Capitolo 59

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Le mani di Draco mi cullarono dolcemente il viso mentre il bacio iniziava a diventare più intenso.
Quando sentì il suo corpo premere contro il mio qualcosa dentro di me si ruppe: erano emozioni che non provavo da così tanto tempo, ma il mio corpo rispondeva, ne voleva di più, voleva Draco.

Improvvisamente ebbi paura e mi irrigidì, Malfoy percepì il mio cambiamento e si scostò da me.
"No aspetta..." implorai triste tentando di non farlo allontanare.
Lui mi studiò per alcuni secondi.
"Un passò alla volta." Mi portò i capelli dietro l'orecchio e mi stampò un bacio sulla fronte. Mi guardava come se fossi un cucciolo ferito e come se fosse lui l'assalitore.
"Ora devo proprio andare... cerca di riposare." Si allontanò malvolentieri da me.

"Non è colpa tua." Sussurrai impulsivamente.
"Cosa?" Alzò un sopracciglio.
Io alzai lo sguardo con più determinazione.
"Non è colpa tua Draco, quello che hai fatto è stato per proteggermi, l'ho capito ora."
Lui sospirò tristemente.
"Non saresti dovuta finire qui... non avresti dovuto essere torturata... o resa schiava..."
"Non è colpa tua."
Sorrise distrutto.
solo colpa mia, Aster."  Sottolineò.
"No, smettila!"
"Saresti potuta morire..." aveva lo sguardo vuoto mentre parlava. " Per un po' l'ho pensato sai... dopo la battaglia di Hogwarts.
Pensavo che l'esplosione ti avesse coinvolta... solo dopo qualche giorno sono riuscito a scoprire che eri viva."
Stavolta il dolore nei suoi occhi mi punse così tanto che dovetti lasciarlo andare, stordita com'ero.

La guerra ci aveva fatto a pezzi, non importava quanto tempo sarebbe passato, le crepe sarebbero rimaste sempre lì al proprio posto.

"Sto lavorando sulla tua fuga... non so quando riuscirò a tornare."
Disse sull'uscio senza voltarsi, poi sparì nell'ombra della notte, lasciandomi con una grande voragine nel petto.

-

Durante la notte ragionai su una cosa:
dopo che avevo lanciato l'attacco a Voldemort alla fine della battaglia di Hogwarts qualcuno mi aveva salvata.
Stavo per morire nell'esplosione ma qualcuno mi aveva portato in salvo, avevo sempre pensato che fosse stato Draco ma lui mi aveva appena detto che era convinto che io fossi morta.

Quindi non era stato lui a salvarmi...
Chi poteva essere stato allora?

-

La sera dopo rientrò Tom, mi trovò intenta a disegnare uno schema di Hogwarts per come me la ricordavo e con le modifiche che ero riuscita a memorizzare.
C'era la piantina originale in nero e le modifiche dal passaggio a Voldemort in rosso sovrapposte.
Non tentai di nascondere il mio lavoro quando Riddle si avvicinò, tanto per lui non aveva alcun valore quando provassi a elaborare un piano di fuga. Sapevamo entrambi che senza una bacchetta ero in trappola.

Era vestito in abiti casual, che per lui corrispondevano ad un pantalone e una camicia. Poggiò una mano sul mio tavolo da lavoro.
"Dobbiamo parlare."
Io continuai a lavorare.
"Ti ascolto."
Lo feci innervosire, mi strappò la penna dalle mani e la sbatté sul tavolo facendo colare qualche macchia di inchiostro, il suo gesto mi fece rabbrividire dalla paura, non dovevo mai dimenticare chi avevo davanti.
L'assassino di Cedric, il braccio destro di Voldemort, suo fratello, il mio "padrone".
Mi degnai di guardarlo ma non mi alzai dalla sedia.

Aveva l'aria stanca, il viso scavato, le occhiaie ben delineate. Nonostante avesse un'aspetto quasi malaticcio il suo fascino non rendeva meno.
"Tra una settimana ci sarà una serata importante con alcuni amici ... tutti coloro che hanno avuto l'onore di avere un dono da parte del Signore Oscuro, come il sottoscritto, dovrà essere presente."
Corrucciai la fronte confusa.
"Con dono... intendi?" Mi portai una mano sul petto e lui annuì; ovviamente intendeva gli schiavi.

"Esatto." Si appoggiò di peso sul tavolo da lavoro incrociando le braccia intorno a sé.
"Come hai ben capito il trattamento che ti ho riservato è ben distante da ciò che dovrebbe essere la tua reale condizione...
Quando saremo in pubblico però dovrai comportarti a dovere come ogni altro schiavo. Abbiamo una settimana per educarti."
"E se io non volessi essere educata?" Chiesi a mezza bocca. Mi afferrò il mento portando i miei occhi nei suoi.
"Mi costringeresti ad usare le maniere forti."

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