CAPITOLO 36

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"I want nothing but the best for you, I really do, it's just that sometimes I wish that the best for you was me"

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Silvia's POV

Non appena incontro i suoi occhi, automaticamente le mie gambe cominciano a muoversi all'indietro.

Afferro bene la borsa con la mano, come se stessi afferrando me stessa per non permettermi di crollare proprio adesso, davanti a lui.

Giro su me stessa e cerco annaspando la via d'uscita, come se fossi in apnea e potessi annegare da un momento all'altro.

Quando riesco a raggiungere la porta e ad arrivare fuori, il freddo della sera mi sbatte in faccia e mi fa risvegliare, e per un attimo ho come la sensazione che sia tutto un brutto sogno.

Voglio tornare a casa.
Ho fatto male ad uscire stasera.

Nello stesso momento in cui ricomincio a muovere i miei piedi, sento una mano afferrarmi il polso e automaticamente mi giro di scatto, per vedere chi sta ostacolando la mia fuga.

I capelli mi finiscono davanti il viso e una mano gentile e morbida, mi sposta una ciocca dietro l'orecchio.

E sono sorpresa, piacevolmente lo ammetto, di scoprire che è proprio Harry ad aver compiuto questo gesto e ad avermi bloccata.

Istintivamente vorrei appoggiare la mia guancia sul palmo della sua mano, come facevo una volta, ma mi blocco in tempo.

"Cosa vuoi adesso? Sei venuto a ribadirmi il concetto per l'ennesima volta Harry? Perché se è così, non ho più voglia di ascoltarti" dico esasperata e muovendo il braccio nella speranza che liberi il mio polso.

"Non essere così arrabbiata" dice guardandomi dolcemente.

"Ah già, dovrei essere il ritratto della serenità suppongo" replico con quanta più acidità ho in corpo e continuando ad agitare il braccio.

"Se ti lascio il polso mi prometti che non te ne vai?" continua a chiedere dolcemente.

Annuisco semplicemente e libera il mio braccio dalla sua morsa. Di scatto me lo avvicino al petto come a voler sottolineare che mi appartengo.

Ma a chi voglio prendere in giro?

Sto solo approfittando di questo coraggio che stranamente mi pervade il corpo.

"Cosa vuoi?" richiedo.

"Sapere come stai" dice dopo un attimo di indecisione, penso perché neanche lui si aspettava questo faccia a faccia.

"Sei serio? -chiedo all'orlo della mia pazienza, sento di poter esplodere da un momento all'altro- mi stai davvero chiedendo come sto? Vuoi davvero saperlo?" continuo a chiedere.

Lo vedo annuire e ricomincio con il mio monologo.

"Se avessi voluto sapere come sto mi avresti chiamata, mi avresti cercata. Ma non l'hai fatto. Sto male Harry! Sto fottutamente male. Non so più nemmeno se ce l'ho un cuore, se batte, e non so cosa mi tenga ancora in vita, considerato che io lo sento fermo. Bloccato, al centro del mio petto, in attesa di un defibrillatore. Sto una merda. Non ho avuto tue notizie per mesi e non ti vedo da altrettanti. L'ultima volta che ti ho visto ero all'aeroporto a Los Angeles e mi giuravi amore eterno, dopo una delle notti più belle della mia vita. E adesso sono qua davanti a te, dopo 6 mesi, a chiedermi cosa io abbia sbagliato. E tu non sembri minimamente scalfito da tutta questa storia, sembra come se la tua vita stesse andando avanti normalmente e che solo io stia risentendo della nostra rottura. Non ce la faccio più, sono arrivata al limite. E tu pare che ti diverti a spuntare di tanto in tanto e farmi ricadere nel baratro. Ma adesso basta, non ho intenzione di permettere che questa cosa succeda ancora. Pensavo di averti detto addio tanto tempo fa. Ma forse adesso è veramente arrivato il momento" concludo allontanandomi da lui e girandomi di spalle.

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