«Che vita potevo offrirle? Lei che era così pura ed innocente. Come potevo darle la libertà?»
Mi si stringe il cuore mentre lo ascolto parlare.
«Mi stai chiedendo se non avrei preferito legarla in una stanza e nasconderla al mondo intero? Sì, l'avrei fatto... Ma l'amavo a tal punto da lasciarla andare.»
Richiudo la porta della camera da letto perché non riesco a sentire altro. Non è che non voglia, ma non ce la faccio. Sento un gran peso sul cuore e ogni giorno che passa diventa un macigno sempre più grande ed ingestibile.
Non riesco più a guardarmi allo specchio. Quelle poche volte che l'ho fatto in questi tre giorni, ho solo visto il riflesso di qualcun altro. Non riuscivo a riconoscere i miei stessi lineamenti e mi sembrava di vivere la vita di un'altra.
Ogni volta che chiudo gli occhi vedo le sue mani tastarmi il corpo in maniera violenta e non consensuale. Ogni volta che li riapro, vedo il suo sorriso mentre mi deride e si prende gioco di me e della mia dignità.
Quando cerco di non pensare a lui, ripercorro a ritroso gli ultimi istanti di mio padre. L'ho ucciso... Non ho esitato nel premere il grilletto e questo è ciò che più mi ha spaventato.
Mio padre si meritava la fine che ha fatto, ma non riesco ancora a superare il fatto che sono stata io a togliergli la vita.
A questo punto cosa mi differenzia da Viktor Kozlov? Cosa mi rende migliore di lui?
Nulla. Proprio nulla.
Viktor mi voleva così tanto e alla fine mi ha presa.
Io volevo la vita di mio padre e ho fatto altrettanto.
Cammino molto lentamente per la stanza e apro la porta comunicante che dà nell'altra stanza. Non appena entro, il bip delle macchine che tengono in vita mio fratello mi entra nelle orecchie come un martello.
Hiroto ha fatto in modo di portare Vito qui nel suo appartamento. Ha dedicato una stanza solo per le apparecchiature e paga uno dei migliori medici del paese affinché si prenda cura di lui.
Cos'è questo se non amore?
Accarezzo la guancia di mio fratello; la barba di qualche giorno comincia a farsi evidente, ma non ho il coraggio di toccarlo ulteriormente. La testa è fasciata e l'ematoma che si espande per tutto il volto lo rende quasi riconoscibile.
Accosto la sedia vicino al suo letto gli stringo la mano. Continuo ad essere un fiume in piena e non riesco a smettere di piangere. Se si trova in questo stato è anche per colpa mia.
Vorrei urlargli di svegliarsi e che tutto quello che è successo è stato solo un brutto sogno, ma non riesco ad aprire bocca.
Le parole muoiono appena prima di uscire. Afferro la bacinella piena di acqua tiepida e con un panno inizio a pulirgli il corpo. Comincio dalle spalle e tampono delicatamente lo straccio sulla sua pelle delicata. Lo passo su tutto il braccio fino ad arrivare alle mani che pulisco minuziosamente. Faccio la stessa cosa dall'altro lato e poi passo a pulirgli il petto. Faccio molta attenzione a non toccare i vari tubi ancorati al suo corpo. Dopo essermi sincerata di averlo pulito per bene, mi siedo nuovamente accanto a lui.
A mente gli dico tutto quello che vorrei dirgli a voce e mi sento bene in questi momenti.
Quando sento la porta dietro di noi aprirsi, mi volto leggermente per vedere Hiroto entrare sorridendomi dolcemente.
Si avvicina e prova a toccarmi una spalla, ma istintivamente mi ritraggo dalla sua presa. Non lo faccio intenzionalmente; non voglio allontanarmi da lui, ma il mio corpo reagisce da solo.
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Fino all'ultimo respiro
ChickLitAlyssa fa parte di una delle famiglie più potenti e pericolose del mondo. Ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: soldi, fama e potere. Peccato che lei desideri l'unica cosa che non può avere... la libertà. Alyssa non vuole far parte della ma...