Capitolo 16

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Io non capisco se lo faccia apposta per distruggere il cuore delle persone, oppure mi stia prendendo in giro.
Io direi entrambe le cose, dato che mi sta distruggendo il cuore e mi sta prendendo in giro.
Aspetta, Emma, non correre. 'Mi sta distruggendo il cuore'? Io non provo niente per lui, come può distruggermi il cuore se nel mio cuore non c'è nessun sentimento verso di lui?

Ma non ne sono sicura.
Sono troppo confusa, ho bisogno di calmarmi.
Cerco in qualche modo di superarli senza far cadere il mio sguardo su di loro.
Mentre gli passo affianco mi sento osservata. Troppo.
"Ooh, guarda un po' chi c'è" urla una vocina stridula.
Stringo i pugni e accelero il passo.
Una calda lacrima mi riga il viso, anche se in questo momento, più che tristezza io sto provando un profondo senso di delusione, arrabbiatura e nervosismo.
Zac fa il tenero con me baciandomi e poi lo trovo che si sbaciucchia con Kate. Sun dice di essere mia amica, come Liam e Luke del resto, e mi nasconde tutto.
Io non so più che fare.
Esco dal cortile antistante la scuola e arrivo alla fermata dell'autobus.

"No. Non vai in autobus. Ti accompagno in macchina" una voce nervosa dice alle mie spalle.
"Grazie, ma non mi serve la balia" dico acida. Riconosco la voce, è Zac.
"No. Tu non hai questo atteggiamento con me" mi dice prendendomi per il braccio e strattonandomi verso di lui.
"Ma come ti permetti di dirmi cosa devo fare e cosa non devo? Chi sei tu? Chi ti conosce, tu non sei nessuno. Men che meno per me. Ora grazie, ma voglio andarmene a casa" alzo la voce.
L'autobus sta arrivando e io salgo velocemente.
Le porte si chiudono e, facendo finta di nulla, guardo la faccia confusa e nervosa di Zac dal finestrino che stringe la mascella.
Arriva correndo Kate e gli prende il braccio iniziando ad abbracciarlo.
Stringo la presa sull'asta che uso per non cadere e batto un piede per terra.

Più o meno 5 minuti di autobus e arrivo a casa.
Percorro velocemente la via e arrivo al portone.
Ovviamente, per completare la mattinata alla perfezione, una macchina si ferma davanti a casa mia.
Cercando di fare più veloce possibile entro in casa e sbatto la porta, appoggiandomi su di questa.
Sento dei passi che si schiacciano tra la ghiaia sull'asfalto.
E come no, come poteva mancare la sua entrata in scena.
Sbircio nello spioncino e vedo che si avvicina sempre di più.
Sono nervosa e arrabbiata allo stesso tempo.
Suona il campanello ma, ovviamente, rifiuto.

Suona svariate volte prima di iniziare a parlare.
"Emma. So che sei lì dietro. Non ignorarmi. Non sai cos'hai visto." Dice acido.
Mi allontano senza fare rumore e apro l'acqua del rubinetto della cucina in modo da fargli capire che non ho sentito nulla e che io non sia dietro alla porta.

Dopo altre serenate con il mio campanello, molla il colpo e si allontana, ripartendo con la macchina.
Faccio un sospiro di sollievo e chiudo il rubinetto.

Vado sul divano e accendo la tv.
Rimango tutta la mattina sulla tv e in mancanza di fame rimango anche tutto il pomeriggio.

Sun mi chiama diverse volte al telefono, ma io rifiuto. Non posso credere a quello che mi stiano facendo. Mi sento impotente, delusa, illusa del loro comportamento.
**
Sono le 7.
La mamma arriva a casa qualche minuto dopo.
"Ciao tesoro, come stai? Hai la febbre?" Mi chiede.
"Ciao mamma. Tranquilla, ho solo un po di mal di testa. Come stai?" Appoggio la testa sul cuscino.
"Oh io bene. Cos'hai mangiato a pranzo?" Chiede.
Non mi va di dirle che non ho mangiato nulla. Si preoccuperebbe.
"Un'insalata. Cosa fai per cena?" Cambio discorso.
"Credo una frittata. Con delle zucchine. Va bene?" Chiede.
"Certo." Dico fissando la tv.
Mamma si allontana togliendosi le scarpe e dirigendosi in cucina.

In un mezz'ora mi chiama.
"Vieni a mangiare? È pronto" mi chiede.
"Arrivo" spengo la TV e mi dirigo in cucina.
"Che profumo" sorrido entrando e sedendomi al tavolo.
Mi serve e si siede di fronte a me.
"Va tutto bene? Sei strana" dice lei cercando il mio sguardo.
Scuoto la testa e faccio una specie di sorriso.
"No no. Tutto bene" fisso nel piatto.

Muovo la forchetta a vuoto nel piatto provocando un tintinnio fastidioso.
"Va bene. Ho finito. Vado in camera" mi alzo velocemente e poso il piatto nel lavandino.
"Tu hai qualcosa che non va. Ma capisco che tu non ne voglia parlare." Dice la mamma senza guardarmi negli occhi.
"Ma cosa te lo fa pensare? Ma siete tutti strani oggi" alzo la voce ed esco dalla cucina a passo pesante.
Salgo le scale correndo e piombo in camera.

Sbatto la porta e mi metto le mani nel capelli avvicinandomi alla finestra.
"Ma perché?" Urlo.

cami072000

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