32 - Una bugia a fin di bene

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La serata procedette nel migliore dei modi.

Era da un po' che non uscivano loro da soli, erano sempre circondati dai loro amici.

Non che la cosa li infastidisse, adoravano passare il tempo con quei matti, ma era anche vero che molte volte avrebbero voluto passare il loro tempo loro due da soli come facevano anche in passato.

Federico era sempre stato un punto fermo per lei, si era spesso domandata del perchè si fosse avvicinato a lei quel giorno e non aveva mai trovato una risposta adeguata. Non aveva avuto neanche mai il coraggio di domandarlo a lui stesso, aveva sempre pensato che se il destino lo aveva messo sulla sua strada, un motivo c'era.

Come faceva poi a non pensare anche agli altri tre ragazzi della sua vita? In diciassette anni di conoscenza non erano poi cambiate così tanto le cose. Ciro e Lorenzo continuavano a stuzzicarsi dalla mattina alla sera e Matteo rimaneva il solito timidone con cui non riuscivi mai a scambiare qualche parola, se ne stava sempre sulle sue e ti squadrava, cercava di carpire i tuoi segreti solo guardandoti e il più delle volte ci riusciva anche.

Poi il suo pensierò mutò verso Nicolò, era un ragazzo davvero tanto strano e non ne capiva il perchè, un giorno poteva darti anche la luna e il giorno dopo se la poteva pure riprendere, chiedendoti indietro gli interessi.

Col tempo, Hayley, aveva capito che quel ragazzo non era cattivo, era soltanto infelice.

Nella sua vita era stato abituato ad avere sempre tutto, ad essere il leader, a comandare su tutto e tutti, il problema era che glielo permettevano anche.

Ma questo primato gli fu tolto quando la ragazza entrò a far parte del loro gruppo, si sentì come minacciato dal tanto coraggio che aveva lei nello sfidarlo, poichè i suoi amici, certi passi falsi, non si erano mai permessi di farli.

<<Andiamo?>> disse Federico interrompendola dallo stato di trance in cui era caduta.

Aveva pagato già per entrambi e stava solo aspettando la ragazza sull'uscio della porta con in mano la sua giacca.

Per quanto tempo era rimasta in quella posizione a fissare il vuoto? Che figura aveva fatto?

Senza guardarlo in faccia, annuì e si diresse fuori da quel ristorante, non vedeva l'ora di essere a casa sua, nel suo letto e mettere a tacere i pensieri che le stavano divorando il cervello.

Qualcosa in lei stava cambiando e non sapeva definire se era un bene o un male.

<<Ti vedo pensierosa, è andato male qualcosa?>> chiese nuovamente il suo migliore amico con fare preoccupato.

Questa volta la ragazza scosse la testa e gli lanciò il suo miglior sorriso, ma Federico la conosceva troppo bene e non sarebbe cascato in un tale trucchetto, ma per quella sera avrebbe lasciato perdere per non farla innervosire ulteriormente.

Arrivarono a casa della ragazza in un tempo veramente lungo, decisero di procedere con calma, anche se per tutto il tragitto non parlarono quasi mai.

<<Grazie del passaggio Chicco, ti fermi a dormire qui stasera?>> gli chiese una volta arrivata a destinazione e aver aperto la porta di casa.

<<No Lily, vado a casa che domani mi devo svegliare presto, lo sai>>.

Cosa doveva fare di così tanto importante il giorno successivo che non gli permetteva di passare la serata in sua compagnia? Non gli chiese niente, ma la sua faccia parlava per lei, infatti anche Federico se ne accorse e sbuffò.

<<No dai, non mi dire che ti sei dimenticata>> la rimproverò incrociando le braccia al petto e aspettando una risposta da parte della colpevole, che però non aveva intenzione di rispondere.

Dimenticata di cosa? Centrava anche lei in questa decisione? Dovevano fare qualcosa insieme il giorno dopo e lei se ne era dimenticata?

Federico intuì dalla sua espressione che la ragazza non avesse idea di che cosa stesse parlando, perciò con tutta la calma di cui era provvisto, si limitò a spiegarle nuovamente tutto quanto.

<<Domani dobbiamo partire per Milano, ho una partita a cui non posso mancare purtroppo>> esordì sbuffando <<i ragazzi ci saranno, ad eccezione di Nicolò che non si può muovere molto e tu mi avevi dato la tua parola che ci saresti stata>> la rimproverò nuovamente.

In quel momento ricordò tutto.

Ma certo... la partita. Come aveva fatto a dimenticarsi una cosa del genere? Non si era mai persa una partita del suo migliore amico, mai. Era sempre in prima fila in ogni stadio in cui andavano, che ci fosse il sole o la pioggia poco importava, lei doveva essere lì a sostenere lui e tutta la squadra.

<<Dobbiamo essere a Milano verso le sedici, quindi ti passo a prendere la mattina, così partiamo con tutta calma, che ne dici?>>.

E ora come glielo diceva che non sarebbe partita con loro?

A dire il vero avrebbe dovuto preparare la valigia ed era una cosa che odiava fare, ma soprattutto non voleva lasciare Nicolò da solo.

Quel giorno in cui era andata a trovarlo, aveva visto quanta difficoltà facesse nel compiere anche i movimenti più banali, perciò decise che per quanto fosse odioso e a tratti irritabile, tutti meritavano di essere aiutati, per questo motivo non se la sentiva proprio di partire e lasciarlo alla sua sorte.

Il problema consisteva nel dirlo a Federico ora.

<<Mi dispiace Chicco, mi ero proprio dimenticata di questa partenza e... e non sono pronta, mi piacerebbe partire con voi lo sai, ma ho già preso altri impegni>> esclamò tutto d'un fiato e sperò che Federico non le domandasse quali fossero questi impegni altrimenti non avrebbe saputo proprio cosa rispondere.

Per sua fortuna, il ragazzo davanti a lei non le fece domande ma si limitò ad abbassare lo sguardo e ad annuire.

<<Mi dispiace, mi avrebbe fatto bene avere il mio portafortuna sugli spalti>> disse poi ritrovando il sorriso e tornando a guardare la sua amica con circospezione.

<<Tanto lo so che vincerete quindi se ci sono o non ci sono, non ti cambia nulla>> lo prese un po' in giro giocosamente.

Poi guardò l'orologio che aveva al polso e si accorse che era veramente tardi, sia per lei, che non era più abituata a fare certi orari, che per lui, che quella stessa mattina sarebbe partito per Milano.

<<Non me la tirare Lily, è la volta buona che faccio la stessa fine di Nicolò>> esclamò scherzando, ma rise solo lui visto che la ragazza si rabbuiò di colpo, non voleva pensare ad un'eventuale ipotesi <<sto scherzando>> disse subito dopo, vedendo l'espressione cupa della ragazza.

<<Beh, non si scherzano su queste cose>> rispose cercando di mantenere un'aria seria, ma scoppiò a ridere seguita da lui <<comunque in bocca al lupo per domani e voglio un resoconto dall'inizio alla fine, chiaro?>> gli intimò puntando il dito contro di lui.

<<Certo capo>> rispose poi abbracciandola <<fai la brava in mia assenza>> le sussurrò, lasciandole un bacio tra i capelli.

Dopo essersi salutati, si chiuse la porta alle spalle e si avventò su di essa.

Non voleva mentire al suo migliore amico, ma non avrebbe capito.

Dimmi che ne vale la pena || Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora