POV's Emma
Non credo di essere mai stata ad una cena del genere.
"Allora? Sei sveglia?" Zac mi sventola una mano davanti alla faccia.
"Oh, si, scusa" scuoto la testa e lo guardo.
"Io..credo che..dovrei chiedere a mia mamma per..stasera" balbetto e abbasso lo sguardo, girandomi di schiena.
"Emma, hai 18 anni. Credo che tu possa prendere da sola le tue scelte" il tono duro.
"Ne ho 17. Ma non importa. Va bene, va bene. Mi inventerò qualcosa" mi giro verso di lui.
"Oh" l'unica cosa che dice.
"Che..succede?" Cerco di incrociare il suo sguardo.
"Non avrai intenzione di denunciarmi, vero?" Ride.
"Per cosa?" A me la cosa non fa ridere.
"Beh, io ho 18 anni, tu 17. Potresti accusarmi di pedofilia" ride e io mi unisco a lui, in un certo senso mi sento sollevata. Stavano già iniziando a flasharmi dei film mentali preoccupanti."Oh, stanne certo" mi metto a ridere e lui si avvicina a me.
Con la mano mi sposta il ciuffo di capelli dalla fronte e avvicina la sua bocca al mio orecchio.
"Allora non darmi ragione per diventarlo" sento il suo fiato caldo che mi solletica il collo.
"Oh, stanne certo" faccio un sorrisetto e mi allontano.
"Allora? Ti cambi quei vestiti o credi di venire conciata così stasera?" Mi giro verso di lui sorridendo ma lui non ha neanche un accenno di sorriso. Ero convinta che stesse scherzando, anche se era ovvio che mi sarei cambiata.Credevo che stesse scherzando appena l'ha detto, ma ho colto la serietà nelle sue parole, e mi hanno bloccato.
"Oh, beh, certo" gesticolo.
"Portami a casa" Abbasso lo sguardo.
"Vieni" mi sorpassa.Attraversa tutta la casa e apre la porta d'ingresso, lasciandomi uscire.
Arriviamo nella hall e il portinaio si alza dalla sua poltrona di pelle nera, avvicinandosi alla grande porta di vetro d'entrata.
"Prego Signor Miller" dice lui.
"Prego Signorina" sorride a me.
Zac lo fissa mentre io esco dalla porta. Se gli sguardi fulminassero, Andrew sarebbe già morto. Credo che si chiami Andrew. Do' uno sguardo veloce al cartellino e questo me lo conferma."Potresti essere più gentile con lui. È sempre così carino con te" dico a Zac.
Si gira di scatto verso di me e i nostri visi sono vicini.
"Non parlare di uomini davanti a me. Mai."
Mi sorprende come abbia detto il 'mai', ma non posso credere che stia facendo il possessivo in questa maniera. Non è l'unico maschio che conosco.
"Non puoi fare così. Devi capire che non sei l'unico maschio che conosco. Non puoi fare così quando parlo con un uomo, ma neanche dovrei discuterci su queste cose. Nessuno fa come fai tu" agito le mani.
Mi blocca la mano afferrando il mio polso.
"Non alzare la voce con me" quasi sussurra."Ah si, stasera credo di non venire. Non ho tutta questa voglia" alzo le spalle.
"Oh, si che ne hai" stringe la presa al mio polso."Adesso vieni" mi strattona e si avvicina alla macchina.
"Sali" ordina.
"Si comandante" cerco di alleggerire l'aria sorridendo mentre apro la portiera, ma il suo sguardo fulminante uccide anche me.Mette in moto l'auto e in qualche minuto siamo a casa.
"Prego. Passo a prenderti alle 7" dice senza guardarmi."Beh, ciao" scendo dalla macchina e lo saluto attraverso una piccola fessura che tengo aperta tra la macchina e la portiera.
Sbatto la portiera e mi allontano, andando verso il portone.
Vorrei sentire i suoi passi pesanti che mi seguono, sentire la sua grande mano che mi blocca afferrando il mio polso, essere strattonata per farmi girare e schioccarmi un leggero bacio sulle labbra."Ciao tesoro" mi sussurra all'orecchio.
La sua macchina si allontana e rimango ferma davanti alla porta.Non me lo stavo solo immaginando.
È successo realmente.
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No Sense
FanfictionIl suo brutto carattere e la sua introversione mi sconvolge. È proprio questo quello che mi fa innamorare di lui, delle sue imperfezioni, del suo brutto carattere, del modo in cui mi guarda, di lui. Questa cosa NOn ha SENSo -Chia -Cami