Capitolo 54

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Che dolore...
Mi fanno male le ossa...
Perché il mio letto è così scomodo?
Il materasso è duro...

Lentamente la mia mente riprese coscienza e, piano piano, inziai a ricordare:
Tom che mi veniva a prendere, Ginny che era stata salvata, Voldemort che mi proponeva un patto e...

Un conato di vomito mi salì in gola.

Draco che mi torturava.
Quello non era più il ragazzo che conoscevo, il ragazzo che amavo.
Quella notte gli avevo detto addio per sempre.

Finalmente riuscì a sollevarmi osservando la stanza che mi circondava: era di forma circolare, spoglia, con un letto e una piccola scrivania di lato abbinata ad una sedia, lateralmente dietro una tenda trovai un minuscolo bagno con un frammento di specchio ed infine una piccola finestrella dalla quale riuscì a capire che mi trovavo in alto su una delle torri. Era un sorta di alloggio da prigionieri, non era solo e soltanto una cella; certo non mancavano delle sbarre che mi separavano dall'ingresso principale della torre ma c'erano anche le comodità più essenziali per vivere... come era possibile?
Pensavo che avrebbero tenuto ancora per poco ma se mi avevano concesso uno spazio del genere allora...

Un rumore metallico mi fece scattare verso le sbarre  per vedere che stesse entrando.
"Già sveglia la nostra piccola prigioniera?"
Era Antonin Dolohov.
"Non sei conciata così male..." mentre parlava si era avvicinato alla sbarre che era l'unica cosa che ci separava.
"... eppure mi era stato detto che Malfoy ci era andato giù pesante con te, che peccato speravo sarebbe toccato a me il divertimento." Sorrise portandosi le dita al mento per giocare col pizzetto.
"Sono sicuro che però non ne mancherà occasione..."

Il suo tono viscido mi disgustava.
"Perché sono qui? Che vuoi da me?" Sputai con rabbia.
"Oh, calma i toni piccola insolente, ero qui per aggiornarti sul tuo nuovo status: come ben sai sei nostra prigioniera e finché il Signore Oscuro avrà bisogno di te resterai qui sorvegliata 24 ore su 24."
Strinsi di più le sbarre.
"E quando non avrà più bisogno di me?"
Fece un sorriso maligno.
"Beh, se fosse per me ti farei schiava, allora si che saresti utile a qualcos-"
"Preferisco la morte."

Scoppiò a ridere.
"Credimi sarebbe una grazia troppo grande per te."
Prese una bacchetta ed evocò dei vestiti per terra vicino a me.
"Metti questi sbrigati."
In effetti i miei erano praticamente a brandelli, afferrai la maglia grigia ed il pantalone coordinato e mi incamminai verso la tenda che nascondeva il bagno.
"Dove credi di andare?"

Mi voltai verso di lui.
"Eh?"
"Cambiati qui." Disse soddisfatto.
"Cosa?" Chiesi incredula.
"Cambiati qui davanti a me, forza."

Sorrisi acida.
"Vai a farti una sega!"
Diede un pugno contro le sbarre, facendole tremare, poi mi puntò la bacchetta contro.
"Non osare, ragazzina!" Urlò visibilmente irritato.
Gli lanciai uno sguardo di sfida ma per fortuna fummo interrotti da una voce familiare.

"Che succede qui?"

"Che succede qui?"

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