EPILOGO

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"Find someone who makes you realise three things: one, that home is not a place, but a feeling. Two, that time is not misured by a clock, but by moments. Three, that heartbeats are not heard, but felt and shared"

~

Quando si è piccoli, molte cose sembrano così facili da superare. Ti basta impegnarti un po' di più e tutto prende forma e senso.

Come quando ci mettono davanti le costruzioni e ci impegniamo nel far uscire qualcosa di decente da far vedere a tutti.

Ma poi a poco a poco cresciamo, e non giochiamo più con le costruzioni. Cominciamo a truccarci, a passare più tempo davanti ad uno specchio a cercare ogni difetto e trovare il modo di nasconderlo. Passiamo il tempo attaccati ad un telefono, probabilmente ad aspettare messaggi o chiamate che non arriveranno mai, o nel mio caso tweet.

Ma passa anche quel periodo in cui vogliamo piacere a tutti, in cui ci sforziamo di andare bene a tutti, magari anche cambiando noi stessi.
Passa anche quel periodo, come ogni cosa del resto.

E cominciamo a fregarcene.
Cominciamo a pensare davvero a noi stessi e alla nostra felicità. Cominciamo a fregarcene, perché ci rendiamo conto che quel vestito che vogliono farci indossare a tutti i costi, a noi non sta bene. Ci sta o troppo stretto o troppo largo. Non riusciamo a sentirci a nostro agio.

E così pezzetto dopo pezzetto, cominciamo a cucircene uno tutto nostro.

E lo facciamo con tutti i pezzi della nostra vita, racchiudendo in un unico grande lavoro tutti gli aspetti di essa, positivi o negativi che siano.

E forse questo lo facciamo perché a lavoro finito, possiamo vedere il bilancio della situazione.

Possiamo finalmente capire cosa abbiamo sbagliato, o dove.

Cosa è giusto cambiare e cosa deve rimanere uguale.

Probabilmente quello che viene fuori non ci piacerà, ma immaginate che ci sia una telecamera esterna. O meglio ancora, provate ad uscire dal vostro corpo e guardare il vostro trascorso dall'esterno, come se tu fossi uno spettatore e non il protagonista.

Ecco, quello che abbiamo cucito è esattamente come avere un punto di vista esterno. Da quello possiamo capire tante cose e migliorarle. È un punto di partenza per dare una sterzata alla nostra vita, nel caso in cui il prodotto non dovesse essere di nostro gradimento, o un incentivo a continuare per quella strada nel caso in cui l'esito sia positivo.

Io, ho cucito la mia vita, l'ho fatto perché ero proprio ridotta a zero. L'ho cucita e guardando quello che ho messo insieme, ho capito che era un gran casino.
Era tutto confuso, sregolato.
Non c'era connessione logica.
C'era solo tristezza, felicità a sprazzi, frustrazione e la paura di non essere abbastanza.

Non mi è piaciuto quello che ho visto.

Ma la cosa peggiore è che tutto quello era mio.

Era dentro di me.

Tutte quelle cose negative, appartenevano e in parte appartengono ancora, alla mia vita.

Ma non abbiamo il potere di cancellare quello che è successo e con il tempo ho scoperto anche che, a differenza di quello che credevo, non possiamo manco incidere particolarmente sul nostro futuro.

Possiamo solo impegnarci nel fare il meglio che possiamo, per far si di avvicinarci al nostro obiettivo.

Ed è quello che ho fatto dopo aver visto il risultato del mio esperimento.

Ho parlato a me stessa, con me stessa.

Ho lasciato lungo il mio percorso le persone che non mi accettavano per quello che realmente sono.

Le ho abbandonate perché nessuno dovrebbe chiederci di cambiare per piacergli.

E se ce lo chiedono, dobbiamo lasciarle andare.

Queste persone che ho mandato via, sono quelle che ostruivano il passaggio. Erano di troppo e non mi permettevano di essere me stessa.

E forse è per questo che mi sono innamorata dei tuoi occhi.

Forse, perché dentro c'ho visto la me che nascondevo. C'ho visto la persona che celavo a chiunque. Ed è stato dopo averli "visti", quegli occhi verdi, che ho capito che non me ne dovevo vergognare. Non dovevo vergognarmi di chi sono o di quello che ho dentro e soprattutto di quello che ho passato ed è successo nella mia vita.

E ho voluto reinventarmi.

Ho voluto cominciare da zero. E così me ne sono andata. Ho preso la valigia e mi sono allontanata dalle mie radici. Mi sono allontanata, in primis, da stessa. Perché volevo riscoprire lentamente i miei interessi, le cose che mi piacciono.

E ci sono riuscita.

In questo lungo viaggio, sono riuscita a scoprire chi sono veramente. Per questo mi definisco un po' una rondine. Ho bisogno di viaggiare, spostarmi, vedere cose nuove per capire chi sono e per non far spegnere quel fuoco che mi si è creato dentro.

Ho un continuo bisogno di spostarmi.

Ma come tutte le rondini, dopo aver migrato, torno a casa.

Ma quando sei una rondine, la tua casa è dappertutto. La tua casa è in ogni posto in cui ci lasci un pezzo di cuore, o di te stessa.

Oppure non solo dove lo lasci, ma a chi lo lasci.

E vorrei che me lo riportassero indietro.
Che lui me lo riportasse indietro.

Ma forse non è destinato a tornare.

O forse, sono io che devo andarmelo a riprendere.

Forse sta aspettando me.

E magari un giorno, farò un'altra valigia, una delle tante, ma cambierò rotta.

Migrerò più lontano e andrò a riprendere ciò che forse potrebbe appartenermi.

E se non dovesse appartenermi, almeno potrei dire di averci provato.

Preferisco un rifiuto, una porta in faccia e un colossale no, piuttosto di vivere nel dubbio di aver perso qualcosa che poteva anche lontanamente appartenermi e rendermi felice.

E parlo di qualsiasi cosa nella vita, in generale e di una persona nello specifico.

Dobbiamo avere il coraggio di prendere e accettare tutti i rifiuti, solo così potremo davvero gioire di fronte le nostre vittorie.

E io vorrei essere in grado di vincere.

Perciò quando comincerò a migrare, alla scoperta e alla ricerca del mio posto nel mondo, del mio piccolo angolo di paradiso, mi accerterò di aver accettato il mio passato e di averlo comunque portato con me.

Perché ricominciare da zero non significa dimenticare.

Anzi, è esattamente l'opposto.

Dobbiamo portare con noi le nostre esperienze e farne tesoro.

E così, quando forse ti troverò potrò finalmente affidarti tutte le mie paure, le mie insicurezze, le mie frustrazioni e potrò dimenticare tutto.

E prometto che, quando ti troverò, farò di quel meraviglioso sogno che mi accompagna da tantissime notti, finalmente realtà.

FINE.

Half A HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora