Capitolo 11

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Aria.

Avevo bisogno d'aria.

Non riuscivo a respirare.

Volevo correre via, ma le mie gambe non si muovevano.

Ero inchiodata sul mio posto, non riuscivo a dire o fare nulla.

Mi sentivo persa, completamente persa.

A riuscuotermi fu il chiasso della folla che usciva dalla sala grande. Non volevo vedere nessuno, non volevo parlare con nessuno.

Non so da dove, finalmente mi arrivò la forza per correre via. Scappai senza meta avvolta dalle tristezza, dalla rabbia e da un dolore mai provato.

Continuai a correre, non potevo né riuscivo fare altro.

Continuai a correre per i corridoi della scuola sperando di non incontrare nessun professore.

Cedric, il mio Cedric.
Lui che aveva dichiarato di amarmi?
Ma cosa potevo aspettarmi... avevo fatto lo stesso con lui, il karma era tornato indietro.

Maledissi me stessa.
Ero stata io la causa di tutto, come potevo prendermela con lui?

Mi ritrovai nella torre di Astronomia, mi sedetti per terra appoggiandomi allo scaffale freddo con la schiena. La testa mi pulsava, non riuscivo a capire più nulla.
Caddi in un sonno profondo per via della stanchezza.

-

"Natalie! Natalie svegliati!"
"Non serve urlare..."
Aprì gli occhi ancora confusa.
"Ehi, va tutto bene?"
Davanti a me c'era Potter con un'espressione preoccupata.

"Si, ecco io..." Non era solo, dietro di lui c'era Cho Chang. Non potevo farmi vedere da lei così, non poteva essere tra i primi a saperlo. No, lei no.
Non le avrei dato questa soddisfazione.

"Che è successo? Perché sei qui da sola?!" Gracchiò Potter.
La corvonero si avvicinò a noi con un'espressione mista tra eccitazione e preoccupazione.
"Hai bisogno di aiuto? Vuoi che chiamo Cedric?"
"Harry va tutto bene." Mi alzai "Ho solo bisogno di stare sola." Furono le mie ultime parole prima di scappare via.
"Natalie!"
Non mi fermai.

-

Tornando nella mia camera imboccai senza pensarci la strada per la sala comune Serpeverde.
E se avessi...

"Ancora in giro, Aster?"
Malfoy mi fece sobbalzare. Quando mi guardò in viso la sua espressione venne tramutata dalle preoccupazione.
"Che succede? Sembri sconvolta."
Istintivamente lo attirai a me premendo le mie labbra sulle sue.
"Fammi stare bene Draco, fammi solo stare bene..."

Rispose al mio bacio senza chiedermi nulla.
Questo era quello che volevo, era quello di cui avevo bisogno.
"Andiamo in camera mia" sussurrai.
Mi seguì senza fare domande.

Una volta in camera lo baciai quasi con rabbia, lo morsi, lo graffiai.
Volevo scoparlo, volevo che la testa mi si svuotare, volevo godermi il momento senza pensare a nient'altro.
Lo buttai sul letto slacciandogli i pantaloni e inziando a masturbarlo.
Poco a poco iniziai poi ad usare la bocca, dall'espressione Draco sembrava in paradiso.

Non lo feci venire e salì su di lui slacciando la sua camicia bottone dopo bottone.
Intanto Draco spostò il mio intimo per toccarmi.
Era la prima volta che mi lasciava prendere in controllo senza opporre resistenza.

Iniziai a cavalcarlo con un movimento fluido, senza interrompere il contatto visivo.

"Quanto sei bella..." sussurrò con una voce piena di lussuria.

Afferrò il mio corpo con entrambe le mani rigirandomi sul letto, per quanto avesse provato a lasciarmi fare voleva il controllo tutto per lui. Voleva essere lui a dominare.

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