23 - Alyssa

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Tanaka-sama mi ha dato le chiavi della stanza nella quale si trova mio fratello. Sto girando la chiave nella serratura e nel momento in cui la porta si apre, sento i lamenti di Vito. Lo trovo con le mani legate dietro la schiena e le gambe tenute ben strette da alcuni laccetti. È ridotto male ma, conoscendo il mio maestro, Vito può ritenersi più che fortunato di essere vivo.

Mi fiondo sul suo corpo tumefatto. Probabilmente lui non mi ha ancora riconosciuta e cerca di ribellarsi, ma nel momento in cui realizza chi sono, sgrana gli occhi.

«Che diavolo ci fai tu qui?» Passa lo sguardo da me alla porta come se fosse terrorizzato nel vedere qualcun altro oltrepassare la soglia.

«Devi andare via di qui! Non devi farti prendere! Scappa!» Mi urla contro.

Gli accarezzo la faccia e cerco di tranquillizzarlo.

«Shhh, stai tranquillo, nessuno ti farà più male. Tanaka-sama sa bene che tu non c'entri nulla in questa storia e ti lascerà andare.»

Vito mi guarda ancora più sconvolto. Ovviamente non riesce a darsi una spiegazione.

«È una lunga storia...» Gli dico intuendo le sue infinite domande.

Tiro fuori dalla tasca un piccolo coltello e taglio le corde e i laccetti che lo tenevano bloccato. Vito mi abbraccia.

«Non dovevi venire fin qui. Dov'è Igor?»

Dovrei dirgli che anche questa è una lunga storia?

«Saliamo adesso. Ti spiegherò tutto.» Gli dico invece.

Non so se il tutto sia dovuto allo shock o alle torture, ma per la prima volta in vita sua, Vito fa esattamente quello che gli dico. Lo afferro dolcemente per mano e lo conduco fuori dalla stanza. Lo tengo la mano per tutto il tempo, fino a quando non arriviamo nel grande giardino della residenza di Tanaka-sama. Sparse qua e là ci sono diverse panchine in ferro battuto; lo faccio sedere su una di queste. Mi inginocchio di fronte a lui e cerco di guardarlo negli occhi.

«Vito, adesso è tutto...»

«Che sta succedendo, Alyssa?»

Gli sorrido dolcemente.

«Succede che adesso sei in salvo.»

«Come hai fatto?»

Non gli rispondo immediatamente anche perché non saprei da dove cominciare.

«Perché non c'è Igor con te?»

«Perché non ho bisogno di lui.» Gli rispondo di getto.

«Allora sei venuta con Kozlov.»

«Perché dai per scontato che sia venuta necessariamente con uno dei due? Se non ho bisogno di Igor, stai pur certo che ho ancora meno bisogno di Viktor Kozlov.»

«Non capisco...»

«Vedo che sei duro di comprendonio.» Hiroto appare alle nostre spalle. Non lo avevo minimamente sentito e se io sono sorpresa nel vederlo, mio fratello ne è sconvolto.

Scatta in piedi e si mette di fronte a me come per farmi da scudo.

«Sta lontano da mia sorella!»

Hiroto rimane immobile e guarda mio fratello come se fosse un folle. Lo afferro per un braccio e cerco di sussurrargli all'orecchio che va tutto bene e che lui è un alleato per me.

«Sorellina, vuoi dirmi cosa sta succedendo?»

«Succede che adesso tu te ne torni a casa sano e salvo.» Gli dice Hiroto con un accenno di sorriso.

Fino all'ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora