03 - Una serata movimentata

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<<Fede ma vuoi passare quella palla?>>.

Da fondo campo si sentì urlare una voce, poi come un missile, quella voce divenne un punto ben definito davanti ai suoi occhi.

Si sarebbe aspettato una ramanzina da parte del suo mister, invece a sgridarlo quella volta fu proprio Nicolò, non capiva cosa avesse fatto, si stava allenando come suo solito, eppure aveva come il presentimento che avesse sbagliato qualcosa.

<<Ma si può sapere che ti prende Fede?>>.

<<Cosa ho fatto?>> domandò il diretto interessato, guardando il suo amico spaesato.

<<Sei con la testa tra le nuvole, ti rendi conto che tra esattamente un mese abbiamo una partita importante? Ti vuoi qualificare o vuoi restare qui per tutta la vita?>>.

Nicolò era ben deciso a svegliare il suo amico, non sapeva bene cosa avesse, anche se una mezza idea ce l'aveva, ma pur di evitare di litigare con lui ancora una volta e di passare per quello geloso, decise comunque di fare silenzio e aspettare spiegazioni.

<<Mi dispiace, è che ultimamente non riesco a dormire bene e credo che questo influisca anche sulla mia vita privata>>.

<<E se posso chiedere, cos'è che ti turba tanto da non farti dormire la notte?>>.

Federico lo guardò e per la prima volta, si trovò in seria difficoltà nel rispondere a una domanda tanto banale quanto quella che le era stata appena posta. Si limitò a un'alzata di spalle e a un sorriso poco convincente.

<<Forse bevo troppo caffè, dovrei diminuirne le dosi>>.

Non era vero ovviamente e questo Nicolò lo sapeva bene, non aveva mai visto Federico con una tazza di caffè in tutta la sua vita, ma decise di dargli corda e annuire, anche se poco convinto della verità dei fatti.

<<Comunque>> disse Federico cercando di cambiare discorso <<stasera c'è una festa, ti va di aggiungerti a noi?>>

<<Chi siamo?>> rispose Nicolò entusiasta, era da tanto che non partecipava a una festa e quella sera era proprio in vena.

<<I soliti, io, tu, Lori, Ciro, Teo e Hayley>>

A sentire quel nome, l'espressione di Nicolò cambiò, da felice e al settimo cielo quale era qualche secondo prima, divenne serio e scuro in volto.

<<Credo di avere altri impegni per questa sera, magari sarà per la prossima>> abbozzò un mezzo sorriso di circostanza, ma Federico non cedette e rincarò la dose.

<<Me l'hai promesso Nico, poi mica dovete stare sempre appiccicati, dai fallo per me, è da tanto che non usciamo insieme>>.

"Fatti due domande e datti delle risposte" avrebbe voluto rispondere il moro, ma decise di tacere e accettare il suo invito, anche se di malavoglia. Sperava solo che la serata sarebbe passata in fretta.

<<Perfetto, allora finito qui, andiamo a casa mia e ci prepariamo lì, ci stai?>> gli domandò più contento che mai.

Nicolò accettò, non che avesse molte altre alternative a riguardo, pur di non deludere il suo migliore amico avrebbe fatto qualsiasi cosa, gli aveva promesso che avrebbe cercato almeno di tollerare la presenza di Hayley. Gli aveva dato la sua parola, ma la vedeva davvero dura come cosa.

Quei due erano come cane e gatto, non si potevano vedere neanche da lontano e se qualcuno dei loro amici nominava il nome dell'altro in loro presenza, erano pronti a tirar giù le peggio battute.

Tra una chiacchiera e l'altra e qualche passaggio, l'allenamento terminò e il mister li congedò dando loro appuntamento al lunedì seguente per continuare quello che avevano interrotto.

I due andarono dritti negli spogliatoi, si fecero la loro solita doccia, si cambiarono, poi insieme tornarono a casa di Federico, dove ad aspettarli, come sempre, c'era la cena che aveva preparato la madre.

Nicolò era ormai di casa, passava più tempo lì che a casa sua e la signora Francesca, lo trattava ormai come se fosse un figlio.

<<Tutto squisito Francesca, come sempre>>.

<<Grazie caro, dove andate di bello questa sera?>> domandò la mamma ai due.

<<A una festa, ci vediamo con gli altri in questo nuovo locale che ha aperto da poco>>.

<<Mi raccomando fate attenzione>>.

La mamma era sempre la mamma e nonostante Federico e Nicolò fossero ormai grandi, i soliti avvertimenti non mancavano mai.

Entrambi annuirono e poi dopo aver aiutato a mettere a posto la cucina, si diressero in camera del castano a scegliere cosa indossare per la serata.

Non avevano fisicità identiche, Nicolò era più mingherlino rispetto a Federico che, oltre a essere leggermente più alto di lui, era ben piazzato, ma questo non gli vietava di rubargli comunque i vestiti.

<<Ricordati che poi quelli me li ridai>> disse il castano indicandogli la camicia bianca fresca di stiratura e i jeans che gli aveva prestato.

<<Certo>> rispose l'altro <<tu cosa ti metterai?>> gli domandò finendo di vestirsi.

Era indeciso su quale outfit sfoggiare per la serata, poi si ricordò di quel completo che era andato a comprare con la sua amica e lo tirò fuori dall'armadio

<<Questo>> glielo indicò entusiasta.
Era una semplice camicia bianca, abbinata a dei pantaloni di cotone nero, li indossò, poi passò a tirar su il suo ciuffo con della lacca e una volta terminato il tutto, si guardò allo specchio per rifinire i minimi dettagli <<comunque, io ho fatto, se sei pronto possiamo andare>> affermò Federico, ricevendo il consenso da parte dell'amico.

Scesero le scale e dopo aver salutato i suoi genitori, entrambi si diressero in questo nuovo locale. Non distava molto da dove erano, ma fuori il tempo era drasticamente cambiato, stava arrivando l'autunno e con lui anche le basse temperature.

<<Credo sia questa la via, magari possiamo chiedere>> esordì Federico una volta arrivato a una svolta e non aver trovato nulla se non alberi e cespugli, in più la scarsa luminosità non gli permetteva di vedere granchè.

<<Sì, credo siamo arrivati>> lo rincuorò Nicolò, indicandogli un grosso edificio alla sua sinistra, poco lontano da dove erano.

Davanti l'edificio bianco, vi era un'insegna grande quanto tutta la facciata in cui ergeva la scritta "Nuova apertura", più chiaro di così.

I due si guardarono e decisero di entrare immediatamente, il freddo stava diventa troppo pungente là fuori.

Si guardarono intorno trovando il posto davvero carino, dall'esterno non lo avrebbero mai detto, anche se non riuscivano a vedere molto se non una miriade di corpi sudati che ballavano tra di loro.

<<Vedi qualcuno dei nostri amici?>> urlò Federico cercando di sovrastare il frastuono dovuto alla musica.

<<No>> rispose di rimando Nicolò, poi come se qualcosa lo attirò in quella direzione, volse lo sguardo verso sinistra <<credo di aver appena visto la tua amica>>.

E come se lei lo avesse sentito, si voltò nella sua direzione e i loro sguardi si incrociarono, forse per la prima volta.

Dimmi che ne vale la pena || Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora