Capitolo 10

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A cena parlai con Angelina.
Gli altri le avevano raccontato cosa era successo poiché lei se lo ricordava a malapena. Si scusò con me per come si era comportata e mi ringraziò per l'aiuto che le avevo dato nonostante ciò che mi aveva detto.

In realtà ogni sua parola era come una coltellata per me, sapevo bene che ero stata io la causa di tutto.

Le cose però sembravano tornate quasi alla normalità, cenammo tutti insieme ridendo e scherzando.
Cedric ci raggiunse appena mangiato insieme a Luna Lovegood inziando un torneo a carte.

Era questa la normalità che volevo e che amavo.

Prima della fine del pasto Silente annunciò che si sarebbe svolto il torneo tra maghi all'interno della scuola. Insieme a Hogwarts avrebbero partecipato anche le scuole di Durmstrang e Beauxbatons.

Sarebbe stata l'occasione perfetta per mettersi alla prova e per conoscere altre persone con culture e mentalità completamente nuove.

"Ohohoh, ci rifaremo gli occhi con le belle alunne della Beauxbatons!" Disse Ron entusiasta.
"Si, come se guardassero proprio te."
Lo prese in giro Hermione, scoppiano tutti in una fragorosa risata.

-

Incontrai Draco davanti alla sala comune serpeverde verso mezzanotte.
Essendo entrambi di turno per la ronda non avremmo dovuto avere problemi.

Appena mi vide mi prese per mano, un gesto così insolito per lui.
"Ma dove vuoi andare?"
"Ti porto in camera mia."
"Aspetta così potrebbero vederci."
"Fidati di me."

Che altro potevo fare? Me lo aveva chiesto con certi occhi...

"Ok." Risposi titubante.
Accarezzò il dorso della mia mano con il pollice.

Entrai timorosa nascondendomi dietro la sua figura.
Inaspettatamente non c'era davvero nessuno. Entrammo di fretta in camera di lui chiudendoci la porta alle spalle.
Stava per baciarmi quando lo bloccai combattendo contro i miei stessi istinti.

"Dobbiamo parlare."
Lui sospirò lasciandosi cadere seduto sul letto.
"Non dirmelo, ti senti in colpa con il caro Diggory?" Disse con aria scocciata.
"Non posso fargli questo, io ho bisogno di lui."

Si alzò venendomi in contro. Con una mano accarezzò la mia guancia e toccò la mia fronte con la sua chiudendo gli occhi.
"È quello di cui hai bisogno, ma è anche ciò che vuoi?"
"Si."
"Allora perché hai iniziato questa cosa tra noi? Non mentire a te stessa, sappiamo entrambi che tra noi si avverte una connessione, qualcosa di viscerale."

Quello parole mi facevano rabbrividire, dentro di me c'era un misto di eccitazione e paura.
"Forse."
"Forse dici tu, bugie raccontate allo specchio."
"È un confine sottile quello tra noi."
"Sarebbe così semplice superarlo."

L'istinto prese il controllo su di me, mi lasciai andare completamente. Affondai le mie mani nei suoi capelli e lui mi afferrò facendomi cingere il suo bacino con le gambe.

Alzò la gonna infilando la mano nelle mie mutandine sentendo la mia umidità.
Mentre continuava a baciarmi affondava le dite sempre più in profondità con un movimento sempre più veloce.

Ad un passo dal mio orgasmo si bloccò, feci un gemito di disapprovazione.
Si slacciò i pantaloni e mi riempì completamente con i suoi 27 centimetri.

Ansimavo senza contegno mentre lui continuava a dare spinte sempre più forti che mi facevano tremare.

La porta dietro di noi cigolava ma in quel momento mi importava solo di noi due, lo volevo, volevo godere di lui , con lui.

Fuori controlloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora