere che non è la prima volta che me lo dimostri, con gli anni in cui hai finto di essere il mio migliore amico dovrei essere abituata".
Mi guarda senza aggiungere altri e dandogli una spallata torno in camera.

Katlynn sta ancora dormendo, così ritorno a letto cercando di fare meno rumore possibile e mi addormento.

La mattina successiva sento qualcuno scuotermi delicatamente.
"Scarlett, alzati, non vorrai fare tardi il tuo primo giorno", mugolo qualcosa in qualche lingua inesistente e mi giro dal lato opposto.
"Scar, sai che ti voglio bene, ma non mi creo problemi a spingerti giù dal letto", non le rispondo e metto un cuscino sulla testa per evitare di sentirla ulteriormente.
"L'hai voluto tu", la sento pronunciare un incantesimo e all'improvviso mi ritrovo con il sedere per terra.

"Kat!", urlo massaggiandomi una natica. "Io ti avevo avvertita", fa spallucce, "Bene, ti avviso, se ti trovo qui quando mi alzo ti lancio una delle maledizioni senza perdono", ride. "So che non lo faresti mai", afferma tranquilla, "Già, ma dopo una nottata di merda e un risveglio così avrei i miei dubbi", dico mettendomi in piedi.

"Di nuovo quel sogno?", chiede appoggiandosi al muro, "Sì...", abbasso lo sguardo.
"È successo qualcos'altro?", sospiro e decido di confessarle la verità.
"Verso le 4:00 di stamattina sono scesa in Sala Comune e...", lascio la frase in sospeso, "E?", mi incita a terminarla, "E ho incontrato Mattheo".
Il suo sguardo diventa indecifrabile ed emette un semplice:"Oh".

"Ti ha fatto o detto qualcosa?", domanda successivamente.
"Mi ha solo afferrata prima che cadessi", annuisce con poca convinzione.
"Ehi, tutto bene?", "Certo, ti aspetto in Sala Grande", e prima che possa risponderle esce dalla camera. 

You complete me || Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora