POV'S Zac
"Scusatemi" mi alzo dal tavolo velocemente facendo stridere la sedia sul pavimento.
Giulia mi fa un sorriso e abbassa lo sguardo mentre esco dalla cucina.Emma sta correndo su per le scale e la inseguo accelerando il passo.
Il grande tonfo della porta che sbatte riempie il piccolo spazio del corridoio al piano di sopra quando arrivo in cima alle scale."Emma" busso alla porta.
Spero per l'incolumità di questa porta che Emma mi apra subito.Sento che sta singhiozzando.
Appoggio la mano sulla fredda maniglia di acciaio e la porta si apre.Entro e lei è inginocchiata per terra con i capelli scompigliati e il viso bagnato dalle lacrime.
Non riesco a sopportare di vederla così.Velocemente mi inginocchio di fronte a lei e la stringo in un caldo abbraccio che lei accoglie e contraccambia.
"Vieni anche tu, per favore" non so cosa stia intendendo, ma mi sento oltremodo obbligato ad annuire.
"Certo, Emma" le accarezzo i lunghi capelli che le cadono sulla schiena.
"Non voglio andare da sola da Benson, anzi, non voglio andarci proprio" mi guarda negli occhi.
Ha il viso sommerso dalle lacrime, passo il pollice sul suo zigomo per asciugarlo."Tranquilla. Ci sarò io con te" cerco di rassicurarla e un leggero sorriso compare sul suo viso.
"Ti aiuto a fare la borsa" mi alzo da terra afferrandole la mano e lei si alza con me.
Mentre si alza, inciampa nel suo piede cadendomi addosso.
Il suo viso a pochi centimetri dal mio.Mi avvicino di più a lei, fino a poter sentire il suo leggero respiro sul mio mento.
"A-aiutami a fare la borsa" si stacca da me.Che rabbia.
"C-certo" rimango impalato in mezzo alla stanza perché non so cosa potrei fare per aiutarla.
Apre un cassetto e tira fuori due canottiere colorate, un paio di pantaloni neri aderenti e apre un cassettino più piccolo.
Mi guarda imbarazzata e tira fuori tre paia di mutandine.
Faccio un sorriso e mi metto una mano fra i capelli, imbarazzato forse più di lei.Sorride e mette tutto dentro una borsa.
"Senti, credo che dovrei prendere un..vestito da mettere alla sua..festa." Suggerisce.
"Non se ne parla. Non devi essere elegante per lui" il mio imbarazzo si trasforma in un profondo odio."Oh. Ok" chiude la borsa e prende un astuccio con dei trucchi e uno spazzolino.
"Ma partiamo stasera?" Chiedo.
"Sei sicuro che non sia un problema?" Mi chiede chiudendo la borsa.
"Non pensarlo nemmeno!" Mi avvicino accarezzandole la guancia.Mi sorride.
"Credo di si" mi risponde.
"Allora devo preparare la mia..borsa" mi sfrego il retro del collo."Va..bene. Ti accompagno a casa tua" mi fa un sorriso grandissimo.
Mi piace vederla sorridere, il suo sorriso mi contagia.
"Certo piccola" le sorrido.
"P-piccola?" Il suo sorriso scompare.
"S-scusami.." Abbasso la testa.
Si lancia tra le mie braccia e appoggia le sue candide e morbide labbra sulle mie.
La mia lingua scorre sul suo labbro inferiore facendola quasi gemere.
Amo sentirla stare così bene quando è con me. Solo con me.Qualcuno bussa alla porta.
"Sì..chi-chi è?" Chiede Emma allontanandosi da me.
La porta si apre.
Fortunatamente è Giulia e non Benson."Zac, vai con Emma?" Chiede.
"Si." Annuisco guardando Emma.
"Allora partite stasera. Dovresti fare subito la borsa, Benson ha intenzione di partire fra circa 2 ore" si appoggia al cornicione della porta."Okay, vieni Emy" le prendo la mano e ci dirigiamo verso l'uscita di casa.
"Dove andate, ragazzi?" Chiede Benson.
"Lontano da te" mi avvicino a lui con voce aspra.
Emy mi tira la maglietta per fermare un imminente pugno che potrebbe connettersi con la sua mascella.
"A preparare la sua borsa" dice Emy."Non metteteci troppo. Gloris ci sta aspettando" dice lui con la mocciosa in braccio.
"Non preoccuparti" Emma risponde con tono di superiorità è quasi mi spunta un sorriso."Gloris?" Le chiedo quando siamo fuori di casa.
"Sarà quella sua puttanella di moglie"
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No Sense
FanfictionIl suo brutto carattere e la sua introversione mi sconvolge. È proprio questo quello che mi fa innamorare di lui, delle sue imperfezioni, del suo brutto carattere, del modo in cui mi guarda, di lui. Questa cosa NOn ha SENSo -Chia -Cami