08 - Incidenti con risvolto

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Quegli occhi Nicolò li aveva visti tante volte, ma non aveva mai fatto caso alla loro intensità.

Saranno state le luci che in quel momento erano più forti rispetto alle altre volte, o la stanchezza che prendeva possesso del viso di lei, fatto sta che in quel momento, non sapeva cosa dire.

Non aveva pensato a nessuna battuta da farle e aveva persino dimenticato il luogo in cui si trovava, ma ci pensò il macchinario su cui era poggiato a riportarlo sul pianeta terra.

Lo buttò al pavimento con una facilità disarmante e a quella scena, Hayley, non potè non scoppiare in una forte risata. Talmente forte che le poche persone presenti si voltarono nella loro direzione, per capire cosa stesse succedendo.

Il coach accorse subito da lui e gli porse la mano, ma Nicolò gliela scansò in malo modo e dopo essersi ripulito dalla polvere, prese il suo borsone, il suo asciugamano e uscì.

Hayley era certa che se prima la odiava e non scorresse buon sangue tra di loro, dopo quella situazione in cui si era sentito deriso e umiliato proprio da lei, avrebbe voluto vederla morta.

In parte si sentiva in colpa, anche se non erano amici e ne approfittavano ogni qualvolta erano insieme per insultarsi e maledirsi a vicenda, avrebbe dovuto aiutarlo e non farlo sentire più in imbarazzo di quanto già non si sentisse dopo quella caduta, perchè nonostante tutto conosceva Nicolò e sapeva che anche se non lo dimostrava, c'era rimasto male.

La ragazza si alzò, prese le sue cose e seguì il ragazzo fuori dalla palestra. Senza farsi vedere, lo seguì per un lungo tratto di strada, avrebbe voluto avvicinarsi e porgergli le sue scuse senza risultare maldestra o programmata, ma non fece nulla di tutto ciò che aveva pensato, si limitò soltanto a seguirlo, fino a quando lui non si fermò di colpo e lo stesso fece anche lei.

<<Guarda che lo so che mi stai seguendo, cosa ti serve?>>.

Hayley rimase quasi immobile di fronte a quell'affermazione.

Che avesse gli occhi anche dietro la nuca? Oppure lei non era stata così silenziosa come invece pensava?

<<Allora? Sto aspettando>> disse ancora una volta lui, senza però girarsi nella sua direzione, cosa che le parve subito strana.

<<Io volevo solo scusarmi con te, non volevo ridere e...>>.

Hayley affiancò il ragazzo, ma si accorse subito che qualcosa non andava.
Come si avvicinò, lui voltò immediatamente il viso dalla parte opposta e alzò ancora di più il cappuccio per coprirsi meglio... eppure non era così freddo, quindi quel gesto non la convinceva affatto.

<<Ti sei fatto male?>> gli domandò avvicinandosi ancora di più.

Lui scosse la testa, ma ancora una volta non se la bevve, lo affiancò, fino a prenderlo di sorpresa e posizionarsi davanti a lui.

In quel momento fu inevitabile per lui e non riuscì a coprirsi in tempo.

Sul viso, o meglio, sulla parte del mento, vi era un grosso taglio che partiva dalla base fino a raggiungere la guancia e del sangue secco posizionato sulla ferita.

<<E menomale che non ti eri fatto niente>> esclamò la ragazza, portandosi entrambe le braccia sui fianchi, in quel momento sembrava sua madre, perciò Nicolò si lascio sfuggire un sorrisetto divertito <<che c'è? Perchè ridi?>>.

<<La parte della preoccupata non ti si addice per nulla, lasciami in pace dai>> annunciò Nicolò, riuscendo finalmente a liberarsi di quel peso e proseguendo per la sua strada, ma Hayley non si lasciò sopraffare dal suo caratteraccio, lo raggiunse nuovamente e gli sbarrò la strada, beccandosi ancora una volta uno sbuffo da parte del diretto interessato.

<<Sembra essere un taglio profondo e si sta formando un ematoma proprio qui>> indicò il mento <<casa mia è la più vicina, vieni un attimo che disinfettiamo la ferita e poi te ne vai dove vuoi tu>>.

<<Non ci vengo a casa tua>> si mise subito sulla difensiva Nicolò.

In vita sua non era mai stato a casa di qualcuno che non reputasse amico stretto, infatti le uniche case su cui aveva osato mettere piede, erano quelle di Federico, di Ciro, di Lorenzo e di Matteo, gli unici di cui si sarebbe fidato anche a occhi chiusi.

<<Ma la mia non era una domanda, era un ordine, perciò muoviti e andiamo che non ho tutto il giorno>> gli disse Hayley iniziando a camminare, ma Nicolò, ancora una volta, se ne stava fermo dov'era. Non aveva intenzione di andare a casa sua e sarebbe stato categorico in quella sua decisione.

<<Ho detto che non vengo>> si impuntò.

<<Nicolò devo solo medicarti la ferita, te l'ho detto, poi te ne vai e nemici come prima>>.

Nicolò sembrò riflettere sulle sue ultime parole e dopo averle soppesate per bene, ritornò con lo sguardo su di lei.

<<D'accordo, io adesso vengo con te e medichiamo questa cosa, che credimi... fa un male incredibile, ma poi torneremo a odiarci come prima, chiaro?>> le intimò Nicolò, puntandole un dito contro, Hayley rise e annuì di seguito <<No, giuralo>> esordì ancora.

<<Lo giuro>> disse lei, mettendosi una mano sul cuore e successivamente sulla bocca come a sigillare quel patto avvenuto tra i due.

<<Nana, sono serio>>.

A quelle parole la ragazza si bloccò di colpo e smise di sorridere. Sapeva da fonti certe che non la chiamava mai per nome, il più delle volte usava sempre dei nomignoli che la infastidivano.
Certo, aveva usato insulti peggiori, ma quella volta era diverso, era sicura che non fosse un insulto. Ovviamente chiamarla nana non era di certo un complimento, ma immaginava che fosse in un contesto diverso, non aveva mai usato vezzeggiativi nei suoi confronti, mai.

<<Come mi hai chiamato?>> chiese curiosa lei, pensando di aver capito male.

<<Non ha importanza, andiamo adesso, prima che cambio idea>>.

E senza aggiungere altro la sorpassò e iniziò a camminare, questa volta a passo più spedito, verso una meta non precisa visto che non sapeva dove la ragazza abitasse.

Erano davvero strani insieme, un comportamento come il loro non si era mai visto.

Avrebbero fatto di tutto per mantenere quel rapporto di odio che si ostinavano a voler preservare. Il problema era che nessuno capiva il perchè.

Dimmi che ne vale la pena || Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora