CAPITOLO 15

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"I don't care what people say when we're together. You know I wanna be the one who hold you when you sleep.
I just want it to be you and I forever.
I know you wanna leave so come on baby be with me so happily"

~

Silvia's POV

Non avevo mai affrontato un viaggio così lungo ed ero leggermente agitata all'idea di dover passare 10 ore su un aereo, ma al solo pensiero che, una volta scesa da qua, avrei rivisto Harry, ogni paura, come per magia, svaniva nel nulla.

A compensare la mia agitazione c'era mia sorella, che invece era emozionatissima all'idea di vedere per la prima volta Los Angeles.

Ero felice di vederla così entusiasta.
La amo tantissimo e per lei sarei disposta a sacrificare la mia stessa vita.

Quando l'aereo decollò caddi in un sonno profondo e mi risvegliai un'ora prima dell'atterraggio. Non riuscivo a credere di aver dormito così tanto, ma in fin dei conti era stato un bene, altrimenti l'ansia mi avrebbe completamente logorata psicologicamente.

"Queste poltrone sono davvero comode -cominciò mia sorella, che per tutto il viaggio non fece altro che scoprire nuove cose dell'aereo privato di Harry- guarda quanto spazio ho per le gambe!" disse aumentando la voce di un'ottava e stendendole.

"Hai ragione, questo aereo è davvero comodo" risposi.

"Per questo ti sei fatta 8 ore ininterrotte di sonno! Per fortuna ti sei svegliata, stavo cominciando ad annoiarmi!" disse come per schernirmi.

Sono dormigliona, dovrebbe saperlo, è mia sorella!

Quando atterrammo cominciai ad agitarmi. Sarei rimasta due settimane e quindi mi ero portata dietro i libri per studiare, non volevo perdere il ritmo e qualche giorno dopo essere tornata in Italia avrei dovuto sostenere 3 esami. Quindi se tutto fosse andato secondo i piani ero a -8.

Potevo farcela.
Volere è potere.

Slacciai la cintura e presi la mia borsa. Aiutai mia sorella a scendere e finalmente, dopo 10 lunghe ore, misi il naso fuori da quell'aereo.

Harry's POV

L'aereo che avevo mandato per prendere Sis era appena arrivato ed io ero al terminal ad aspettarla. Non sapevo cosa sarebbe successo in queste due settimane, ma spero che lei sia davvero riuscita a perdonarmi per quel mio errore.

So di averla delusa e so che devo riuscire a sistemare tutto e a riconquistare la sua fiducia, anche se so che, in fondo, lei mi ha già perdonato.

Cominciai ad agitarmi, e dopo una decina di minuti finalmente si aprirono le porte scorrevoli, dalle quali uscì sua sorella e per un attimo mi balenò l'idea che possa non essere venuta.

Ma ogni mia preoccupazione svanì quando la vidi uscire raggiante come il sole e con un bellissimo sorriso sulle labbra, che subito calmò i miei nervi tesi. Cercai i suoi occhi e quando finalmente li incrociai, non potei trattenermi dal sorridere.

Vidi anche lei sorridere e senza rendermene conto le mie gambe stavano già correndo verso di lei.

La liberai dai bagagli e la presi tra le mie braccia stringendola così forte, da levare il fiato ad entrambi.

Dio quanto la amo.

Cominciai a baciarla e in quei mille baci c'era di tutto.

Amore.

Pentimento.

Passione.

Desiderio.

Perdono.

Scuse.

Gioia.

Finalmente era tra le mie braccia, finalmente sentivo il suo odore.

Quanto ancora sarebbe durata questa storia?

Per quanto tempo ancora l'avrei dovuta salutare in un aeroporto?

Il tempo, nonostante scorresse con la solita cadenza, sembrava andare avanti solo quando avevo lei al mio fianco. Mentre invece quando è lontana sembra che tutto si blocchi e che niente più vada avanti.

"Harry piano, così mi fai male" disse lei cercando di divincolarsi dalla mia stretta, ma ridendo sotto i baffi.

"È che mi sei mancata così tanto" dissi continuando a baciarla ma allentando un po' la presa.

"Mi sei mancato anche tu" disse lei ricambiando, finalmente, i miei numerosi baci.

"Non vorrei interrompere questo idillio -disse sua sorella- ma ci sarei anche io!"

"Vuoi un abbraccio anche tu?" dissi ridendo.

"Vorrei solo fare una doccia calda e cambiare la maglietta -disse sua sorella prendendomi in giro- lascio che sia Sis a consumarti" e ridemmo tutti insieme.

Presi alcuni dei bagagli di Sis e lasciai che il mio autista prendesse il resto e ci dirigemmo verso la macchina per andare a casa.

Una volta in macchina presi Sis tra le braccia e le baciai la fronte.

"Ti amo, lo giuro" dissi come se volessi chiederle per la millesima volta scusa.

"Lo so, ti amo anche io" rispose lei poggiando la sua manina sulla mia guancia e giocando con la mia fossetta, nel momento in cui spuntò, dopo che lei provocò il mio sorriso.

Ma era inevitabile con lei accanto.

È la mia fonte di felicità.

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