38 - Momenti e dichiarazioni

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Erano rimasti in quel letto per quasi tutto il pomeriggio.

Temevano che se si fossero alzati, sarebbe finita tutta la magia che li aveva accompagnati fino a quel momento.

Come era potuta accadere una cosa del genere? Eppure sentivano di non aver fatto nulla di male.

Erano grandi abbastanza da comprendere cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato e in quel momento lì si erano sentiti talmente bene come non si erano mai sentiti in tutta la loro vita.

A interrompere quel silenzio che si era creato, fu proprio la voce di Hayley, ancora scossa da tutte le emozioni che aveva provato. Si coprì meglio col lenzuolo, poi si voltò nella direzione di Nicolò.

<<E ora?>> chiese con innocenza.

E ora? Il ragazzo non seppe bene cosa rispondere. Esattamente cosa voleva sapere? Inconsciamente voleva chiedergli cosa erano? O come si sarebbero dovuti comportare? Perchè in entrambi i casi, la risposta sarebbe stata solo una: non lo so.

Non gli erano mai piaciute certe etichette, non voleva definire una cosa che era successa in un momento in cui entrambi erano accecati dall'eccitazione, ci avrebbe pensato la vita a definire cosa erano, non voleva affrettare nulla.

Nicolò rimase in silenzio per troppo tempo, contemplava il soffitto da più di dieci minuti senza riuscire a guardarla in viso, sapeva che se l'avesse fatto, quegli occhi da cerbiatto indifeso, l'avrebbero fregato un'altra volta.

<<Nico...>> lo richiamò sull'attenti lei, usò un tono di voce dolce e flebile, aveva paura di disturbarlo e che si fosse pentito, aveva paura che ora si sarebbe alzato e l'avrebbe mandata via, pregandola di dimenticare quanto successo, invece contro ogni sua aspettativa, il moro voltò lo sguardo nella sua direzione e le lasciò un dolce sorriso, aprì in seguito le braccia e la fece accomodare sul suo petto, lasciando di tanto in tanto qualche bacio sulla sua testa.

<<Che gran casino>> commentò lui rilasciando un sospiro che teneva incastrato in gola da troppo tempo.

<<Cosa diremo agli altri?>> domandò Hayley sollevando di poco la testa ed incontrando quegli occhi che le facevano battere il cuore a ogni battito di ciglia.

<<Non lo so, ma ora non pensiamoci ti prego>> le disse facendole appoggiare nuovamente la testa sul suo petto.

La verità era che aveva terribilmente paura del giudizio altrui, l'ultima cosa che avrebbe voluto, era quella di deludere il suo migliore amico.

Per lui l'amicizia era una cosa sacra, non avrebbe fatto nulla che avrebbe ferito qualcuno a lui caro, ma era anche vero che al cuore non si poteva comandare e il suo cuore in quel momento aveva scelto di battere come un matto per la ragazza proibita, quella ragazza che aveva sempre visto con occhi sbagliati e di cui, inconsapevolmente, era stato geloso fin da subito.

Se si fosse accorto prima di quanto in realtà fosse speciale, forse non avrebbe sprecato tutti questi anni in storie senza futuro e per il semplice gusto di passare le notti in dei letti diversi e sempre in compagnia di donne sbagliate.

<<Il tuo cuore ha preso a battere tantissimo, a cosa stai pensando?>> gli chiese la ragazza, questa volta si sollevò sui gomiti per poterlo guardare meglio.

Come dirle che il pensiero fisso in quel momento era lei? Che avrebbe voluto farla sentire speciale e che avrebbe voluto ripetere tutto quello che era successo fino a qualche minuto fa? Non poteva dirglielo, sarebbe risultato patetico ai suoi occhi e non era nel suo stile, quindi optò per una piccola bugia, anche se tanto bugia non sembrava essere.

<<Sei qui accanto a me, nuda e ancora calda. Io sono pur sempre un uomo, è normale che appena mi sfiori, il mio cuore inizia a battere come un forsennato>>.

Era entrato decisamente nel dettaglio, ma era vero, lui era un uomo e il fatto che lei fosse ancora mezza nuda nel suo letto accanto a lui, non aiutava di certo il suo autocontrollo, ma non avrebbe fatto niente senza il suo permesso.

<<Che scemo>> rise, lasciandogli un bacio sul petto e appoggiando nuovamente la testa, stava così comoda in quella posizione e il suo cuore che batteva a ritmo era il giusto calmante in momenti come quelli.

<<Sai una cosa?>> continuò Nicolò prendendole una ciocca di capelli e avvolgendosela su un dito <<io rifarei tutto, i passi falsi, litigare, solo per arrivare di nuovo a questo momento>>.

Hayley ascoltò attentamente quello che stava dicendo, dal canto suo, non avrebbe voluto rifare tutto da capo, non le piaceva essere odiata dalle persone, non le piaceva litigare per niente e loro in quegli anni avevano fatto solo quello.

Ma solo lei sapeva quanto male ci stava ogni volta che Nicolò le faceva quelle battutine che facevano ridere solo lui.

Si lasciò sfuggire una risata.

<<Io sinceramente, di tutto quello che hai elencato, ne avrei fatto volentieri a meno>> ammise quasi sentendosi in colpa.

A quel punto Nicolò le accarezzò la schiena dolcemenente.

<<Guardami un attimo>> le disse sollevando la schiena fino a toccare lo schienale del letto, fece sollevare anche lei e in quel momento erano occhi negli occhi <<in questo momento vorrei solo stringerti, tenerti stretta a me e non lasciarti andare via, voglio sentire il tuo calore...>> pronunciò quasi in sussurro.

<<Ma...?>> domandò con sicurezza Hayley, sapeva che dopo una frase del genere, c'era sempre la fregatura.

<<Ma non so quanto possa funzionare tra noi due>>.

Ecco la botta finale, ma un po' c'era da aspettarselo.

<<Aspetta, non voglio che pensi subito male>> si difese immediatamente Nicolò <<solo che siamo troppo diversi, perchè non te ne accorgi? È come se fossimo tu il giorno e io la notte>> si prese la testa tra le mani, non ci stava capendo più niente <<ma dall'altra parte ci sono la mia testa e il mio cuore che fanno a botte, che gran casino>> proferì quasi rassegnato <<sei la migliore amica del mio migliore amico cazzo, capisci che è già difficile così?>>.

In tutto questo, la ragazza non disse una sola parola, un po' si aspettava un'uscita del genere, anche lei ci aveva pensato spesso durante tutto quel pomeriggio, quindi concordò con lui sul fatto che non potesse funzionare, ma non voleva rinunciare a lui, non ora che si erano trovati. Avrebbe parlato con Federico se necessario, ma non avrebbe permesso di farlo allontanare e ritornare come prima, quello mai.

Hayley sollevò di nuovo la testa su di lui e gli sorrise, conosceva fin troppo bene Nicolò da poter affermare che se avesse insistito, era la volta buona che avrebbe chiuso tutto e lì non ci sarebbe stato modo di riuscire a riprendere il discorso, quindi gli diede ragione e si alzò dal letto.

<<Dove stai andando? Ma hai capito?>> le domandò per sicurezza.

<<Sì Nico, ho capito, ma sinceramente, dopo essere venuta a letto con te ed essere andata contro ogni mio principio morale, sentirmi dire che tutto questo è sbagliato e che noi siamo diversi, quando in realtà non hai mai provato a conoscermi seriamente, non mi sta bene>> si liberò di quel peso, sputandogli in faccia tutto quello che stava provando <<sei partito prevenuto, con il presupposto che io fossi entrata nel vostro gruppo con il solo intento di rubarti gli amici, quando io volevo solo essere accettata, invece da parte tua ho trovato solo una porta di cemento chiusa, blindata e che neanche con tutte le chiavi del mondo sarei riuscita ad aprire>>.

Ormai era un fiume in piena, l'unica cosa che Nicolò poteva fare in quel momento, era ascoltare senza proferire parola alcuna, non riusciva a dirle nemmeno un semplice scusa.

<<Comunque non sono arrabbiata con te, perchè in fondo ho sempre cercato di capirti, di venirti incontro>> gli disse avvicinandosi a lui dopo essersi vestita <<e quello che è successo oggi, su questo letto, io lo volevo. Non mi sono pentita di niente e mi dispiace che tu ti sia pentito, ma se è ciò che vuoi, non riaccadrà più>> disse ancora arrivando quasi a sfiorare il suo viso, faceva male dire quelle parole, ma faceva ancora più male, ascoltarle <<ciao Nico, ci vediamo stasera alla festa se vuoi unirti a noi>>.

E dopo avergli lasciato un tenero bacio sulla guancia, uscì da casa del moro, lasciandolo lì, ancora appoggiato a quel letto che sapevano di loro e con tutti i rimorsi delle parole che non era riuscito a dirle.

Dimmi che ne vale la pena || Nicolò BarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora