Alla fine non era riuscito a convincerla a restare a casa e a lasciargli passare il pomeriggio in pace con il suo migliore amico.
Hayley si era impuntata che non era giusto che si vedessero solo loro escludendola dalle loro uscite e che tanto Federico le avrebbe chiesto di unirsi, perchè tanto anche gli altri volevano stare con lei e che se un giorno avessero dovuto scegliere, era quasi sicura che avrebbero scelto lei e fatto fuori lui.
Non sarebbe mai successa una cosa del genere perchè non avrebbero mai scelto tra uno e l'altro, neanche se a chiederlo fosse stata la regina d'Inghilterra, ma questo diede modo a Nicolò di pensarci e di restarci male, in parte. I suoi amici avrebbero davvero fatto una scelta simile? No, non la reputava una cosa possibile.
Aveva anche ribadito che non prendeva ordini da lui e che poteva insultarla quanto voleva, tanto non avrebbe distrutto l'amicizia con Federico, nè con il resto del gruppo e che una donna, in mezzo a tutti quegli uomini, avrebbe un attimo risollevato tutto quanto.
Ecco, forse su quest'ultima cosa era in parte d'accordo, ma non del tutto, ovviamente non le disse a cosa pensava mentre gli diceva quello, ma diciamo che la sua mente era già proiettata a qualcosa di poco casto.
In poche parole, avevano finito per litigare e anche pesantemente.
Questo non disturbava più nessuno visto che liti di questo genere, tra quei due, c'erano un giorno sì e l'altro pure. Finivano poi per non rivolgersi più la parola per la restante serata, facendo respirare un po' tutti quanti.
Quel pomeriggio si trovavano entrambi diretti a casa di Federico, ovviamente senza scambiarsi convenevoli, ma spingendosi di tanto in tanto giusto per far arrabbiare l'altro.
Arrivarono quasi subito, Hayley suonò il campanello sotto lo sguardo arrabbiato di Nicolò e qualche secondo dopo, Federico in carne ed ossa andò ad aprire la porta. Gli ci volle qualche secondo per realizzare quanto stava vedendo, si stropicciò gli occhi e li ripuntò nuovamente sui due, poi guardò il cielo limpido con fare preoccupato e poi nuovamente i due.
<<Ci fai entrare o vogliamo aspettare che arrivi l'inverno?>> chiese Nicolò facendosi spazio ed entrando in casa come se fosse la propria.
<<Mi spiegate che succede? Sta venendo la fine del mondo e non ne sapevo niente?>> domandò rivolgendosi con aria preoccupata ai due <<sono troppo giovane per morire>>.
<<Fede ma di che parli?>> lo riprese Hayley non capendo le sue parole.
<<Beh, siete venuti qui insieme e non vi siete uccisi>> disse alzando le mani in aria <<cioè tu un po' meno, ma che hai fatto?>> chiese rivolto a Nicolò.
<<Storia lunga e non mi va di parlarne>>.
<<Se vuoi ti spiego io>> rispose Hayley, provando una sorta di gusto nel metterlo in imbarazzo ancora una volta, ma Nicolò non era proprio d'accordo.
<<Azzardati a parlare e ti uccido nana, sono serio questa volta>>.
Federico ci capiva sempre meno, da quando in qua questi due avevano tutta questa confidenza? E poi da quando il suo migliore amico chiamava in quel modo la sua migliore amica? Rimase per un momento confuso da tutto quanto, ma decise di non proseguire con le domande o sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale.
<<Ti spiego dopo>> gli sussurrò la ragazza stando bene attenta a non farsi sentire dal ragazzo che se ne stava comodamente seduto come uno scaricatore di porto.
<<Quindi, a cosa devo la vostra visita oggi? Per di più non mi capacito come abbiate fatto a trovarvi e a venire qui nello stesso momento>>.
Ovviamente nessuno di loro due gli disse come erano andati realmente i fatti, altrimenti, conoscendo Federico, si sarebbe già fatto milioni di castelli in aria su cose che non sarebbero mai esistite.
<<Io gliel'ho detto che le aquile non volano con i piccioni, ma non mi ha voluto ascoltare e mi ha seguito lo stesso, dovresti metterle il guinzaglio Federì, io te lo dico>>.
Se prima era confuso, adesso era letteralmente spaesato.
<<Aquile? Piccioni? Ma che hai bevuto Nicolò?>>.
<<Lascia stare, comunque stasera che si fa? Non ho voglia di restare a casa>> esclamò Nicolò, mettendosi comodo sul divano.
<<Potremmo andare in quel locale che sta infondo alla via, hanno detto che è un bel posto tranquillo, c'è anche una specie di buffet quindi se abbiamo fame possiamo...>>
<<Un attimo, chi ha detto che vieni anche tu?>> la interruppe Nicolò.
<<Per una volta, fatti gli affari tuoi e chiudi quella boccaccia>> lo fulminò con lo sguardo.
<<Fede, ma la senti come mi parla? No ascolta, se viene lei, io me ne sto a casa>>.
<<Meglio, un rompi palle in meno questa sera, non sentiremo la tua mancanza>>.
Il loro battibecco durò in media altri quindici minuti, poi stanchi e senza più insulti da tirarsi dietro, decisero di smetterla e di continuare a ignorarsi come facevano ogni volta.
<<Ok allora andiamo in quel locale, ma vi prego, almeno per questa sera, smettetela di litigare>> li pregò Federico <<sì ok è divertente, ma avete entrambi più di venti anni e in questo modo ne dimostrate meno di mio fratello>>.
Questo era forse peggio degli insulti che si scambiavano abitualmente e Federico era stato categorico, non avrebbe più sopportato di vederli o sentirli litigare. Erano entrambi suoi amici e anche se non lo ammetteva, vederli odiarsi a vicenda gli faceva male.
Di comune accordo annuirono. Sarebbe stata la serata più lunga della loro vita.
STAI LEGGENDO
Dimmi che ne vale la pena || Nicolò Barella
General FictionHayley Marino per anni è stata la classica ragazzina un po' sfigata. Tragici si rivelano essere gli anni delle elementari a causa di battute poco carine sul suo conto. Solo un ragazzino sembra prenderla a cuore, invitandola a giocare con lui e con i...