Capitolo 22

348 26 1
                                    

POV's Zac

Sento il suo respiro pesante e come muove lentamente il suo torace su e giù per respirare.
Apro gli occhi e fuori dalla finestra c'è ancora buio. Il cielo è di un azzurrino chiaro, ma i lampioni sono ancora accesi.
Mi guardo intorno per cercare un'orologio appeso in camera, finché a destra, sul comodino, trovo un piccolo orologio a lancette.
Sono le 6.50. Non so a che ora si alza solitamente Emma, ma credo sia ora di svegliarla.
"Ehi. Emma" cerco di strattonarla dolcemente.
Ringhia e si gira dall'altro lato, dandomi le spalle.
Avvolgo le braccia attorno al suo bacino e mi stendo sul suo stesso lato, in modo da avere il mio petto contro la sua schiena.

"Ehi, sono le 6.50" dico accarezzandole il braccio.
"Le..6.50?" Balza giù dal letto.
"Ma è tardissimo! Dovevi svegliarmi prima!" Dice gesticolando.
"E io che ne so. Se non hai puntato la sveglia non è un problema mio" cerco di fare umorismo.
Corre per la camera come una sclerata cercando dei vestiti ovunque tranne che nell'armadio.
"Di solito i vestiti si mettono negli armadi, non nei cassetti della scrivania" dico, vedendo che cerca disperatamente.
"Giusto" si dirige all'armadio e tira fuori dei vestiti.
"E tu hai intenzione di mettere quei leggins con la maglietta corta? Non esiste" le dico acido, alzandomi dal letto.
"Cosa..perche?" Chiede.
"Beh, dovresti mettere..una..maglietta lunga" spero che non mi chieda perché.
"Va..bene" tira fuori una maglietta lunga e corre in bagno.
Rimango in pantaloncini in mezzo a camera sua, e non saprei proprio da dove iniziare.
Non so dov'è il bagno e sua mamma non sa che sono qui. Fantastico.

Esco da camera sua e vado in cerca del bagno.
Ci sono parecchie stanze, ma una stanza con la luce accesa attira la mia attenzione.
Sento dell'acqua che scorre, quindi busso, per precauzione.
"Sì, vieni Emma" oddio. Sua mamma. E ora? Che faccio? Cosa posso dire?

Mi limito ad allontanarmi.
Con tutte le stanze della casa, proprio quella di sua mamma doveva capitarmi?
Trovo un'altra stanza e decido di bussare anche lì.
"Si?" Sento la voce di Emma.
"Emma sono io" sussurro.
"Oh. Entra Zac" mi apre la porta.
Entro e lei è ricoperta solo da un asciugamano bianco attorno al corpo. I capelli legati in una coda di cavallo.
"Io..dovrei..vestirmi" balbetta.
"Oh. Scusami" mi giro di schiena a lei.
"Non c'è..problema" mi prende la mano.
Mi giro verso di lei e si avvicina a me.
Il suo viso umido si scontra con il mio e le nostre labbra si attaccano, e iniziano a muoversi dolcemente insieme. Scorro lentamente la lingua sul suo labbro inferiore, provocandole degli evidenti brividi sulle braccia.

Si stacca da me e si gira di spalle.
Alza le braccia e fa cadere per terra l'asciugamano.
Spalanco gli occhi, vedendo..quello che sto vedendo.
Devo cercare di bloccare i miei ormoni, o credo potrei fare cose di cui potrei pentirmi.
Abbasso la testa e vedo che la mia erezione cresce sempre di più e cerco di coprirla con la mano.
Non posso stare qui così ancora per molto. Non so per quanto ancora resisterò.
Si infila il reggiseno e le mutandine, ma non riesco a bloccarmi.
In pochi secondi le vado dietro stringendo i suoi fianchi contro di me.
Una mano mi scivola sotto il ferretto del suo reggiseno.
Lei geme e appoggia la testa sulla mia spalla sinistra.
"Non potevo controllarmi. È stato più forte di me. Scusami" cerco di staccarmi da lei, ma mi stringe a sé.
"No. Non ti allontanare." Si inizia a muovere lentamente su e giù.
La mia erezione stenta ad ascoltarmi, e cresce sempre di più.
'No, stai fermo' dico fra me e me.

Solo muovendosi dolcemente, mi sta mandando in estasi. Mi ricoprono il corpo tantissimo brividi.
Nessun'altra mi ha fatto mai sentire così.

cami072000

No SenseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora