CAPITOLO 10

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"All that I can say is you saved me"

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Silvia's POV

Il resto del pomeriggio lo passai preparandomi per la serata che mi avrebbe aspettato. Ero indecisa su cosa indossare, Harry aveva detto che non era nulla di speciale, ma conosco il suo linguaggio ormai, e so che comunque sarà qualcosa che mi lascerà senza fiato.

Così optai per un vestito completamente nero, semplice, ma allo stesso tempo elegante. Abbinai un cinturino fucsia acceso con un fiocchetto davanti, scarpe nere e una pochette dello stesso colore del cinturino e del rossetto che avevo appena steso sulle mie labbra.

Il rossetto me l'aveva regalato Gemma, per il compleanno e fui felice quando notai che era esattamente dello stesso colore dei miei accessori.

Harry subito dopo pranzo e dopo aver scartato anche il regalo di Anne e Robin, ci lasciò, perché sarebbe dovuto andare allo studio per prendere delle decisioni riguardo il nuovo tour con i ragazzi e il management. Ma promise che sarebbe passato a prendermi per le 8pm.

Alle 7.30pm ero già pronta e in fibrillazione. Avevo lisciato i capelli e per l'enorme agitazione continuavo ad attorcigliare una ciocca intorno all'indice che, a lungo andare, si arricciò leggermente.

Alle 8pm sentì suonare al campanello e Gemma mi chiamò dicendo che Harry era arrivato, così indossai il cappotto e la sciarpa, entrambi regali di Anne, e raggiunsi Harry alla porta, dove mi aspettava impaziente almeno la metà di come lo ero io.

"Passate una buona serata" dissero Gemma ed Anne con al seguito Robin sorridenti.

"Grazie mille, sono certa che sarà tutto perfetto, Harry ci sa fare" dissi lasciando baci sulle guance di entrambe.

"Andiamo amore?" chiese Harry dandomi il braccio.

"Si, andiamo" dissi lasciando un bacio sulla guancia anche a lui.

Salimmo in macchina e guidò fino a quando non intravidi dal finestrino l'imponente Big Ben.

Quando parcheggiò e notò il mio sguardo confuso cominciò a ridere.

"Siamo arrivati" disse sereno.

"Mangiamo in metro? -chiesi ridacchiando- quando lavoravo era diventato il mio sport preferito!" conclusi sempre più allegra.

"No tranquilla, dobbiamo arrivare al ponte e scendere giù, c'è un battello che ci aspetta" disse chiudendo la macchina e intrecciando le nostre dita.

"Battello?" chiesi stupita.

"Si, ceneremo la sopra" disse ovvio.

Quando salimmo notai che l'interno era tutto in legno, con vetrate immense che lasciavano intravedere il London Eye, illuminato di blu, e il Big Ben. Al centro era posizionato un tavolo tondo, con una tovaglia ricamata e un centrotavola con una candela, che rendeva l'atmosfera romantica.

Harry prese il mio cappotto dalle spalle e lo appese all'appendiabiti all'ingresso e afferrando la mia mano mi condusse al tavolo facendomi accomodare in una delle due sedie.

Una volta seduta, anche lui prese posto, esattamente di fronte a me.

Nell'esatto momento, arrivò un cameriere che riempì i nostri bicchieri con dello Champagne.

"Sei bellissima" disse Harry iniziando a sorseggiare.

"Grazie H -risposi imbarazzata- è stupendo qui. E tu sai sempre come stupirmi" conclusi.

"Non è nulla di speciale Sis" rispose modestamente.

L'interno del battello era piacevolmente riscaldato e dopo due bicchieri di troppo sentivo le guance avvamparmi di calore anche, se non soprattutto, per la bellezza dell'uomo che avevo davanti.

La cena era deliziosa e mangiai tutto di gusto, godendomi il panorama all'esterno del battello e quello di fronte ai miei occhi.

"Sai Harry, sono felice di passare il mio compleanno con te. Sono felice perché è stato esattamente un anno fa che ho deciso di partire per Londra. Ed in parte è stato anche grazie a te. Perché, sempre un anno fa, ascoltai per la prima volta la tua voce e in quell'esatto momento, qualcosa dentro me, è tornato a vivere. Quindi se ripenso a quello che ho passato durante quest'anno, non potrei desiderare niente di meglio. È assolutamente incredibile come siano cambiate le cose in un anno, come tutto sembra essere al posto giusto adesso. Non mi sarei aspettata nulla di simile. E se mi avessero detto un anno fa che tutto questo sarebbe realmente successo, io non ci avrei creduto. Perciò, grazie, non so davvero cos'altro dire. Grazie di esserci, grazie di sopportarmi e supportarmi, grazie perché mi capisci, grazie di avermi salvata. Grazie, grazie e grazie" dissi afferrando la sua mano, che era appoggiata sul tavolo, e stringendola nella mia.

Avrei voluto che non vedesse l'emozione nei miei occhi e la loro lucidità, ma era esattamente tutto perfetto.

Non avrei davvero potuto desiderare niente di meglio.

Avere lui era come avere un tesoro prezioso, e niente e nessuno potrà portarmelo via adesso che è mio.

Lo custodirò gelosamente.

Lo proteggerò da chiunque e a qualsiasi costo.

Perché per lui e con lui vale la pena combattere.

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