27 - Il giorno della partita pt.2

1.7K 53 9
                                    

Il primo tempo finì 0 a 0 per entrambe le squadre.

Si erano battuti molto, ma nessuno si era avvicinato quel tanto che bastava alla porta avversaria per segnare un goal.

Da una parte era contenta che la sua squadra non avesse subìto neanche un goal avversario, ma dall'altra parte voleva vederli mordere un po' di più, voleva vederli sudare e cercare la vittoria con le unghie e con i denti.

Il secondo tempo stava iniziando e la ragazza osservava i due mister mentre sceglievano chi far entrare al posto di chi.

I suoi occhi si fissarono su di un ragazzo che giocava nella squadra avversaria, era sicura di averlo già visto, ma non sapeva bene dove e da quella distanza era quasi impossibile poter riconoscere i volti.

L'arbitro annunciò l'inizio del secondo tempo e i ragazzi iniziarono a correre da una parte all'altra.

<<Dai ragazzi, sfruttiamo al meglio gli ultimi quarantacinque minuti rimasti>> si ritrovò a urlare Hayley dalle tribune, si alzò in piedi per far sentire la sua presenza ai ragazzi.

Potevano farcela, glielo si leggeva negli occhi la voglia che avevano di mettere al tappeto i loro avversari, allora perchè non si davano una mossa?

<<Ti vedrei bene nel ruolo di arbitro>> la prese in giro Ciro alzandosi anche lui e facendo il tifo per i suoi amici.

Quanto avrebbe voluto essere lì anche lei, correre insieme a loro, rubare la palla e dirigersi a passo svelto verso la porta avversaria, mentre i suoi colleghi l'avrebbero supportata gomito a gomito e i suoi avversari l'avrebbero temuta e infine avrebbe fatto quel goal che avrebbe permesso alla sua squadra di vincere la competizione più importante del mondo.

Era bello sognare, le piaceva davvero tanto estraniarsi dal mondo, ma la realtà fu più dura e le venne sbattuta in faccia quando si accorse che lei era ancora ferma sulle tribune e che la sua squadra aveva appena subìto il loro primo goal.

Così non andava, di questo passo avrebbero perso e questo non doveva assolutamente accadere. Si demoralizzò per un istante, ma tornò alla carica più forte di prima, si alzò in piedi e iniziò ad intonare l'inno della loro squadra, invitò i suoi amici a fare lo stesso e in poco tempo lo stadio si riempì delle loro voci, mischiate a quelle di più di 23mila spettatori. Era un sogno che si stava avverando.

I ragazzi si sentirono presto carichi, cambiarono del tutto il loro modo di giocare, Federico e Nicolò corsero sulla fascia mentre un ragazzo leggermente basso, ma con una velocità disumana, li superò alla grande, trovando però di fronte a lui un altro ragazzo che gli rubò la palla e con passo spedito si dirigeva verso la porta. Da solo non avrebbe fatto granchè, ma dall'altra parte, come un fulmine, arrivò Nicolò, gli aveva fatto segno di passargli la palla visto che era libero e di fare anche in fretta prima che qualcuno potesse arrivare a marcarlo.

Il ragazzo lo vide e gli lanciò la palla che arrivò proprio sul petto del moro. Con eleganza e anche con un pizzico di velocità in più, arrivò faccia a faccia con il portiere e tirò un calcio talmente tanto forte alla palla, che quella, con maestria, entrò dentro senza dargli neanche il tempo di voltarsi e capire cosa stava succedendo.

Finalmente il goal tanto atteso era arrivato e poco importava se a segnarlo fu proprio il ragazzo che detestava, per quella volta avrebbe fatto un'eccezione e si sarebbe congratulata con lui, per il momento si limitò soltanto a festeggiare dalla tribuna.

<<Non me lo ricordavo così forte>> disse Matteo.

<<Si è allenato molto durante l'estate, poi non dimenticare che pratica anche palestra, quindi è avvantaggiato>> continuò Ciro.

Ed Hayley che in palestra con lui ci andava spesso, lo sapeva quanto tempo ci passava ad allenarsi, quindi non rimase molto sorpresa quando fu proprio lui a segnare il primo goal.

La partita ormai era quasi agli sgoccioli, mancavano dieci minuti scarsi e avevano assolutamente bisogno di fare un altro goal per dichiararsi vincitori e non dover per forza andare ai supplementari e eventualmente ai rigori.

Se c'era una cosa che proprio non sopportava, erano i rigori, tutta quell'ansia per nulla non le faceva proprio bene.

Cinque minuti alla fine, Nicolò entrò nuovamente in possesso della palla, si guardò con Federico pronto a fargliela ricevere, ma nel momento in cui gliela stava passando, un giocatore avversario entrò in scivolata su di lui, facendolo cadere in malo modo e di conseguenza rubandogli la palla.

Nicolò rimase steso a terra mentre i paramedici corsero nella sua direzione.

I suoi amici si alzarono in piedi non capendo quello che stava succedendo, anche Hayley lo fece, nel suo volto si poteva leggere quanto era in pensiero in quel momento.

<<Ragazzi ma che si è fatto male Nicolò?>> domandò Lorenzo, il più preoccupato di tutti.

Non seppero rispondere a quella domanda, tutti videro il modo violento in cui quel ragazzo gli era entrato dentro la gamba, era più un modo per fargli male, che per prendere possesso della palla, quello che non era chiaro era il perchè lo avesse fatto.

Il primo ad avvicinarsi fu Federico, ma venne mandato via subito perchè la partita doveva continuare e perchè Nicolò era in buone mani.

Lo aiutarono ad alzarsi, lo misero su un lettino e lo portarono via.

La ragazza cercò con lo sguardo il tipo che si era permesso di fargli male e quando lo trovò, per poco non si soffocò con la sua saliva.

Era stato lui.

Come aveva fatto a non accorgersi prima della sua presenza? Eppure quel biondo platino non passa di certo inosservato.

Il suo coach, colui che quasi tutti i giorni era lì con lei ad aiutarla con gli esercizi in palestra... era stato lui a fargli male.
E mentre veniva ammonito, sollevò i suoi occhi in quelli della ragazza con fare soddisfatto.

Proprio in quel momento l'arbitro emise i famosi tre fischi che annunciarono la fine della partita, neanche si era resa conto che avevano vinto.

Ma ora il suo pensiero andava a Nicolò, sperava solo che non fosse niente di grave.

Dimmi che ne vale la pena || Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora