Capitolo 51

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Mi pietrifico.
"T..tu n..non sei mio papà." Singhiozzo.
"Emy, ti prego, fammi spiegare. Ho sbagliato ad allontanarmi da voi, ma adesso voglio..recuperare. Voglio recuperare tutti i giorni che abbiamo perso" sta cercando di convincermi.
"Non dire cose di cui non hai la consapevolezza del significato" attacco.

Mi sento..quasi realizzata, nell'aver detto questa frase.
"Signorina, tutto bene?" Andrew esce correndo dal grande portone e mi appoggia una mano sulla spalla.
"Ehm..s-si" faccio un sospiro e abbasso lo sguardo.
"Ma lei sta piangendo?!" Mi alza il viso e incrocia il mio sguardo.
"N..no" scuoto la testa.
"Venga. Le offro una cioccolata" mi sorride e mi fa cenno di entrare.
"Non..vorrei..disturbare" dico imbarazzata.
"Non si preoccupi. Mi fa piacere avere un po' di compagnia ogni tanto" mi sorride e io faccio lo stesso, anche se potrei ammettere che questo sorriso non è una vera espressione che rappresenta la mia felicità.

"Mi..mi dia del '️tu', per favore" gli accenno.
"Oh, va bene. E tu chiamami pure Andrew" si avvicina al suo grande bancone con tante carte appoggiate ordinatamente sul tavolo, un lucido telefono nero con un filo attorcigliato è un computer di nuova generazione.

Credo che questa scrivania e il proprio contenuto valga più di tutta la mia casa. Sorrido all'idea.

"Ecco a te" mi sorride e mi porge un bicchierino di plastica marrone con un bastoncino trasparente dentro.
"Attenta, scotta" dice mentre lo prendo in mano.
"Grazie mille, Andrew" mescolo il liquido scuro e guardo i disegni a spirale che si formano nella schiumetta color nocciola.

"Cos'è..successo? Se non sono troppo..ecco..invadente" si siede sulla sua grande poltrona di pelle nera e mi fa cenno di sedermi sull'altra affianco a lui.

Non so se sono pronta per raccontare tutto l'accaduto, ad una persona che non conosco, quando ho appena assistito al giorno più brutto della mia vita.
"Beh.." Il mio 'fidanzato' ha violentato una ragazza, me lo dice così su due piedi, mi implora di aiutarlo e poi mi caccia fuori di casa perché non gli prometto che staremo per sempre insieme. "..nulla di che".

Picchietto con il bastoncino il fondo del bicchiere e sento il rumore dello zucchero che picchia sulla plastica.

"Non è una storia che regge, direi" mi sorride.
Alzo lo sguardo e all'inizio non capisco cosa sta intendendo, ma credo di capire a cosa si stia riferendo.

"Ho..litigato con..Zac" cerco di rimanere più tranquilla possibile, anche se piano piano il mio cuore si sta disintegrando ad ogni minimo pensiero che mi riconduca a lui.
"Solo litigato? Una ragazza come te non credo che si abbatta così tanto facilmente. Mi sembra che sia successo di più" mi lascia stupita la sua perspicacia, quasi sorrido dopo questa frase, ma mantengo la mia espressione neutrale.

"Ha fatto..tante..cose. Non credo di..riuscire a..parlarne" sono molto imbarazzata da questa situazione, da essere qui a parlare dei miei problemi con una persona totalmente diversa da me, sia per l'età che per molte altre qualità, da non poterne parlare con una persona a me vicina veramente.

"Scusa per..l'intrusione" si strofina il retro del collo.
Ha un nonsochè di simile a Zac questo uomo. È messo bene a denaro, fa le sue stesse azioni ed è intrusivo come lui.

"Non preoccuparti" continuo a girare il bastoncino nel bicchiere.
"Credi di continuare a mescolare quella cioccolata finché non sarà evaporata?" Ride lui.
Non posso fare a meno di accennare una risata.

"Posso farti una domanda, Andrew?" Gli chiedo bevendo un sorso del caldo liquido.
"Certo" appoggia i gomiti alla scrivania.
"Mi serve un parere esterno. Secondo te..Zac..sarebbe capace di..tradirmi?" Sono imbarazzata da questa domanda, ma mi sembra la persona giusta con cui parlare.
"No. Può essere maleducato e irrispettoso ma non ti tradirà mai. Non ha mai avuto una ragazza, non sa come ci si debba comportare, non sa cosa una ragazza desidera o necessita.
Credimi, lui non ti tradirebbe mai. Te lo dico perché lo conosco bene, anche se potrebbe non sembrare. Quando era piccolo io già lavoravo qua, lui veniva qui da me correndo e voleva sedersi sulla scrivania e osservarmi lavorare, voleva che giocassimo a nascondino qua nella hall, allora mi mettevo a contare con il viso fra le mani e lui si nascondeva sempre lì," indica un vaso "dietro a quella pianta. Io facevo sempre finta di non vederlo, anche se era palesemente visibile. Era un bambino astuto, molto intelligente, non so perché si sia trasformato in questo..non so come descriverlo" mi irrigidisco al suo tentativo di trovare un aggettivo negativo contro di lui.
"È solo molto introverso. Introverso è particolare. Ma non ha cattive qualità" distolgo lo sguardo finendo la mia cioccolata.
"Credo che tu..che tu abbia ragione. Zac è un ragazzo particolarmente particolare, è un ragazzo diverso, ovviamente in senso positivo, ed è proprio la sua diversità a renderlo così..speciale. Spero che si sistemerà tutto tra di voi, tu lo stai aiutando a migliorare il suo carattere, io lo vedo" i rimasugli del mio cuore lacerato si rivitalizzano e un grande sorriso compare sul mio viso.
"Grazie Andrew, mi fa piacere riuscire a parlare con qualcuno" mi prende il bicchierino dalla mano e lo butta nel cestino sotto al tavolo di legno scuro.
Annuisco sorridendo per ringraziarlo.
"Quando hai bisogno, io sono qua. Mi troverai sempre qui, e io sono qua solo d'altra parte. Mi fa piacere un po' di compagnia" mi sorride.
Peccato che questa perfetta compagnia sia proprio nel palazzo dove vive il mio...ragazzo.

I nostri discorsi vengono interrotti dal tintinnio dell'ascensore che arriva.
Faccio del mio meglio per non intaccare con il lavoro di Andrew.

Mi giro dall'altro lato, di schiena ad Andrew.
"Emma" mi chiama lui.
"Si?" Giro la testa e Zac cammina a passo pesante verso la scrivania di Andrew.
"Brutto stronzo, che cazzo le stavi facendo? È? Vedi che ci separiamo e trovi il momento giusto per fartela tua?" Gli strilla contro.
"No, Zac, non devi fare così. Mi è più vicino di quanto lo sia tu" urlo una frase molto azzardata.
"Lui..cosa?" Si tranquillizza ma percepisco la tensione nella sua espressione e nei suoi pugni schiacciati contro il tavolo di Andrew.
"Si, Zac. Non essere così. Perché è vero, mi è più vicino di te in questo momento. Sei uno stronzo a parlargli in questo modo" sono un po' troppo difensiva nei confronti di un uomo al quale ho parlato si e no tre volte.
"A parlargli in questo modo, Emma? Te la fai con uno di 40 anni? Emma, svegliati, cazzo, stai parlando con un..un..un vecchio!" Lo guarda con espressione disgustata.

"Te l'ho già detto. Mi hai fatto uscire da quella porta e sono uscita dalla tua vita." Cerco di cambiare discorso per non dargli ragione, anche se un 40enne non è una persona così vecchia.
"Non..non c'entra un cazzo quello" scuote la testa.
"Tu non uscirai dalla mia vita Emma, cazzo" si avvicina e mi prende un braccio stringendomelo fortissimo.
"L'ho già fatto" strattono il braccio e mi allontano.
"Grazie Andrew" esco dal grande portone e cammino più velocemente possibile.

"No, Emma" Zac mi rincorre.
Mi afferra i polsi e mi fa girare verso di lui.
"Lasciami!" Urlo e si stacca da me, ma afferrandomi le spalle in modo da tenermi ferma davanti a lui.
Il mio respiro è affannato e vedo che stringe la mascella per il nervosismo.

"Dimmi che mi ami" i suoi occhi fissi nei miei.
"Zac, proprio non capisci. Io ti amo, cazzo se ti amo, ma non mi dai scelta. Tu non.." Mi interrompe appoggiando le sue labbra sulle mie.

La sua lingua scorre veloce nella mia bocca, facendomi sentire un fastidioso sapore di vodka.

"Emma, ho bisogno di te"

cami072000

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