Sono terrorizzata. Quegli uomini che ci seguivano non erano del russo. Mi ha lasciata qui dentro da sola e non riesco a stare ferma. Il fatto che Igor sappia dove sono, mi lascia respirare, ma non so quanto tempo ci vorrà prima che mi trovi. Chiedo un bicchiere d'acqua al barista e mi disseto. Lo poggio sul bancone e prendo a torturarmi le mani, l'ansia mi sta logorando. Faccio dei bei respiri ma sento mancarmi la terra sotto i piedi perché so bene che non avrei dovuto allontanarmi da mio fratello all'aeroporto, ma è stato più forte di me. Sento dei rumori all'entrata e mi volto di scatto sperando che sia Igor, ma mi sbagliavo. Un uomo asiatico entra spianando la pistola. Il barista che mi ha servito da bere, afferra un fucile che con tutta probabilità teneva sotto il bancone, ma non è abbastanza veloce. L'assassino spara due colpi precisi e il povero ragazzo cade con la faccia sul bancone di legno. Per un secondo nella mia testa si crea una sorta di bolla d'aria; sento le voci delle ballerine del club gridare e le vedo scappare a destra e a sinistra. Alcuni degli uomini al club scappano per la paura e tutto ciò che riesco a percepire, sono dei suoni ovattati, come se fossi in una realtà non mia. Avevo dimenticato questa sensazione. Mi hanno insegnato a rimanere calma, ma è passato troppo tempo.
Dura tutto una manciata di secondi. Sbatto le palpebre un paio di volte e l'istinto di sopravvivenza prende il sopravvento. Provo a scappare, ma riesco a fare una misera manciata di metri, prima di essere afferrata da quest'uomo. Inciampo e sbatto la testa al tavolo. Fa malissimo, ma non so come, trovo la forza di dargli un calcio e mi rialzo. La testa pulsa, ma inizio a correre. Anche stavolta duro poco. L'assassino mi afferra per le braccia e mi spinge verso una porta rossa. L'apre con un calcio e mi lascia cadere per terra. Non ho la forza di alzarmi e la testa mi gira. Mi sento tirare su di peso e vengo buttata dentro una specie di gabbia rossa. I miei occhi vedono un po' sfocato, ma a poco a poco riesco a mettere a fuoco l'ambiente che mi circonda. Non sono in gabbia, bensì dentro quello che sembra essere un ring per i combattimenti. Mi alzo in piedi e l'uomo si avvicina minaccioso con una fascetta nera.«Vieni qui puttana!» Mi afferra i polsi e li lega stretti. Fa male e penso proprio che mi lascerà dei segni profondi; sento la carne come lacerata e un bruciore molto forte. «Ci frutterai molti soldi.» Mi dice.
«Sei pazzo se pensi che mio padre si lascerà fregare da voi!» Gli urlo in faccia ritrovando un po' di coraggio. Questa frase sembra turbarlo un po' e mi dà uno schiaffo in faccia da farmi voltare la testa. Sento il sangue in bocca e deduco che mi abbia spaccato il labbro. Si avvicina minaccioso e quando la sua testa è a meno di un centimetro dalla mia mi dice: «Tuo padre farà di tutto per riavere la sua preferita.»
«So che sei lì dentro!» Sento dire a qualcuno oltre la porta rossa.
Igor! - penso all'inizio«Se entri le faccio saltare il cervello!» Dice il mio aguzzino tirandomi i capelli e facendomi emettere un gemito di dolore.
«Possiamo trovare un accordo.» Dice l'uomo oltre la porta e sono sempre più convinta che non si tratti della mia fidata guardia. «Io voglio solo la ragazza. Consegnamela e te ne puoi andare.» Gli dice quello.
«Tu menti!» Grida l'assassino e mi colpisce ancora una volta in faccia. Fa sempre più male. «Tutti sanno che Viktor Kozlov non lascia testimoni.» Dice e percepisco un velo di disperazione nella sua voce.
«Potrei fare un'eccezione, se me la consegni subito.» Prova a tranquillizzarlo l'altro. Finalmente vedo il volto del mio salvatore. Adesso so che si chiama Viktor ed è lo stesso uomo che trattava con mio fratello e lo stesso che era venuto a prendermi alla panchina.
«Sta fermo!» Grida il mio aguzzino puntando l'arma contro Viktor.«Come stai?» Mi chiede. Mi sento meglio ora che lo vedo perché so che fa parte della Bratva; so che è uno spietato assassino e so anche che per lui - ora - sono un'alleata. Sono la figlia di Vincenzo Russo e sono sotto la sua protezione. Non lascerà che mi accada nulla.

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Fino all'ultimo respiro
ChickLitAlyssa fa parte di una delle famiglie più potenti e pericolose del mondo. Ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: soldi, fama e potere. Peccato che lei desideri l'unica cosa che non può avere... la libertà. Alyssa non vuole far parte della ma...