CAPITOLO 4

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"Sai cos'è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando".
~Leonardo Sciascia

Harry's POV

Restammo ancora un po' ad osservare il tramonto fino a quando il cielo diventò nero e cominciammo a vedere le prime stelle.

Si era alzato un venticello fresco e vedendo Sissi tremare decisi che era ora di risalire a casa e cominciare a preparare la cena.

"Forse è meglio che torniamo, abbiamo una cena da preparare" dissi alzandomi e porgendole la mano per aiutarla a fare lo stesso.

"Si hai ragione e senza accorgercene si è fatto tardissimo".

Una volta arrivati ci lavammo i piedi ed entrammo in casa dirigendoci a passo spedito verso la cucina.

Vidi Silvia mettere ovviamente una pentola piena d'acqua sul fuoco, così immaginai stesse preparando della pasta.

"Cena italiana stasera? -domandai lasciandole un bacio sulla tempia- posso aiutarti in qualche modo?" dissi vedendo quanto fosse indaffarata e immaginando che voglia fare colpo sui suoi genitori.

"Sei in grado di usare il barbecue?" mi chiese.

"Certo che si, vado ad arrostire questa carne allora. Ci vediamo dopo amore" dissi prendendole le mani e abbracciandola per quelle che sembrarono ore.

Accanto a lei era come se il tutto rallentasse, come se vivessimo in un mondo parallelo, come se non dovessimo invecchiare mai e vivere per sempre.

Posso dire che ha cominciato ad essere agitata per l'arrivo di suo padre stasera, glielo leggo negli occhi. So che non vuole dirmi niente per non mettere ansia anche a me, ma vederla così mi fa pensare che, dietro questa sua preoccupazione, si nasconda una spiegazione più che valida.

Ma prima di andare a fondo voglio darle il suo tempo per calmarsi. Cominciai ad accendere il barbecue e dopo una ventina di minuti sentii il cancello di ingresso aprirsi e una macchina percorrere il vialetto di ingresso.

Proprio davanti a me si fermò una macchina nera dalla quale scese la famiglia di Silvia. Era impressionante la somiglianza con la madre e la sorella, era come se avessero fatto delle fotocopie.

"Salve Lara -dissi rivolgendomi alla mamma di Sis- ehi ciao Marta, hai preparato le valigie?" dissi ridendo e pensando alla reazione che aveva avuto oggi dopo il mio invito. E infatti la vedo illuminarsi di nuovo.

"Ehi, non stuzzicarmi e non disturbare il cane che dorme, potrei davvero prenderti sul serio" disse di rimando lei ridendo.

"Io non scherzo mai, sono serissimo. Quando porterò Sissi a Los Angeles puoi certamente venire con lei!" dissi contento.

"Sarebbe stupendo, grazie davvero per il tuo invito, sei gentilissimo" dopo questo veloce scambio di battute con la sorella, vedo avvicinarsi a me il padre. È un uomo sulla cinquantina, ha uno sguardo indagatore e sono sicuro che mi sta studiando da capo a piedi.

"Lei deve essere Andrea, il padre di Silvia, è un onore poter fare la sua conoscenza" dico avvicinandomi, sfoggiando il mio sorriso migliore e stringendogli la mano da vero uomo. Sento ricambiare la stretta e aspetto con ansia che dica qualcosa.

"Così mi lusinghi figliolo -rispose e gettai fuori l'aria che, mi accorsi, stavo trattenendo- piacere mio" mi aspettavo di peggio invece si è dimostrato molto cordiale.

"Sis -dico ad alta voce, cercando di avvisarla che i suoi sono qua- sono arrivati i tuoi genitori" nel momento in cui finisco di parlare la vedo uscire dalla porta della cucina che da sulla veranda.

Si è cambiata il vestito, adesso indossa un abito molto semplice tutto bianco ricamato con dei sandali bassi bianchi. Ha i capelli sciolti biondi sciolti, tranne che per un fermaglio che le sposta qualche ciocca dalla faccia.

È sempre bellissima, e non si impegna nemmeno per esserlo.

Sono fortunato.
Tanto, tanto fortunato.

"Mamma, papà -dice abbracciando i suoi genitori- vedo che hai già conosciuto Harry" suo padre non parla molto bene inglese ma devo dire che non se la cava male. Sua sorella e sua mamma sono eccellenti. Sua mamma so che insegna inglese, quindi è avvantaggiata, e so che conosce anche altre 3 lingue. Sua sorella mi ha detto che l'ha studiato bene a scuola quindi non ha alcun problema.

"Oh beh si, sembra un ragazzo apposto" dice suo padre.

"Lo è papà. Fidati. Comunque la cena è quasi pronta, sedetevi e arrivo".

La cena passò nel migliore dei modi, tra la pasta, un po' di carne e dopo qualche birretta, ci eravamo sciolti tutti, facendoci anche delle grosse risate.

Ovviamente non poteva mancare la raccomandazione di suo padre "Non fare del male alla mia bambina" che mi disse all'orecchio mentre ci salutavamo.

Sembra così premuroso nei suoi confronti, come poteva lei essere ansiosa di farmelo conoscere?

Dovrò andare a fondo a questa storia.

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