30 - Viktor

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KO.
...
Sono finito un'altra volta KO per colpa di quella maledetta ragazzina. Sto cominciando a stancarmi di questa situazione.

«Era ora che aprissi gli occhi!» La voce di mio padre sembra stanca e affaticata.
Mi rialzo tenendomi la testa che pulsa violentemente.

«Dove siamo?» Chiedo guardandomi intorno. Il luogo mi è familiare, ma non è di certo casa mia.

«Siamo in uno dei tuoi locali.» Aggiunge stravaccandosi su una poltrona.
«Qual è l'ultima cosa che ricordi? Perché hai preso una bella botta...»

«Non fare lo spiritoso, fratellino.»

«No, infatti. Non è proprio il caso dal momento che abbiamo fatto una pessima figura di fronte a tutti gli altri leader. Posso capire la prima volta... Posso capire che tu sia stato preso alla sprovvista. Ma una seconda volta? Non sei riuscito a mettere fuori gioco una donna.»

«In mia difesa, devo dire che quel manganello faceva male.»

«Ti rendi conto di quello che è successo?» Mio padre è furioso; l'ho visto tante volte arrabbiato, ma la furia omicida che c'è nei suoi occhi in questo momento, mi è del tutto nuova.
«Non ho giustificazioni per quello che è successo.» Alyssa è in gamba, non c'è che dire. Le sue doti di combattente sono eccellenti e lo è anche il suo sangue freddo. Ho perso il controllo. So di essere nei guai perché ha violato l'unica regola inviolabile della nostra organizzazione. Ho premuto il grilletto e l'ho fatto con l'intento di uccidere. Vedere Alyssa così in sintonia con Hiroto Tanaka, ha scatenato la mia furia.
«Che succederà adesso?»

«Ci sarà una nuova riunione e Alyssa porterà le prove per affossare definitivamente suo padre.»

«Non possiamo permetterglielo. Vuoi ancora un accordo con i Russo nonostante ci abbiano mentito?»

«Quest'accordo vale molto di più della Mongolia. A quella posso rinunciarvi facilmente, ma alla nostra alleanza... Assolutamente no.»

«Quindi? Come ci muoviamo adesso?»

Mio padre si versa da bere e butta giù il bicchiere tutto d'un fiato.
«Per prima cosa dobbiamo fare in modo di separare Alyssa dai Tanaka. Fintanto che sarà con loro, sarà intoccabile. Ho provato a dissuaderla promettendole che se fosse tornata a casa senza storie, non le sarebbe stato fatto alcun male.»

«E lei?» La domanda la faccio giusto per dovere, perché so perfettamente quale sarà stata la sua risposta.

«Non me l'ha detto apertamente, ma credo che mi abbia mandato a quel paese.»

Tipico di lei.

«Cosa dice Don Vincenzo?»

«Non abbiamo ancora parlato, ma posso solo immaginare quali piani abbia in mente. Se Alyssa è effettivamente in possesso di prove che possano distruggerlo, Vincenzo non esiterà ad annientarla.»

«Sarebbe capace di uccidere la sua stessa figlia?»

«In guerra e in amore tutto è lecito, dovresti saperlo bene.»

«Lo so molto bene e lo sa anche mio fratello.»

«C'è anche un altro problema.» Michail si avvicina a me portandomi un bicchiere d'acqua. La mafia thailandese sembrava molto interessata ad Alyssa.
«Immagino...» Questa potrebbe essere l'occasione che stavano aspettando da molto tempo.
«Dobbiamo trovare un modo per allontanarla da Hiroto Tanaka.» Continua mio padre.
«Non sarà facile. Non la lascerà mai da sola.» Michail sembra scettico, ma forse c'è un modo. Inizio a sorridere e poi scoppio a ridere perché mi è appena balenata in mente un'idea eccezionale.

«Con oggi siamo definitivamente in guerra con la Yakuza, giusto?» Chiedo a mio padre per conferma, non si sa mai.

«Ovviamente sì. Devono ancora restituirci Arsenij.»

«Cos'hai in mente?»

«Qualcosa che segnerà per sempre la loro vita.» Ho ancora un asso nella manica da giocare e credo sia proprio arrivato il momento di calare le carte.

Ammetto che mi ci vogliono due giorni interi per recuperare del tutto le forze e quando lo faccio, sono più deciso che mai a perseguire il mio piano. Prendo il telefonino e compongo il suo numero.

«Viktor... Non mi aspettavo una tua telefonata.»

«Non l'avrei fatta se la situazione non fosse al limite. Vorrei incontrarla, se è d'accordo.»

«E perché mai dovrei farlo?»

«Ha forse paura?»

Lo sento ridere dall'altra parte del telefono.

«Paura di te? È come dire di avere paura di un cucciolo.»

«Allora? Vuole incontrarmi sì o no?»

«Io e te non abbiamo nulla da dirci.»

«Oh, io non credo proprio. Ci troviamo in una situazione di stallo e prima o poi il Tavolo pretenderà la caduta di qualche testa. Sinceramente non vorrei dovesse essere la mia.»

«E pensi che sarà la mia?»

Sorrido.

«La sua no, ma quella di suo figlio... anche se è passato inosservato, ha compiuto gesti deprecabili verso l'organizzazione di cui facciamo parte.»

«Stai forse minacciando mio figlio, Kozlov?»

«Incontriamoci per parlarne faccia a faccia. Sono certo che troveremo una soluzione insieme, come abbiamo sempre fatto. Sarebbe un peccato vedere il suo unico erede cadere a picco e la sua figlioccia piangerne la morte disperata, non crede?
...
«Dove e quando.»

«Domani, al molo. Venga da solo o non se ne farà nulla.»

Riaggancio la telefonata e mi getto nuovamente sul letto. Se le cose andranno come previsto, li annienterò poco alla volta e alla fine saranno costretti a compiere dei passi falsi.

Non pensavo saremmo arrivati a tanto, ma da quando Alyssa Russo è scesa da quel jet, tutte le nostre vite sono cambiate drasticamente.

Fino all'ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora