Capitolo 50

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Dal vuoto nero nel quale ero immersa riuscì a riemergere a poco a poco sentendo suoni ovattati di mura che crollavano ed urla che squarciavano la notte.

Tentai a fatica di riaprire gli occhi, le palpebre mi sembravano così pesanti.
Riuscì poi a mettere a fuoco un soffitto sopra di me. In alto alla mia destra c'era un buco dal quale cadevano ancora dei piccoli rimasugli. Cercai di analizzare l'ambiente che mi circondava: ero in quello che doveva essere uno stanzino, le mani legate dietro la schiena. Il pesante portone che mi trovavo davanti era stato sigillato con la magia.

L'unica uscita era quell'apertura in alto.
Faticai a mettermi in piedi, le gambe mi dolevano molto e con le mani legate non riuscivo a fare forza sulle braccia.

Poco distante nell'ombra vidi un'armatura con in pugno una sorta di ascia: se fossi riuscita a fare passare le mani avanti, sarei riuscita a tagliare la fune che me le stringeva.

"Forza... una volta eri così elastica Natalie..."
Mi auto-incoraggiai.

Cercai di passare le braccia sotto le gambe e dopo qualche tentativo non andato a buon fine ci riuscì. Dopo mi avvicinai all'ascia e sfregai la corda che mi stringeva fino a tagliarla graffiandomi i polsi.
Ora dovevo solo arrampicarmi ed uscire...
facile a dirsi.

Ma poi cosa avrei fatto una volta fuori?
Non avevo la mia bacchetta, non potevo combattere.

"Maledizione!"

Ma non potevo certo rimanere con le mani in mano.
Inziai una lenta scalata verso il buco del soffitto, ogni tanto le pareti tremavano per la battaglia che i miei amici stavano combattendo senza di me.

Forza.

Finalmente riuscì ad affacciarmi fuori ritrovandomi in un corridoio poco lontano dalla sala grande.
Se avessi recuperato la bomba di Hermione forse sarei riuscita ad aiutare gli altri.

Iniziai a camminare attaccata alla parete in modo da nascondermi nell'ombra.
Le urla che sentivo mi facevano venire sempre più voglia di scappare via.

Ad un certo punto notai una figura accasciata per terra: era una ragazza con l'uniforme di Hogwarts.
"Ehi!" Corsi al suo fianco e la voltai verso di me.

"Oddio..."

Era la bionda Tassorosso amica di Cedric.

E non respirava più.

Mi staccai da lei tappandomi la bocca con una mano mentre osservavo lo sguardo perso ed i suoi occhi vuoti.
Era fredda come il ghiaccio.

No,no,no.

Non avevo mai visto un morto così da vicino... non so come ma riuscì a mantenere il sangue freddo.

La sua bacchetta era ancora lì per terra accanto a lei.
Mi feci coraggio e allungai la mano verso il suo viso abbassandole le palpebre.

Avevamo la stessa età, quella potevo essere io.

Tremante afferrai con delicatezza la sua bacchetta, cercando di fare dei respiri profondi evocai un girasole che posai sul suo petto.

"...quella potevo essere io."
Pensai ancora.

"... non doveva andare così... se avessi portato a termine il mio compito..."

No, questo non era il momento per crollare.
C'erano persone che avevano bisogno di me.

Mi sollevai in piedi tentando di trattenere i singhiozzi, asciugai le lacrime passandomi l'avambraccio sul viso. Quelle si mischiarono al sangue della ferita provocata da Tom quando mi aveva sbattuto la testa a terra.

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