20 - Le figuracce sono all'ordine del giorno

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Ennesimo pomeriggio passato a casa di Fede, quella casa per lei era sempre stato il suo posto sicuro nei momenti di noia e solitudine.

Era da un po' di giorni che non vedeva i ragazzi, non perchè ci avesse litigato, ma perchè ormai erano presi dalla nuova arrivata. Sapeva benissimo che si era unita al loro gruppo soltanto per stare un po' di più in compagnia di Ciro, per la quale aveva una cotta da diverso tempo, ma che non era mai riuscita a dichiararsi, solo che a lei, questo attaccamento morboso da parte di un'estranea ai suoi amici più cari, le faceva storcere il naso.

Era gelosa? Sì, lo era e anche tanto.

Li conosceva dai tempi delle scuole elementari, erano gli unici che si erano interessati a lei e che l'avevano subito accettata nel gruppo senza porsi troppe domande, non avrebbe permesso a chiunque di distruggere ciò che loro avevano costruito così bene.

Federico invece era l'unico che le era rimasto accanto nonostante tutto, lo definiva il suo migliore amico perchè era la sua metà, l'unico senza la quale non sarebbe riuscita a vivere.

Come ogni pomeriggio infatti si trovava a casa sua, quel giorno poi aveva anche palestra e siccome non aveva voglia di farsi tutta la strada a piedi, voleva chiedergli se le poteva dare un passaggio, certa che non le avrebbe mai detto di no.

<<Che si mangia?>> le chiese la ragazza una volta che Federico aprì la porta.

Una cosa era certa, non sarebbe mai cambiata, pensava sempre al cibo e poi si pentiva perchè avrebbe dovuto ricominciare la dieta, questo capitava praticamente tutti i giorni.

<<Sono le tre di pomeriggio, l'ora di pranzo è finita da un pezzo>> la rimbeccò Fede sorridendo.

<<A proposito, mi accompagni in palestra? Non ho voglia di camminare>>.

Meglio dire la verità che girarci troppo intorno, poi una cosa che Federico proprio non sopportava, era chi cercava mille scuse per chiedere una cosa semplice e banale, questo Hayley lo sapeva bene, per questo decise di chiederglielo subito, ricevendo un assenso da parte del diretto interessato.

<<Ma che non sia un'abitudine>> la rimproverò bonariamente lui, sapeva che da una parte sperava che prendesse la patente presto, così per una volta avrebbe potuto fare lui il passeggero e non sempre l'autista.

<<Grazie Fede, te l'ho mai detto che sei il migliore?>> si complimentò con il suo migliore amico <<comunque ho lasciato la tuta da te per caso?>>.

<<Credo sia in camera mia>> le suggerì Federico <<ma bussa perchè...>>.

Non fece in tempo a finire la frase che Hayley era già sopra le scale e diretta in camera di Federico. Conosceva quella casa a memoria e in tutti quegli anni non era cambiata di una virgola.

Entrò quasi con vigore, ma si bloccò quasi di colpo sui suoi passi e si portò in automatico una mano a coprire gli occhi.

Quella scena non se la sarebbe mai aspettata e di certo non era preparata.

Nicolò era in piedi davanti a lei con indosso solo un paio di boxer e in mano quella che doveva essere la felpa di Federico. Cosa ci faceva lui lì? E perchè non indossava niente?

<<Tu cosa ci fai qui?>> chiese effettivamente la ragazza dando le spalle al moro e cercando di regolarizzare il respiro.

<<Non ti hanno mai insegnato a bussare?>> domandò a sua volta Nicolò.

<<Secondo te posso sapere che c'è qualcuno in camera di Fede? La prossima volta mettete un cartello>>.

Non sapeva più come uscirne e sperava soltanto che quell'imbarazzo finisse al più presto. Le era capitato spesso di vedere ragazzi mezzi nudi agli allenamenti di calcio a cui aveva assistito con i suoi amici, era all'ordine del giorno denudarsi, ma con Nicolò era nettamente diverso.

Il suo fisico negli anni era decisamente cambiato, aveva messo su la muscolatura giusta e tolto i chili in eccesso per cui si era sempre lamentato. Per non parlare poi delle sue gambette esili, grazie al calcio e alla palestra, aveva rinforzato anche i polpacci e aggiunto dei muscoli anche nelle cosce.

<<Ho dormito qui ieri notte, non mi andava di stare a casa mia e siccome lui è il mio migliore amico, mi ha offerto di passare la notte nella camera degli ospiti>> marcò bene la parola "mio", ma Hayley in tutto ciò non ci fece caso e lasciò correre, ancora troppo presa dalla scena che aveva visto qualche secondo fa. Chissà se si era rivestito, magari era meglio dare un'occhiata prima di fare altre figure.

<<Sei presentabile? Posso girarmi o devo stare così in eterno?>> domandò dando ancora le spalle al ragazzo che se la rideva sotto i baffi per la goffaggine della ragazza.

<<Puoi sempre uscire, non mi offendo mica>> ipotizzò sul più ovvio.

<<Dai, devo andare in palestra, sono in ritardo e devo prendere una cosa che avevo lasciato qui e non riesco se non guardo dove metto i piedi... e le mani soprattutto>>.

Ormai era diventato quasi impossibile cercare di fare la seria, soprattutto con un tipo come Nicolò che prendeva come doppio senso ogni cosa che uscisse dalla bocca della ragazza.

Le era sembrato di intravedere sul letto la sua tuta piegata accuratamente e fu quasi sicura che anche Nicolò l'avesse adocchiata perché alle sue spalle non sentiva più alcun rumore di risata o sottofondo che le facesse capire che era ancora lì a osservarla.

Qualche secondo dopo sentì una presenza alle sue spalle.
Nicolò si avvicinò a lei, le sfiorò una parte del collo spostandole leggermente i capelli di lato, poi avvicinò la bocca al suo orecchio lasciandole una miriade di brividi percorrerle l'intera area.

<<Credo tu stia cercando questa>> le disse poggiandole la tuta su una spalla <<ti aspetto di sotto, non fare tardi, non mi piacciono i ritardatari>>.
Se ne andò lasciandola ancora una volta senza parole.
Non poteva fare così ogni volta però.

Poi a mente più fresca soppesò meglio le parole del ragazzo...

Cosa significava questo? Che sarebbe stato lui ad accompagnarla e non Federico? Questa era decisamente una tortura.

Dimmi che ne vale la pena || Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora