Capitolo 53

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"Con quale coraggio ci ha lasciate sole..nel bel mezzo del nulla.." singhiozzo, tra le braccia di Zac
"È un coglione, Emma.
Non sa cosa sia una una famiglia.
Una bellissima famiglia.." dice lui, accarezzandomi la schiena con la mano.
"Quella bambina.. È così piccola, ed io sono già .. incazzata per la sua esistenza.." Piango
"..Non doveva andare così.." mi asciugo le lacrime con il resto del pollice e guardo Zac che contraccambia con uno sguardo di compassione
"Vogliamo andare.. Non so.. ehm, da me..?" Dice, non tanto facilmente, ricordando gli episodi di poco prima.
Ma prima che io possa rispondere mia madre esce dal piccolo portone d'ingresso e ci viene incontro.
"Ragazzi, vi prego, non andate via.." Sta piangendo..
"Mamma, non piangere.." la abbraccio
"Emma.." Dice staccandosi poco dopo "Tuo padr.. Benson.. Rimarrà a cena .."
"Cosa!?" Urlo incredula
"Sì.. per favore, non andate via.. Non voglio piangere davanti a loro, so che con voi sarei più a mio agio.." dice, parlando anche a Zac
Prima che io possa contraddire la mamma, Zac interviene.
"Certo, Giulia" sorride
Mamma lo abbraccia, in modo affettuoso, cogliendo Zac di sorpresa.

"E d..dove è andato..ora?" Chiedo alla mamma.
"Vuole prendere la pizza" abbassa lo sguardo e Zac viene verso di me, appoggiando il braccio sulle mie spalle e stringendomi a sé.
"L..lui si presenta qua..si..autoinvita a mangiare da noi e..va a prendere le pizze? Con..quale coraggio?" Mi manca il fiato.
"Non ha coraggio, Emma" Zac mi guarda con gli occhi rossi e il viso consumato.

Lo abbraccio, anche se in realtà, il mio subconscio cerca di stargli lontano.

Parlando del diavolo, spuntano le corna.
Il campanello suona.
"V..vado io" la mamma si avvicina alla porta e la apre, quando pap..Benson entra con tre pizze in mano e la pidocchiosa in braccio.

"Ma noi siamo in quattro" sussurro a Zac.
"Mangia con me" gli propongo.
Scuote la testa e mi stringe il ventre quando Benson ci passa affianco.

"Non sapevo che ci fossi anche tu. Beh, ti accontenterai" Benson parla con tono di superiorità verso Zac.

Zac fa un passo verso di lui, quasi come se volesse caricarlo, e lo fermo tirandogli la maglietta.
"Non parlargli così" la mamma si gira verso Benson ammonendolo.
Rimango sbalordita dall'istinto protettivo che ha la mamma verso Zac.

Benson rimane fermo con le pizze in mano, finché io gliele strappo di mano.
"Tu mangi un po di pizza con me, amore?" Benson parla con Akira.
"Si" la bambina annuisce entusiasta.

"Ecco" tutti ci sediamo al tavolo.
Benson si siede, inizia a mangiare la sua pizza ma la bambina si alza dalle sue gambe.
Fa il giro del tavolo lentamente fissandomi e si ferma di fianco a me.
"Che..vuoi?" Scuoto la testa appoggiando la fetta di pizza al piatto.
Indica le mie gambe con il dito e si avvicina a me.

Continua a fissarmi negli occhi con il viso sporco di pomodoro.
Guardo Zac e lui ha lo sguardo fisso sulla bambina.
Appena lei appoggia la mano sulla mia gamba Zac intromette un braccio tra me e lei per fermarla.

"No, aspetta" appoggio una mano sul braccio di Zac per farglielo togliere.
Indietreggio con la sedia e la bambina si arrampica sulle mie gambe, sedendosi in modo da vedermi dritta negli occhi.

"Mi voi bennnne?" Mi chiede.
Credo che volesse intendere 'mi vuoi bene'.
È ovvio che no, ma non posso darle questo dispiacere.
In realtà non so cosa provo per lei, non so neanche se provo qualcosa.
Sì, è la figlia di mio...padre, posso odiarla infinitamente però credo che in qualche modo siamo legate da qualcosa, da un trasparente filo sottile che ci lega.
"Ehm.." Guardo in faccia prima Benson, che sorride, poi la mamma, con il viso triste e abbattuto, e poi Zac, con l'espressione arrabbiata.
"S-si" non la guardo negli occhi, ma vedo che ha il sorriso che va da un orecchio all'altro.
Mi attorciglia le braccia intorno al collo e mi abbraccia forte, mi sta quasi stritolando.
Muove la sua piccola manina sulle mie scapole e lentamente appoggio le mie mani sulla sua schiena.

"M-mi dai una fetta di pizza?" Chiede Zac per cercare di staccarla da me.
In parte sono sollevata che me l'abbia chiesto, così questo sgorbietto si stacca da me.

"Beh, Emma, ho una proposta da farti." Benson appoggia le posate nel piatto.
Alzo un sopracciglio per mostrargli che lo sto ascoltando.
"Vorrei che tu venissi alla festa del mio compleanno, a casa mia" lo chiede con tanta scioltezza.

Non voglio, certo che non voglio.
"No!" Scuoto la testa e alzo le spalle.
Akira gira la testa verso di me e fa l'espressione rattristita.
"Pe favvore!" Gli occhi grandi e la voce minuta.

Sospiro e faccio cadere la testa in dietro.
"E va bene" non lo guardo in faccia.
Con la coda dell'occhio vedo l'espressione nervosa di Zac.
"Perfetto!" Esulta felice.
"Ma tu dove abiti?" Chiede la mamma.
"Seattle" esclama.
"E quand'è questa festa?" Chiede Zac.
"Dopodomani. Dovresti fermarti a dormire, è un lungo viaggio" risponde tranquillo guardandomi in faccia.
"Lei non dorme da te.." Zac gli dice. Lo fisso e lui completa la frase con un'espressione che non aveva previsto di dire.
"..senza di me" abbassa lo sguardo sul piatto.
"Va bene. Dai, vai a fare la borsa, partiamo questo pomeriggio" quasi mi caccia dal tavolo di casa mia.

Mi alzo sedendo la bambina sulla mia sedia e mi avvicino a Benson.
Avvicino le labbra al suo orecchio e gli sussurro "sappilo, lo faccio solo per lei" indico con lo sguardo Akira.

cami072000 ChiaraTrovalusci

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