"Aiutami Emma, salvami" le sue parole rimbombano nella grande cucina e fanno esplodere il mio petto.
"Sono come queste bottiglie io in questo momento" dice indicando il pavimento.
"Sono distrutto, aiutami a rimettere insieme i pezzi, se puoi, Emma" mi fissa dritto negli occhi con quello sguardo lacerato, triste e cupo, riesco a capire i suoi sentimenti e quello che sta provando lui in questo momento, attraverso gli occhi."Ti aiuto, Zac." Faccio un sospiro per cercare di cancellare per un secondo tutto quello che è successo e di ricordarmi solo di quel giorno, al lago, quando ancora non sapevo quello che sarebbe successo, quando ero ignara dei sentimenti che poteva esprimere un ragazzo introverso come lui, quando non sapevo che questo ragazzo totalmente differente da me, in realtà è la mia anima gemella.
Un'altra lacrima scende dai suoi occhi spenti.
"Me lo fai un sorriso?" Chiedo guardando il suo viso bagnato e consumato.
"Non riesco, Emy" abbassa la testa e inizia di nuovo a singhiozzare.Mi schiaffeggio mentalmente per la domanda che gli ho appena posto. Se fossi stata al mio posto zitta e di parte.
"No, Zac, non piangere. Ti prego" gli alzo il viso umido prendendolo tra le mie mani.
"Baciami" quasi me lo ordina.
In pochi secondi le mie labbra sono sulle sue in questo umido bacio.
Il suo fiato mancante e disperato si unisce al mio più tranquillo e preoccupato, formando due sinfonie di sensazioni diverse ma collegate in un certo senso."Promettimi che non mi lascerai mai" dice ancora con le labbra sulle mie.
Per un attimo mi irrigidisco. Non posso promettere cose che so che potrei non mantenere. Io non voglio lasciarlo, non voglio farlo, semplicemente osservando cos'è successo lasciandolo solo per un giorno.
Non riuscirei a vivere senza di lui, e lui probabilmente non riuscirebbe a vivere senza di me, ma non posso promettere qualcosa di cui non sono sicura.
Se non mantenessi la promessa i sensi di colpa mi si rigetterebbero addosso, se invece la mantenessi potrei dire di essere stata fedele al nostro amore e alla nostra ancora giovane relazione.Credo di non volere nessuna delle due, non potrei sopportare una delusione di tali proporzioni come quella di un tradimento, ma non riuscirei neanche a sopportare una vita da monotona coppietta innamorata che si sfiorano le labbra come buongiorno, si va a scuola e ci si sfiora di nuovo le labbra come buonanotte.
Voglio vivere questa relazione al momento, non voglio essere troppo esigente da questa cosa, ma non voglio neanche prenderla alla leggera. Zac è ed è stato l'unico ragazzo che io abbia mai avuto seriamente. Lo amo, lo amo con tutto il cuore, lo amo "to the moon and back" come si dice adesso.
Non voglio fare la vita di coppia, ma non voglio dover subire i sensi di colpa se questa promessa non verrà mantenuta.
"Zac, io non posso fare promesse che so che potrei non rispettare. Non te lo prometto, ma ti giuro che ci proveremo, insieme" cerco di alleggerire la cosa dato che l'aria di questa enorme cucina sembra essere stata risucchiata.
Si alza in piedi di scatto e mi fissa dritto negli occhi, con l'espressione iniettata di sangue.
"Tu..cosa..Emy?" Chiede quasi dubbioso, ma c'è un accenno di stupefazione dietro a questa frase.
"Zac, io non faccio mai promesse perché la mia vita mi ha sempre riservato brutte notizie o imprevisti. Insieme continueremo questo cammino, anzi, io la chiamerei corsa, dato che ci rincorriamo l'uno con l'altro." Accenno un sorriso, ma lui non ci fa nemmeno caso.
"Emy, non puoi farmi questo" sento la sua voce che cambia da arrabbiata e tesa a triste e ammaccata."Non stai soffrendo solo tu, Zac" forse era meglio se avessi evitato di dirlo.
"Esci di qui, Emma" mi chiede quasi con tono tranquillo.
"Io cosa, Zac?" Chiedo facendo un passo avanti schiacciando i pezzi di vetro per terra provocando un fastidiosissimo tintinnio."Hai sentito bene, Emma" fa un passo indietro, quasi sfidandomi con lo sguardo.
"Zac, ma, non capisco" guardo fuori dalla finestra dietro di lui e quasi mi viene da ridere."Allora sarà meglio che inizi a capire qualcosa, ogni tanto" alza il tono di voce.
Non mi sarei mai aspettata una reazione del genere da lui, non posso credere che stia succedendo, dopo che mi ha implorato di aiutarlo a rimontare i suoi pezzi rotti."Ecco cosa ti succede, Zac. Tu mi chiedi di aiutarti ad aggiustarti, ma poi con una parola smonti di nuovo tutto. Tu sei fatto così, sei nato per auto distruggerti e per distruggere gli altri. Perché sì, Zac, mi stai distruggendo." Mi giro e cammino velocemente fuori dalla cucina.
"Te lo ripeto, e spero che sia l'ultima volta di doverlo fare.
Questa porta," indico la porta d'uscita di casa.
"Quando tu mi avrai fatto uscire da questa porta non mi vedrai più." Ovviamente non so quello che sto dicendo, ma voglio cercare di mantenere la mia instabile posizione per non crollare davanti a lui."Fai come ti pare" dice con tono freddo appoggiando la bottiglia di vodka alla bocca.
Rimango letteralmente pietrificata.
Non voglio uscire da quella porta, ma Zac non mi da scelta. Questo è quello che vuole, e questo è quello che avrà.
È dura sentirsi dire queste cose, queste cose che ti sbriciolano il minimo di dignità che rimane nel tuo corpo, queste cose che ti polverizzano l'anima e qualsiasi buon sentimento che tu possa provare verso una persona.
Sono queste piccole-grandi cose a rovinare sempre tutto.Faccio come dice, ed esco da quella porta, facendo cenno di 'no' con la testa a Nicole.
Non posso evitare di scoppiare in lacrime appena entro nell'ascensore.
Arrivo al piano terra ed esco correndo dal palazzo.
"Signorina, signorina tutto bene?" Mi chiama Andrew.
Non rispondo, anche se per la sua gentilezza e cordialità, almeno un cenno con la testa potrei farglielo.Esco dal grande portone e, ovviamente, il telefono nella tasca dei miei pantaloni vibra.
"Pronto" dico singhiozzando. Non ho neanche visto chi è.
"Ciao Emma, come mai singhiozzi? Va tutto bene? Volevo chiederti scusa per l'altro giorno, per averti detto quelle cose su due piedi. Vorrei ricominciare tutto da capo" non riesco a realizzare chi sia a parlare.
"Ma chi sei?" Chiedo dubbiosa con la voce nasale.
"Sono papà, Emy"
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No Sense
FanfictionIl suo brutto carattere e la sua introversione mi sconvolge. È proprio questo quello che mi fa innamorare di lui, delle sue imperfezioni, del suo brutto carattere, del modo in cui mi guarda, di lui. Questa cosa NOn ha SENSo -Chia -Cami