Capitolo 20

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I miei occhi si spalancano e la bocca si apre leggermente.
Appoggia il mento sulla mia testa e stringe le braccia intorno a me.
"C..come?" Alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi.
"Io...credo di...si. Credo di..amarti" balbetta e sposta lo sguardo.
"Mi cogli..alla..sprovvista" appoggio nuovamente la testa al suo petto.
Faccio un sospiro e sento il suo cuore che batte forte. Mi spunta un sorriso.
"Anche io" il suo respiro aumenta.
"Emma, hai detto..che..mi ami?" Chiede.
"Beh. Credo di..sì" alzo lo sguardo.
Avvicina il suo viso al mio e i nostri nasi si sfiorano. Appena lo fanno i nostri volti si allontanano di scatto, ma poi si riavvicinano, fino a far toccare le nostre labbra.

Le sue labbra umide si scontrano con le mie, mi provoca brividi lungo tutta la schiena e attorciglio le mie braccia dietro al suo collo, mentre lui schiaccia il mio bacino contro il suo.
Inizia a camminare, facendomi indietreggiare, fino a intrappolarmi tra lui e il lavandino.
Abbassa le mani e mi prende le cosce, facendomi rabbrividire, e mi solleva in modo da farmi sedere sul bordo del lavandino.
"Ehi..aspetta..aspetta" balbetto mentre Lui sposta la sua bocca sul mio collo.
"Che succede?" Mi guarda negli occhi.
"Perché non mi hai mai parlato in tutti questi giorni, e adesso arrivi e dici che mi..ami? Tu, così come Luke, Liam e Sun.
Ma non capisco perché.
Ti prego, dimmelo perché" abbasso lo sguardo e scendo dal lavandino, facendo indietreggiare Zac.
"Io..Emma..io non posso." Si mette una mano dietro al collo.
"Ma cosa avete tutti? Cos'ho fatto? Cosa mi state nascondendo? Perché tutti avete questo segreto, con me! Ditemi perché, perché a me, perché!" Urlo e mi allontano.
"No, Emma, ti prego. Non arrabbiarti, io non...io sto convivendo con questa cosa che mi distrugge, non riesco a dormire di notte, non posso sopportare di tenertelo nascosto, ma veramente, non posso." Mi segue in salotto e mi prende la mano per fermarmi.
Mi giro verso di lui e lo guardo passiva.
"Se foste veramente miei amici, o se tu veramente mi amassi, non mi terreste nascosto qualsiasi cosa sia! Ora, per favore, esci da qui." Gli indico la porta abbassando lo sguardo.
"No, Emma, ti prego..non.." parla, ma lo interrompo.
"Ho detto vattene! Basta, vai via!" Urlo e una lacrima scende dal mio occhio.
"No, non piangere, ti prego" si avvicina e alza una mano.
"No. Non toccarmi. Ora esci, fai come ti ho detto." Scaccio la sua mano colpendogliela con la mia.
"Pensavo che avresti compreso. Pensavo che se ti fossi fidata di me non avresti fatto tutto questo. Pensavo che potessi capire. Pensavo che ti fidassi" va verso la porta.
"Infatti. Pensavo. Ma mi posso fidare solo di me stessa, adesso che tu e Sun mi tenete nascosto qualsiasi cosa sia. Te lo chiedo per l'ultima volta. Esci di qui" scandisco le ultime tre parole.
Abbassa la testa e va verso la porta.

"Devi essere sempre così testarda, così incomprensiva. Così..così..così odiosa!" Alza la voce ed esce dalla porta.
"Vaffanculo Zac" urlo e sbatto la porta.
Mi appoggio alla porta e le lacrime iniziano a scendere incostanti dai miei occhi e mi bagnano tutto il viso.
Sento che sbatte la portiera della macchina e le ruote sgommano sui sassolini dell'asfalto.

Rimango seduta appoggiata alla porta per circa un'ora, guardando nel vuoto.
Stavo sperando che in quel momento tornasse indietro, fermasse la macchina davanti a casa mia e a passo pesante scendesse dalla macchina, sbattendo la portiera e venendo qua, premendo forte il tasto del campanello senza staccarlo finché non avrei aperto la porta.
Gli sarei corso incontro abbracciandolo, scusandomi per essere stata oltremodo cattiva con lui essendomela presa così tanto, anche se non è una cosa da nulla, ma dicendogli che non ce la faccio a stare senza di lui, senza il suo fiato sul mio collo e senza i brividi che mi provoca.
Ma ero anche nervosa perché non posso credere quello che mi stanno facendo, o che mi hanno fatto. Non posso credere che Zac, quel ragazzo di cui sono innamorata, mi faccia questo. Non posso credere che Sun mi faccia questo.

Mi alzo da terra e mi fermo alla finestra, spiando per qualche minuto, speranzosa per l'arrivo di Zac con la sua macchina scura qua davanti.
Un messaggio arriva sul mio telefono.
//Zac: Emma, scusami. Non riesco a stare in pace con me stesso, ti prego, perdonami. Ho bisogno di tempo per risistemare le cose. Tuo, xx//
Non so se essere oltremodo arrabbiata per il 'ho bisogno di tempo' o essere felice per il 'tuo'. Sono confusa. Non ha senso.

La cena non è andata peggio di come immaginavo. Non ho mangiato molto, mamma non mi ha fatto il terzo grado sul mio stato d'animo attuale, e Zac non si è presentato.

Salgo in camera, e malgrado siano le 9, mi caccio sotto le coperte.
Chiudo gli occhi.
Dopo quelli che mi sembra siano 10 minuti, il mio telefono vibra incessantemente.
Guardo l'orario. 2.43. Chi mi chiama alle 2.43, se non....Zac.

"Pronto" gli dico.
"Emma. Fammi parlare. Non interrompermi. Non riesco a dormire, non dormo da quando non ci parlavamo più in questi giorni. Non riesco a starti lontano. Lo so, ho un cuore di pietra, ma ti prego, perdonami, perdonami per tutto" mentre parla mi siedo sul letto.
"Dovrei perdonarti per cosa? Per tenermi nascosto qualcosa che non so?" Chiedo acida.
"Per qualcosa che vale la pena tu non sappia. Sto convivendo con questo delirio da 10 giorni, ma sembrano passate settimane. Non riesco a ragionare, mi sento uno stupido." Dice sospirando.
"E con questo? Cosa abbiamo concluso?" Sto parlando da acida menefreghista, ma la sua chiamata mi ha sollevata parecchio. Sono felice che lo abbia fatto.
"Affacciati" mi dice.
"Perché dovrei.." Mi interrompe.
"Affacciati, ti prego" intenerisce la voce.
Vado sul balconcino di camera mia e c'è lui sotto che mi sta guardando sotto la luce di un lampione, con un grande mazzo di rose rosse e bianche.
"Oddio, Zac" attacco la chiamata e scendo correndo dalle scale cercando di non fare rumore.
Esco di casa e gli vado incontro, anche se in calze, ma non mi importa.
"Zac, oddio" lo abbraccio fortissimo, quasi smette di respirare.
"Emma, io non so come fare" non lo lascio terminare.
"Ssh. Non dire nulla, Zac non sapevo che saresti stato capace di tanto, io non so cosa dire, ti giuro" le lacrime bagnano il mio viso.
Mi stacco da lui e ha gli occhi rossi, contornati da una striscia blu di occhiaie.
"Zac, ma tu..hai..?" Mi interrompe.
"Si. Ho pianto. Ho pianto perché mi sentivo uno schifo, mi sentivo un traditore, mi sentivo una merda. Una fottuta merda. Io ho bisogno di stare accanto a te, Emma, io ho bisogno di te più di qualsiasi altra cosa al mondo. Capiscimi, ti scongiuro, sto passando un periodo del cazzo, non mangio, non dormo, non faccio altro che pensare a te. Credimi" i suoi occhi rossi fulminano i miei.
"Zac, pensavo che avessi un cuore di pietra. Ma, poi, ho imparato a scoprire che in realtà, il tuo cuore, è una pietra, sì, ma preziosa, un diamante"

cami072000

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