Capitolo 52

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Mi stacco dalle sue bellissime labbra.

"Zac, non puoi essere così!" le lacrime bagnano i miei occhi, offuscandomi la vista.
"Emma sono ubriaco, ti prego, non so quello che cazzo sto dicendo..." ecco, sta zitto.. "Ma so che voglio te.. Ho bisogno di te"
Stringe la sua presa attorno al mio fragile braccio facendomi sussultare.
"Zac mi fai male.." dico piano
Lui stacca velocemente la mano dal mio braccio con un'espressione impaurita.
Oh cazzo..
"No Zac, sto bene, sta tranquillo.." cerco di calmarlo dal suo stato di caos e terrore.

POV'S ZAC
Tutti gli episodi di quella sera tornano nella mia mente..
La vodka non mi ha aiutato a nulla..
Cazzo, non volevo farle del male..
Ora mi lascerà di nuovo..?

POV'S EMMA
Lo abbraccio d'istinto, cercando di farlo calmare.
Lui esita un po', ma alla fine mi abbraccia forte.
"Scusami, Emma.." sussurra accarezzandomi la schiena con la sua grande mano.
"Ssh .. tranquillo .."

Siamo nel bel mezzo della strada, e molte persone ci guardano stupite.
"Signorino non volevo crearle disturbo, ma la signorina aveva bisogno di parlare." si scusa Andrew
"Scusami anche tu, Andrew. Ho esagerato." dice Zac

Ad un tratto il mio telefono squilla di nuovo.
"Pronto..?"
"Emma, ti prego, non attaccare.." Dice velocemente la voce di quello che dovrebbe essere mio padre.
"Ancora tu!?.." Piango
"Emma, ascoltami.. Io e la mia nuova bambina siamo a casa tua.. Per favore vieni qui, parliamo.."
"Nuova bambina..." dico asciugandomi le lacrime
Zac vedendomi piangere si allarma ma gli faccio un sorriso, palesemente falso, e mi giro.
"Hai il coraggio di dire 'nuova bambina'?! Esci dalla mia casa, rovinerai di nuovo tutto cazzo!"
"Emma non lo farò mai. Ti prego, vieni qui"
"Fanculo..." sussurro tra un singhiozzo e l'altro e attacco.

"Chi era?" Chiede Zac, avvicinandosi
"Mio.. mio padre.." Mi fa schifo usare questa parola con lui "è a casa mia e .. " non riesco a finire la frase che Zac ed Andrew mi portano in macchina, dirigendosi verso non so dove.

Ma forse so dove.

Dopo poco, l'auto accosta velocemente al vialetto e Zac mi trascina fuori da essa.
"Cazzo Zac ..."
"Scusa Emma, ma devi chiarirci."
"Io sto..in macchina" dice Andrew mentre Zac corre verso il portone di casa mia.
"Zac, rallenta, ti prego" quasi urlo a Zac.
Arriva davanti al portone e, mentre sta per sbattere un violento pugno su di esso, gli sfioro delicatamente il braccio e i suoi nervi tesi si rilassano, fermando il potente pugno che stava per sferrare.

"Zac, mio...padre" quasi lo dico con tono schifato "si è rifatto una vita dopo aver abbandonato me e mia madre, ha avuto una...'Nuova bambina' come la chiama lui, e..per me lui non è più mio padre. Potrà essere venuto a scusarsi, ma...a me non..interessa più nulla. Non essere sgarbato, io ormai lo tratto come se non fosse più nessuno per me. Passaci sopra, per favore" stringe la mascella e guarda fisso i suoi piedi mentre parlo.

Stringe gli occhi, si copre la fronte con la mano e poi mi guarda dritta con quei due suoi perfetti occhi blu.
"Va..bene" annuisce.

Appoggio il dito sul campanello e la mamma mi apre la porta.
Ha il viso disordinato, il trucco leggermente sbavato sotto agli occhi ma credo che stia cercando di non mostrare la sua tristezza.
Entro velocemente seguita da Zac che le porge un sincero sorriso di compassione ed arriviamo in sala.

Bens..mio padre è in piedi che tiene la mano alla sua..minuscola pidocchiosa bambina che inciampa nei suoi piedi.
"Emma" si avvicina a me sedendo la bambina sul divano.
"Come sei diventata bella" quasi mi accarezza il viso.
Indietreggio e Zac si mette tra noi due.
"Non-toccarla" dice tra un respiro e l'altro.

"Pappppà" una fastidiosa vocina.
Divento di pietra quando sento pronunciare quella parola.
"Tesoro, lei è tua sorella" si gira verso la nanetta.
"Io non sono proprio niente. Io sono Emma. E sono figlia di mia madre, non tua" la voce potente e decisa.
Si gira verso di me con l'espressione quasi rattristata.

"Emma, io non.." Zac lo interrompe.
"Tu non capisci, ecco cosa. Vattene, lasciale stare. Vai via con la tua mocciosetta di bambina e non ti avvicinare più" mi stupisce che Zac stia parlando al plurale, riferendosi sia a me che a mia mamma.

Benson non dice nulla e va da sua figlia.
"Vieni tesoro. Andiamo. La mamma ci aspetta" la prende in braccio.
"Lei ha voluto conoscerti. Le ho parlato così tanto di te che è come se per lei tu fossi sua sorella da sempre. Ha insistito per conoscerti, mi continuava a chiedere 'dov'è la mia sorellona?' 'Quando la conoscerò?' E così ho deciso di portarla qui per fartela conoscere.
Ma sembra che questo gesto non sia stato apprezzato, soprattutto perché non ti ha fatto niente.
Almeno dalle la soddisfazione di chiederle come si chiama, Emma"
Benson mantiene la sua posizione e mi parla come se mi stesse rimproverando.
"C-come ti c-chiami?" Chiedo nervosa alla nana che ha in braccio.
"Akila" risponde lei.
"Akira" la corregge Benson.
'Sorrido' annuendo e si dirige verso la porta.
"Grrrrazie Emma" la bambina cerca di parlare.

Sbatto la porta dietro a mio padr..Benson e mi butto tra le braccia di Zac.

"Tranquilla, piccola" mi stringe a sé.

cami072000 ChiaraTrovalusci

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